I ristoratori si giocano
il futuro: In 24 città
l’ultimo grido d’aiuto
Per oggi, mercoledì la Fipe ha organizzato la protesta (a cui si è unita anche la Fic) che si svolgerà in 24 piazze italiane. Italia a Tavola la seguirà con una diretta social da Bergamo diventata la città simbolo della pandemia.
Se non accompagnate da aiuti concreti e immediati, le ulteriori restrizioni contenute nell’ultimo Dpcm rischiano di essere il colpo di grazia per il settore dei pubblici esercizi, già tra i più colpiti dalla spaventosa crisi generata dalla pandemia. Infatti, secondo le stime, a fine anno il comparto rischia di perdere 50mila aziende con ben 300mila posti di lavoro in bilico.
Per questo, mercoledì 28 ottobre, alle 11.30, in 24 piazze di tutta Italia, gli imprenditori dei pubblici esercizi riuniti dalla Fipe e sostenuti anche dalla Federazione italiana cuochi si danno appuntamento per far sentire la propria voce, in maniera pacifica e nel pieno rispetto delle regole, per ribadire l’enorme valore economico, sociale ed antropologico delle proprie attività e chiarire una volta per tutte che non esiste connessione alcuna tra la frequentazione dei Pubblici Esercizi e la diffusione dei contagi, come dimostrato da fonti scientifiche che attribuiscono piuttosto ad altri fattori, tra cui mobilità, sistema scolastico e mondo del lavoro, le cause di contagio.
Una protesta che come Italia a Tavola seguiremo dal centro di Bergamo con una diretta che andrà in onda su tutti i nostri canali social ufficiali (Youtube, Twitter, Facebook, Twitch, Instagram). La città orobica è stata scelta da Fipe, oltre ai capoluoghi di regione, perché diventata il triste simbolo della strage generata dal covid tra marzo e aprile. Una ferita sociale che è rimasta ancora aperta e che è tornata a sanguinare ancor di più a livello economico con le nuove restrizioni e lo spettro di un altro baratro.
«Scendiamo in piazza per evitare che passi il messaggio che i pubblici esercizi abbiano un ruolo nella diffusione del contagio - dichiara Lino Enrico Stoppani, presidente della Fipe-Confcommercio - non esiste alcuna connessione tra quest’ultimo e l’apertura dei locali, anche perché gli operatori del settore rispettano seriamente i protocolli sanitari imposti e validati dal Cts e dall’Inail. Protocolli che hanno richiesto investimenti economici significativi e garantito sicurezza ai consumatori».
«Il settore rischia il suo futuro - continua Stoppani - il Governo, anche in incontri odierni, ha confermato l’impegno di dare seguito immediato a molte delle misure richieste in più occasioni dalla nostra Federazione. Contributi a fondo perduto, interventi sulle locazioni, cancellazione - differimenti di scadenze fiscali, ammortizzatori sociali. Aspettiamo di vedere il provvedimento in approvazione oggi in Consiglio dei Ministri, è fondamentale per consentire la sopravvivenza di un comparto decisivo per la filiera agroalimentare e per il turismo di questo paese». italiaatavola
Pronta la protesta dei ristoratori
Per questo, mercoledì 28 ottobre, alle 11.30, in 24 piazze di tutta Italia, gli imprenditori dei pubblici esercizi riuniti dalla Fipe e sostenuti anche dalla Federazione italiana cuochi si danno appuntamento per far sentire la propria voce, in maniera pacifica e nel pieno rispetto delle regole, per ribadire l’enorme valore economico, sociale ed antropologico delle proprie attività e chiarire una volta per tutte che non esiste connessione alcuna tra la frequentazione dei Pubblici Esercizi e la diffusione dei contagi, come dimostrato da fonti scientifiche che attribuiscono piuttosto ad altri fattori, tra cui mobilità, sistema scolastico e mondo del lavoro, le cause di contagio.
Una protesta che come Italia a Tavola seguiremo dal centro di Bergamo con una diretta che andrà in onda su tutti i nostri canali social ufficiali (Youtube, Twitter, Facebook, Twitch, Instagram). La città orobica è stata scelta da Fipe, oltre ai capoluoghi di regione, perché diventata il triste simbolo della strage generata dal covid tra marzo e aprile. Una ferita sociale che è rimasta ancora aperta e che è tornata a sanguinare ancor di più a livello economico con le nuove restrizioni e lo spettro di un altro baratro.
«Scendiamo in piazza per evitare che passi il messaggio che i pubblici esercizi abbiano un ruolo nella diffusione del contagio - dichiara Lino Enrico Stoppani, presidente della Fipe-Confcommercio - non esiste alcuna connessione tra quest’ultimo e l’apertura dei locali, anche perché gli operatori del settore rispettano seriamente i protocolli sanitari imposti e validati dal Cts e dall’Inail. Protocolli che hanno richiesto investimenti economici significativi e garantito sicurezza ai consumatori».
«Il settore rischia il suo futuro - continua Stoppani - il Governo, anche in incontri odierni, ha confermato l’impegno di dare seguito immediato a molte delle misure richieste in più occasioni dalla nostra Federazione. Contributi a fondo perduto, interventi sulle locazioni, cancellazione - differimenti di scadenze fiscali, ammortizzatori sociali. Aspettiamo di vedere il provvedimento in approvazione oggi in Consiglio dei Ministri, è fondamentale per consentire la sopravvivenza di un comparto decisivo per la filiera agroalimentare e per il turismo di questo paese». italiaatavola
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