SOCIAL:
GLI EFFETTI
NEGATIVI CHE…
(PURTROPPO)
IGNORIAMO
Il mondo virtuale è ormai entrato nel reale, tanto che qualcuno fatica a distinguere l'uno dall'altro. I social danno la possibilità di comunicare con chi è dall'altro capo del mondo, consentono di fare nuove conoscenze e, perché no, di aprire la mente. Eppure, non è tutto oro quello che luccica.
Purtroppo, gli effetti negativi che il mondo virtuale ha o
potrebbe avere sul singolo sono di gran lunga superiori ai benefici.
C’è da sottolineare, però, che tutto dipende dall'utilizzo
che se ne fa. Mentre qualche adulto è coscienzioso e non arriva a farsi
completamente
Assorbire da like o immagini fuorvianti, per i ragazzini non
è la stessa cosa. Sui social nascono vere e proprie guerre, si sviluppano antipatie
profonde e vengono alla luce disagi più o meno profondi. Il tutto, magari,
senza conoscere chi c'è dall'altro capo dello “schermo”.
Ma gli effetti negativi dei social non finiscono qui.
Secondo lo studio australiano “The Dark Side of Using Online Social Networks: A
Review of lndividuals Negative Experiences”, condotto dalla University of Technology
Sydney, e pubblicato sul Journal Global Information Management, gli effetti
negativi legati all'utilízzo dei social media sono quasi 50. Si tratta di una
systematic review condotta su diversi articoli pubblicati tra il 2003 e il
2018.
La revisione sistematica è un tipo di studio che consiste
nella revisione esaustiva della letteratura scientifica relativa a un dato
argomento, in questo caso i rischi dei social media. I primi articoli
analizzati risalgono all'epoca in cui Facebook non era ancora stato fondato,
dato che venne fondato nel 2004, e dunque quando si utilizzava soprattutto MySpace.
Gli autori dello studio hanno riportato in totale 46 effetti dannosi correlati all'uso di siti quali Facebook, Twitter e Instagram.
Le controindicazioni dei social sono state poi classificate
per comodità all’interno di sei macrotemi. Primo tra tutti gli effetti negativi,
il costo dello scambio sociale: include sia danni psicologici, come
depressione, ansia o gelosia, sia altri costi come tempo, energia e denaro
sprecati.
Poi si arriva ai contenuti fastidiosi: una vasta gamma di
contenuti
Dalla salute mentale ai problemi di rendimento professionale
fino alla privacy, a identificare il «prezzo» dell'utilizzo del mondo virtuale è
stata
l’Università di Sidney che infastidiscono, turbano o
irritano, come contenuti inquietanti, violenti o contenuti sessuali o osceni.
Un'altra tematica riguarda i problemi di privacy: qualsiasi
minaccia alla
privacy personale relativa all'archiviazione, al riutilizzo
o alla condivisione di informazioni personali con terze parti inoltre, minacce
alla sicurezza: si riferiscono a danni derivanti da frode o inganno come
phishing o ingegneria sociale.
Cyberbullismo: coinvolge qualsiasi abuso o molestia da parte
di gruppi o individui come messaggi offensivi, bugie, stalking o diffusione di
voci. Ed infine, basso rendimento: ha a che fare con l’impatto negativo sul
lavoro o sul rendimento scolastico.
La ricerca inoltre si chiede come possa avvenire un
miglioramento del rapporto intrattenuto dalle persone con i social, affinché
l'utente sia maggiormente consapevole dei rischi.
Il prossimo passo sarà provare a sviluppare e testare applicazioni,
funzionalità di progettazione e altre soluzioni in grado di ridurre gli effetti
negativi. Secondo il team di ricerca, una maggiore consapevolezza dei loro
potenziali pericoli può incoraggiare la moderazione degli utenti e aiutare gli
ingegneri del software, gli educatori e i responsabili delle politiche a
sviluppare modi per ridurre gli impatti negativi.
La dottoressa Eila Erfani, vicedirettore della UTS School of
Information, Systems and Modeling ha dichiarato: “I danni dei social media sono
stati per lo più studiati da una prospettiva psicopatologica. Hanno ricevuto
meno attenzione dai ricercatori dei sistemi informativi. I
sistemi informativi esaminano l'impatto della tecnologia su persone e
organizzazioni per soddisfare al meglio le loro esigenze. Identificare e
comprendere come ridurre gli esiti negativi dell’uso dei social media fa parte
di questa sfida.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto la
necessità di ulteriori ricerche sulla dipendenza dalla tecnologia
dell'informazione e la necessità di sviluppare strategie per prevenire e
trattare questo problema”.
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