Il 14 ottobre è stato l'ultimo giorno di Alitalia. La compagnia di bandiera, infatti, dopo una storia turbolenta e un peso non indifferente sulle casse dello Stato, ha lasciato il testimone a Ita (Italia trasporto aereo). Di fatto, ad andare in pensione dopo una storia lunga 75 anni è il marchio che tutti conoscono, messo in vendita per recuperare liquidità e per segnare una netta discontinuità fra vecchia e nuova gestione. L'ultimo volo Alitalia ha decollato da Cagliari alle 22.05 per atterrare a Roma Fiumicino intorno alle 23.
La nuova compagnia: meno aerei e personale
Con Ita l'obiettivo è quello di dare vita a una compagnia diversa e più funzionale al mercato. A partire dalla "taglia": 52 velivoli e 2.800 dipendenti. D'altronde, il futuro della compagnia è «quello di essere integrato all'interno di grandi gruppi a condizione di pari dignità con gli altri membri dell'alleanza e non come è accaduto nel passato ad Alitalia di essere trattato come il parente povero dell'alleanza», ha affermato il presidente di Ita, Alfredo Altavilla.
Entro il 2025 il 77% di velivoli di ultima generazione
A livello aeronautico, come previsto dal piano industriale approvato a luglio, Ita partirà con una flotta di 52 aerei di cui 7 wide body e 45 narrow body ma già nel 2022 è prevista una crescita fino a 78 aeromobili con il progressivo inserimento in flotta di velivoli di ultima generazione. A fine 2025 la flotta crescerà sino a 105 aerei (23 wide body e 82 narrow body), con 81 aeromobili di nuova generazione (77% della flotta totale) per ridurre significativamente l’impatto ambientale e ottimizzare i costi.
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