Peck, l'1 giugno
tornano i ristoranti
La gastronomia
insiste sul delivery
La casa madre di Peck in via Spadari |
Leone Marzotto, amministratore delegato di Peck, spiega le strategie del gruppo, che affronta la fase 2 rafforzando la consegna a domicilio e strutturando l’asporto .
Peck è un pezzo di Milano, dal 1883 un patrimonio gastronomico e culturale. Un marchio, controllato dalla famiglia Marzotto, che si sviluppa con la storica gastronomia di via Spadari, a cui sono affiancati due ristoranti, Al Peck e Piccolo Peck, la boutique di via Salvini e il Peck City Life tra i grattacieli degli archistar, che oltre a elaborazioni food di alta gamma propone le formule ristorante, enoteca e cocktail bar.
La pandemia che si è abbattuta sul Paese ha investito tutti i mercati, azzerando in molti casi le attività produttive o costringendo a repentini mutamenti di rotta. Italia a Tavola, ha chiesto a Leone Marzotto, amministratore delegato di Peck, di fare un primo bilancio.
«In un contesto di questo genere - ha raccontato - per la natura della nostra offerta abbiamo avuto l’opportunità di rimanere aperti, anche se non in toto. Abbiamo dovuto chiudere i ristoranti di Peck “casa madre” e il complesso di City Life, in quanto in un contesto di centro commerciale e con una spiccata vocazione all’Horeca. Nel dettaglio, la gastronomia di quartiere di via Salvini è andata bene e via Spadari ha fatto registrare una flessione del 30%, calo dovuto soprattutto all’assenza di turisti. Un dato tutto sommato confortevole, se si pensa che a livello europeo i negozi tradizionali di livello hanno perso in media il 50%».
L’azienda ha investito in sicurezza e igiene seguendo tutte le procedure anche con un’interpretazione più rigorosa, ha sostenuto i dipendenti tramite l’utilizzo di ferie e banca ore e solo per quanto riguarda City Life ha dovuto ricorrere alla cassa integrazione. E poi ha incrementato i piani strategici operativi.
«Per quanto riguarda Peck Spadari - ha spiegato Marzotto - abbiamo aumentato le risorse e moltiplicato gli sforzi di marketing e a Pasqua abbiamo ottenuto un risultato migliore di quello dello scorso anno. La gastronomia di via Salvini ha invece impostato un delivery più dal sapore antico, la classica consegna a domicilio nel quartiere. Abbiamo anche ampliato l’offerta con prodotti di solito non presenti, come quelli di macelleria per esempio, e l’osmosi con via Spadari si è rivelata ottimale. Stiamo mettendo a punto anche la consegna a domicilio affidandoci a una piattaforma qualificata con Peck Spadari come negozio pilota, a cui farà seguito la riapertura di City Life anche per l’asporto. Tempi più veloci, ma menu più corto rispetto al nostro servizio delivery di natura sartoriale». Se non ci sono novità, dal 1 giugno via libera anche per i ristoranti.
La pandemia che si è abbattuta sul Paese ha investito tutti i mercati, azzerando in molti casi le attività produttive o costringendo a repentini mutamenti di rotta. Italia a Tavola, ha chiesto a Leone Marzotto, amministratore delegato di Peck, di fare un primo bilancio.
«In un contesto di questo genere - ha raccontato - per la natura della nostra offerta abbiamo avuto l’opportunità di rimanere aperti, anche se non in toto. Abbiamo dovuto chiudere i ristoranti di Peck “casa madre” e il complesso di City Life, in quanto in un contesto di centro commerciale e con una spiccata vocazione all’Horeca. Nel dettaglio, la gastronomia di quartiere di via Salvini è andata bene e via Spadari ha fatto registrare una flessione del 30%, calo dovuto soprattutto all’assenza di turisti. Un dato tutto sommato confortevole, se si pensa che a livello europeo i negozi tradizionali di livello hanno perso in media il 50%».
Leone Marzotto
L’azienda ha investito in sicurezza e igiene seguendo tutte le procedure anche con un’interpretazione più rigorosa, ha sostenuto i dipendenti tramite l’utilizzo di ferie e banca ore e solo per quanto riguarda City Life ha dovuto ricorrere alla cassa integrazione. E poi ha incrementato i piani strategici operativi.
L'azienda ha investito in sicurezza e igiene e ha sostenuto i dipendenti
«Per quanto riguarda Peck Spadari - ha spiegato Marzotto - abbiamo aumentato le risorse e moltiplicato gli sforzi di marketing e a Pasqua abbiamo ottenuto un risultato migliore di quello dello scorso anno. La gastronomia di via Salvini ha invece impostato un delivery più dal sapore antico, la classica consegna a domicilio nel quartiere. Abbiamo anche ampliato l’offerta con prodotti di solito non presenti, come quelli di macelleria per esempio, e l’osmosi con via Spadari si è rivelata ottimale. Stiamo mettendo a punto anche la consegna a domicilio affidandoci a una piattaforma qualificata con Peck Spadari come negozio pilota, a cui farà seguito la riapertura di City Life anche per l’asporto. Tempi più veloci, ma menu più corto rispetto al nostro servizio delivery di natura sartoriale». Se non ci sono novità, dal 1 giugno via libera anche per i ristoranti.
di Gabriele Ancona
vicedirettore
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