I ristoranti perno
del turismo
La Castelli
un’ignorante
inutile
Laura Castelli |
Le parole della viceministro all'Economia (M5s) che ha invitato i ristoranti senza clienti a cambiare mestiere hanno sollevato il polverone nel settore. Un'uscita infelice e inadeguata che testimonia profonda ignoranza circa quelle che sono le problematiche della ristorazione e le soluzioni.
Sembra incredibile, ma purtroppo è vero. La ricetta del viceministro dell’Economia, Laura Castelli, per ovviare alla drammatica crisi post covid-19 della ristorazione è «cambiare mestiere». Il che vorrebbe dire chiudere i ristoranti oggi senza clienti. Senza nemmeno preoccuparsi del perché pochi italiani frequentano in questi mesi i pubblici esercizi, l’esponente dei 5 stelle sembra dare per scontato che i ristoranti non si riempiranno più. E in base alla sua bislacca teoria ai ristoratori non resterebbe che cambiare mestiere. Naturalmente “aiutati” dallo Stato. E tutto questo in nome delle mutate condizioni della domanda e dell’offerta, che altro non sarebbe che una variante della decrescita (in)felice che sta alla base dello statalismo assistenziale che continua a motivare i 5 stelle. Peccato che chi lavora nei ristoranti non appartiene alla categoria nei nullafacenti o degli ignavi beneficiati dal reddito di cittadinanza.
I titoli di alcuni giornali saranno stati francamente esagerati. Ma anche un articolo “sobrio” come quello di Italia a Tavola ha registrato migliaia di reazioni negative e centinaia di veri e propri insulti sui social. A conferma che le parole della viceministro sono di una vergogna che solo le dimissioni potrebbero cancellare.
La sua ricetta è solo una dimostrazione di ignoranza rispetto ad un lavoro che è fatto di sacrificio, passione e continua ricerca. Da un viceministro dell’Economia ci si aspetterebbe almeno un po’ più di attenzione verso la situazione attuale di aziende che sono la prima linea del turismo (oggi sospeso) e della promozione della filiera agroalimentare. Ma tutto questo non passa nemmeno per la testa della Castelli che cita aiuti e sostegni al comparto che sono o analoghi a quelli di altri settori, o insufficienti, o mai realizzati (pensiamo ai ritardi della cassa integrazione o dei finanziamenti bancari).
E alla signora, non nuova a gaffe di questo genere, non si può non ricordare che fra le cause del disastro di molti pubblici esercizi c’è anche quel lockdown di statali e bancari che solo per ragioni elettorali il suo Governo si ostina a voler mantenere, privando così i locali dei centri urbani di quel minimo di attività legata alla pausa del pranzo. Ma questo alla nostra ignorante viceministro nemmeno passa per la testa…
Parlando della ristorazione e della crisi attuale, la viceministro avrebbe peraltro potuto compiere davvero un salto di qualità ricordando che se dei locali dovranno chiudere questo non dovrebbe avvenire perché in questo momento c’è una crisi drammatica. Questa vale per tutti, ma non per questo si pensa a riconvertire ad esempio la Fiat ad altre attività. Anzi, alla Fca hanno regalato 6 miliardi di euro. In Italia ci sono troppi locali dove si somministra cibo, lo ripetiamo da tempo, e un po’ di selezione sarebbe opportuno. Ma questo la Castelli forse lo ignora. Le sue parole senza senso avrebbeto potuto avere una grande forza se avessero fatto ad esempio riferimento alla necessità di applicare regole fiscali e di igiene valide per tutti, all’importanza di permettere la somministrazione di cibo solo in presenza di cuochi professionisti, alla opportunità di chiudere almeno 5mila ristoranti gestiti dalla criminalità per riciclare il denaro sporco e noti a tutte le Questure italiane. Si creerebbe lo spazio perché le aziende sane e oneste potrebbero lavorare.
Oggi molti ristoratori saranno in piazza a Roma per sollecitare il Governo ad intervenire con più decisione per tutelare queste imprese. La Castelli è meglio che non si faccia vedere, sarebbe come minimo spernacchiata.
I titoli di alcuni giornali saranno stati francamente esagerati. Ma anche un articolo “sobrio” come quello di Italia a Tavola ha registrato migliaia di reazioni negative e centinaia di veri e propri insulti sui social. A conferma che le parole della viceministro sono di una vergogna che solo le dimissioni potrebbero cancellare.
La sua ricetta è solo una dimostrazione di ignoranza rispetto ad un lavoro che è fatto di sacrificio, passione e continua ricerca. Da un viceministro dell’Economia ci si aspetterebbe almeno un po’ più di attenzione verso la situazione attuale di aziende che sono la prima linea del turismo (oggi sospeso) e della promozione della filiera agroalimentare. Ma tutto questo non passa nemmeno per la testa della Castelli che cita aiuti e sostegni al comparto che sono o analoghi a quelli di altri settori, o insufficienti, o mai realizzati (pensiamo ai ritardi della cassa integrazione o dei finanziamenti bancari).
Ristoratori in rivolta dopo le parole del viceministro
E alla signora, non nuova a gaffe di questo genere, non si può non ricordare che fra le cause del disastro di molti pubblici esercizi c’è anche quel lockdown di statali e bancari che solo per ragioni elettorali il suo Governo si ostina a voler mantenere, privando così i locali dei centri urbani di quel minimo di attività legata alla pausa del pranzo. Ma questo alla nostra ignorante viceministro nemmeno passa per la testa…
Parlando della ristorazione e della crisi attuale, la viceministro avrebbe peraltro potuto compiere davvero un salto di qualità ricordando che se dei locali dovranno chiudere questo non dovrebbe avvenire perché in questo momento c’è una crisi drammatica. Questa vale per tutti, ma non per questo si pensa a riconvertire ad esempio la Fiat ad altre attività. Anzi, alla Fca hanno regalato 6 miliardi di euro. In Italia ci sono troppi locali dove si somministra cibo, lo ripetiamo da tempo, e un po’ di selezione sarebbe opportuno. Ma questo la Castelli forse lo ignora. Le sue parole senza senso avrebbeto potuto avere una grande forza se avessero fatto ad esempio riferimento alla necessità di applicare regole fiscali e di igiene valide per tutti, all’importanza di permettere la somministrazione di cibo solo in presenza di cuochi professionisti, alla opportunità di chiudere almeno 5mila ristoranti gestiti dalla criminalità per riciclare il denaro sporco e noti a tutte le Questure italiane. Si creerebbe lo spazio perché le aziende sane e oneste potrebbero lavorare.
Oggi molti ristoratori saranno in piazza a Roma per sollecitare il Governo ad intervenire con più decisione per tutelare queste imprese. La Castelli è meglio che non si faccia vedere, sarebbe come minimo spernacchiata.
di Alberto Lupini
direttore
Nessun commento:
Posta un commento