Insieme:
il panino
della rinascita
il panino
della rinascita
I creativi
del panino riuniti in un grande progetto nel segno di una nuova unità d’Italia
«Hai mai visto un panino? È un abbraccio dove gli ingredienti stanno vicini (loro possono già da ora). E noi? Noi abbiamo realizzato un sogno. Insieme». Vi chiederete che cosa diavolo significhi questa frase. Ebbene significa più di cento creativi del panino che, durante il periodo di confinamento, da marzo a maggio, si sono riuniti in un progetto di rilancio del loro settore e non solo. “I panini della rinascita. Il menu di una nuova unità d’Italia” è il nome del progetto che l’Accademia del Panino Italiano ha lanciato, riuscendo a coinvolgere un gran numero di esercenti da Avola ad Aosta, creando un percorso partecipativo e di coesione del comparto, un piano di comunicazione nazionale, un’idea per il rilancio alla riapertura, un segnale per tutti i settori economici che hanno sofferto in questi mesi. Il tutto attraverso un nuovo menu. Ma andiamo con ordine. Contrariamente alle mode degli ultimi anni, si è partiti a ragionare sui valori-guida e non sul possibile successo comunicativo del progetto. Il primo passo è stato costruire un impianto di pensiero attorno ai bisogni reali del settore, in un momento strano e tragico insieme come quello del lockdown, e pensando a quale fosse la condizione emotiva e psicologica di ciascuno di noi in quel periodo, comprese le aspettative per il futuro.
Il gruppo di lavoro dell’Accademia, coordinato dalla direttrice Barbara Rizzardini, ha fatto subito una scelta di campo: fra la gamma di emozioni e pensieri possibili, che vanno dalla disperazione al sarcasmo, dall’indignazione alla paura, dalla speranza all’ottimismo, dall’incertezza alla determinazione, si è deciso di puntare su valori propositivi, che favorissero una ripartenza. Meglio, una rinascita. Come potrebbe avvenire questa rinascita? Soltanto insieme, è stata la risposta. E proprio “insieme” è il valore-guida scelto, la grande casa dentro la quale abitano altre quattro parole-chiave: rinascita, libertà, fiducia, convivenza. Concetti che, sotto diversi aspetti, sono centrali nel processo di ricostruzione e che potevano essere gli elementi di ispirazione per tutti gli esercenti. L’idea era quella di arrivare a 5 nomi di panini, uguali per tutta Italia, che rappresentassero questi valori, che potessero entrare in ogni menu, in una sezione speciale. Quindi 5 panini uguali per tutti? No: nomi uguali e ricette personali. La nuova unità d’Italia sta nei nomi, le diverse identità territoriali, di carattere e stile, stanno nelle ricette. Ricette libere per tutti? Non proprio: è stato creato un “disciplinare indisciplinato”, che potesse dare alcune indicazioni – anche divertenti – sulla preparazione e sul servizio di questi panini, sempre nel segno dei valori-guida. Così si è svolto il primo workshop, con una ottantina di partecipanti da tutta Italia, in cui anzitutto è nata la “community del panino”, è stato spiegato il progetto ed è stato lanciato l’invito a trovare altre parole, che potessero diventare nomi dei panini della rinascita. Nella chat collettiva sono piovute centinaia di proposte, in pochissimi giorni. Il materiale è stato raccolto e studiato dal gruppo di lavoro dell’Accademia, fino a giungere ai cinque nomi. Nessuno di essi era presente nel lungo elenco, ma tutti sono scaturiti da quello, emergendo quasi naturalmente. Poi si è costruito il disciplinare e si è svolto un secondo workshop con i creativi del panino, ai quali è stato chiesto di ideare le ricette per ogni panino che volessero mettere nel proprio menu. Al contempo, l’Accademia ha progettato una grafica coordinata, un piano di comunicazione e ha cominciato a raccogliere le ricette, ma soprattutto le storie e le emozioni di tutti i creativi della community, per raccontarle in un libro che sia soprattutto una storia umana, individuale e collettiva. Un libro che possa presto trovarsi in tutti i locali e in tutte le librerie d’Italia.
Guido Bosticco Ma quali sono i nomi scelti? Mai visto, Abbraccio, Vicini, Noi, Il sogno (erano tutti presenti nella frase iniziale di questo articolo). Ciascun nome viene declinato in base al territorio. Per esempio, troveremo Mai visto a Bergamo, ma anche Mai visto a Siracusa, Abbraccio di Siena o Abbraccio di Bolzano, Noi di Cagliari, il Sogno di Genova e così via. Unica eccezione, “Vicini”, che prende il nome di un territorio confinante, del quale si userà un ingrediente nel panino. Ogni panino poi va servito con un gesto speciale: il Sogno, ovviamente, si riceve sul tavolo ad occhi chiusi. Se vi siete incuriositi, potete trovare il “disciplinare indisciplinato” sul sito dell’Accademia e magari prendere ispirazione per i vostri panini della rinascita.
