sabato 22 gennaio 2022

Corre l'inflazione e l'economia rallenta

 

Corre l'inflazione 

e l'economia rallenta

Lo dice il Rapporto sulla congiuntura di Confcommercio per il quale a gennaio il Pil calerà del 2% su dicembre. Previsto pure un aumento dei prezzi al consumo dell'1,5% mensile, mentre la tendenza annuale sarà del 4,7%


L'economia rallenta per il costo delle bollette energetiche e anche a causa dell'aumento dei contagi, mentre corre l'inflazione (a pesare molto è anche il caro energia) con una stima per gennaio di un aumento dei prezzi dell'1,5% su dicembre . La tendenza è in crescendo, tanto che il dato su base annuale sarebbe del 4,7%. Lo si legge nel Rapporto sulla congiuntura della Confcommercio secondo il quale a gennaio il Pil diminuirà del 2% su dicembre mentre sull'anno dovrebbe fissarsi al +4,4%.

Congiuntura Confcommercio: prosegue il rallentamento dell'economia causato da un dicembre drammatico

L’Italia, che fino all’inizio di dicembre aveva vissuto una situazione meno critica rispetto ad altri Paesi, tanto dal punto di vista della pandemia quanto della ripresa del processo inflazionistico, ha registrato nell’ultimo mese un certo deterioramento delle condizioni che amplifica le preoccupazioni sulle prospettive per il 2022.

 A dicembre 2021 l'indicatore dei consumi di Confcommercio (Icc) rallenta al +9,1% tendenziale rispetto al +16,4% di novembre, ma si confronta con un dicembre 2020 nel quale molte attività erano chiuse a causa della seconda ondata della pandemia da Covid. Secondo il Rapporto la domanda relativa ai servizi ha registrato un avanzamento del 47,6% con un +106,5% per gli alberghi e i pasti consumati fuori casa. Decisamente più contenuto risulta l'incremento relativo alla domanda per i beni nel loro complesso (+1,3%).

La ripresa dei consumi non è ancora ai livelli del 2019

Nella media del 2021, nonostante il deciso recupero della domanda messo in atto dalle famiglie a partire dalla primavera, i consumi, nella metrica dell'Icc, sono ancora sotto del 7,7% rispetto al 2019, sintesi di un divario dell'1,3% per i beni e del 22,4% per i servizi.

La situazione di incertezza regnerà fino almeno fino a primavera

Visto il perdurare delle tensioni in alcuni mercati delle materie prime ed i tempi di trasmissione degli impulsi inflazionistici da una fase all’altra lungo le filiere di produzione e distribuzione, tale situazione è destinata a durare almeno fino alla tarda primavera. Ciò mette sempre più a rischio la ripresa della domanda delle famiglie, soprattutto per quei beni e servizi non obbligati che sono stati i più penalizzati nell’ultimo biennio. 

Il commento di Bankitalia

«Le prospettive di crescita sono soggette a molteplici rischi, orientati prevalentemente al ribasso», ha sottolineato BankItalia, commentando i dati della Congiuntura di Confcommercio. Nel breve termine l'incertezza che circonda il quadro previsivo è connessa con le condizioni sanitarie e con le tensioni sul lato dell'offerta, che potrebbero rivelarsi più persistenti delle attese e mostrare un grado di trasmissione all'economia reale più accentuato». italiaatavola

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