Si può valutare se procedere con l’estensione del passaporto vaccinale. Ad esempio per i dipendenti della pubblica amministrazione». Con queste parole, in un’intervista a Repubblica, il ministro della Salute Roberto Speranza apre a una nuovo possibile allargamento del raggio d’azione del green pass. Un passo in più verso quello che sembra l’approdo più probabile: l’obbligo vaccinale.
Precedenza alle categorie di lavoratori a contatto con il pubblico
Una posizione, quest’ultima, sostenuta anche da Italia a Tavola. Soprattutto per quei lavoratori, pubblici e privati, a contatto con il pubblico. Dai camerieri ai baristi, passando per poliziotti, cassieri del supermercato, addetti all’anagrafe, autisti del trasporto pubblico locale e via discorrendo. L’obiettivo è duplice: da un lato, evitare un nuovo lockdown, anche solo parziale, con tutte le conseguenze che ne derivano; come già visto lo scorso autunno. Dall'altro, mettere fine a zone grigie come accaduto per l'accesso alle mense.
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Verso l'obbligo vaccinale
D’altronde, dopo l’obbligo imposto ai dipendenti della sanità e a quelli della scuola, non si capisce come i lavoratori della pubblica amministrazione dovrebbero farne a meno. Anche la loro, a ben vedere, è un’attività essenziale e permetterebbe il ritorno in ufficio e la fine di uno smart working coatto che, dopo la prima fase emergenziale, ora risulta più un ostacolo che una precauzione. «L’obbligo resta una soluzione da valutare in futuro - ha aggiunto lo stesso Speranza nell’intervista a Repubblica - ma di certo si può procedere sull’estensione del green pass per garantire la sicurezza e contrastare il virus. E poi è in corso anche una riflessione con sindacati e imprese per ragionare anche di green pass sui luoghi di lavoro». Insomma, il sentiero sembra tracciato e rappresenta l’unica direzione da prendere per garantire un ritorno alla normalità in attesa che il virus perda la sua carica e la pandemia sia un ricordo.
In questo modo, infine, si disinescherebbero anche le violenze degli ultimi giorni avvenute durante le proteste contro il green pass. Come visto a Roma e Milano e come testimoniato dall'infettivologo Matteo Bassetti in assenza di una indicazione chiara da parte della politica il rischio è che le posizioni si radicalizzino sempre più portando a scontri che travalicano il tema della sicurezza sanitaria per sofociare in una mera zuffa da strada. italiaatavola
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