«Hai mai visto un panino? È un abbraccio dove gli ingredienti stanno vicini (loro possono già da ora). E noi? Noi abbiamo realizzato un sogno. Insieme». Vi chiederete che cosa diavolo significhi questa frase. Ebbene significa più di cento creativi del panino che, durante il periodo di confinamento, da marzo a maggio, si sono riuniti in un progetto di rilancio del loro settore e non solo. “I panini della rinascita. Il menu di una nuova unità d’Italia” è il nome del progetto che l’Accademia del Panino Italiano ha lanciato, riuscendo a coinvolgere un gran numero di esercenti da Avola ad Aosta, creando un percorso partecipativo e di coesione del comparto, un piano di comunicazione nazionale, un’idea per il rilancio alla riapertura, un segnale per tutti i settori economici che hanno sofferto in questi mesi. Il tutto attraverso un nuovo menu. Ma andiamo con ordine. Contrariamente alle mode degli ultimi anni, si è partiti a ragionare sui valori-guida e non sul possibile successo comunicativo del progetto. Il primo passo è stato costruire un impianto di pensiero attorno ai bisogni reali del settore, in un momento strano e tragico insieme come quello del lockdown, e pensando a quale fosse la condizione emotiva e psicologica di ciascuno di noi in quel periodo, comprese le aspettative per il futuro.
Il gruppo di lavoro dell’Accademia, coordinato dalla direttrice Barbara Rizzardini, ha fatto subito una scelta di campo: fra la gamma di emozioni e pensieri possibili, che vanno dalla disperazione al sarcasmo, dall’indignazione alla paura, dalla speranza all’ottimismo, dall’incertezza alla determinazione, si è deciso di puntare su valori propositivi, che favorissero una ripartenza. Meglio, una rinascita. Come potrebbe avvenire questa rinascita? Soltanto insieme, è stata la risposta. E proprio “insieme” è il valore-guida scelto, la grande casa dentro la quale abitano altre quattro parole-chiave: rinascita, libertà, fiducia, convivenza. Concetti che, sotto diversi aspetti, sono centrali nel processo di ricostruzione e che potevano essere gli elementi di ispirazione per tutti gli esercenti. L’idea era quella di arrivare a 5 nomi di panini, uguali per tutta Italia, che rappresentassero questi valori, che potessero entrare in ogni menu, in una sezione speciale. Quindi 5 panini uguali per tutti? No: nomi uguali e ricette personali. La nuova unità d’Italia sta nei nomi, le diverse identità territoriali, di carattere e stile, stanno nelle ricette. Ricette libere per tutti? Non proprio: è stato creato un “disciplinare indisciplinato”, che potesse dare alcune indicazioni – anche divertenti – sulla preparazione e sul servizio di questi panini, sempre nel segno dei valori-guida. Così si è svolto il primo workshop, con una ottantina di partecipanti da tutta Italia, in cui anzitutto è nata la “community del panino”, è stato spiegato il progetto ed è stato lanciato l’invito a trovare altre parole, che potessero diventare nomi dei panini della rinascita. Nella chat collettiva sono piovute centinaia di proposte, in pochissimi giorni. Il materiale è stato raccolto e studiato dal gruppo di lavoro dell’Accademia, fino a giungere ai cinque nomi. Nessuno di essi era presente nel lungo elenco, ma tutti sono scaturiti da quello, emergendo quasi naturalmente. Poi si è costruito il disciplinare e si è svolto un secondo workshop con i creativi del panino, ai quali è stato chiesto di ideare le ricette per ogni panino che volessero mettere nel proprio menu. Al contempo, l’Accademia ha progettato una grafica coordinata, un piano di comunicazione e ha cominciato a raccogliere le ricette, ma soprattutto le storie e le emozioni di tutti i creativi della community, per raccontarle in un libro che sia soprattutto una storia umana, individuale e collettiva. Un libro che possa presto trovarsi in tutti i locali e in tutte le librerie d’Italia.
Guido Bosticco Ma quali sono i nomi scelti? Mai visto, Abbraccio, Vicini, Noi, Il sogno (erano tutti presenti nella frase iniziale di questo articolo). Ciascun nome viene declinato in base al territorio. Per esempio, troveremo Mai visto a Bergamo, ma anche Mai visto a Siracusa, Abbraccio di Siena o Abbraccio di Bolzano, Noi di Cagliari, il Sogno di Genova e così via. Unica eccezione, “Vicini”, che prende il nome di un territorio confinante, del quale si userà un ingrediente nel panino. Ogni panino poi va servito con un gesto speciale: il Sogno, ovviamente, si riceve sul tavolo ad occhi chiusi. Se vi siete incuriositi, potete trovare il “disciplinare indisciplinato” sul sito dell’Accademia e magari prendere ispirazione per i vostri panini della rinascita.
Guido Bosticco
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