“Non è un romanzo”
E' L'ULTIMO LIBRO
DI SOSTENE SCHENAMa la sua vita lo sembra davvero! E' uscita in questi giorni (per i tipi di Kimerik) la seconda edizione della biografia di Sostene Schema giornalista e molto altro… pontalpino.
Cominciamo dal titolo: “Non è un romanzo”.
E’ una biografia infatti; la storia della vita di Sòstene Schena, giornalista e mille altro ancora. Ma a leggere le quasi 250 pagine del libro sembra proprio di avere a che fare con un romanzo, quello di una vita piena di storia, di episodi, di avventure, ma anche di umorismo e di proverbi. Come scrive Dino Bridda nella prefazione “è importante essere titolari di una esistenza da raccontare” ed esserne orgogliosi.
Quella che si incontra nel libro non è solo la storia della sua vita, raccontata senza falsi pudori, è la storia di 84 anni di vicende bellunesi, prima di tutto pontalpine, ma con uno sguardo molto più ampio.
Chi è un po' avanti con l’età riconoscerà persone, situazioni, eventi che, a sua volta, ha vissuto. E per i più giovani ci sono un sacco di scoperte curiose e interessanti. Sòstene Schena è prima di tutto un giornalista, abituato a scrivere di cronaca nera e giudiziaria, anche ben prima' di farne una professione esclusiva. Ha lavorato per “ll Giorno”, “Il Corriere Lombardo" e poi per “Il Gazzettino” fino alla pensione nel 1995.
In anni più recenti si è occupato molto di enogastronomia, è sommelier Ais e degustatore ufficiale regionale. Ha ideato e curato le riviste “Convivium 2000” e “Il Sommelier veneto”. Stretti i suoi rapporti con la Croazia, dove ha pubblicato tre guide sui ristoranti e altri volumi. Ma Schena è anche un poeta, con tre libri dai titoli “In 160 battute 500 sms in rima”, “Mille sms in rime libere” e “160 battute 1000 e più sms in rima”. Dal 2013 ha creato un blog “Convivium2000.blogspot.com” che si occupa di enogastronomia, turismo, made in ltaly e altro ancora.
Ma tomiamo a “Non è un romanzo”. La sua, a Ponte, è una famiglia di commercianti che si dedica a molte attività, a cui sono avviati anche Sòstene e i suoi fratelli. Ai tanti lavori, prima di scegliere in via esclusiva quello di giornalista, si aggiunge quello di consulente finanziario che lo porterà anche all'estero.
Come giornalista segue alcune delle vicende più importami del Bellunese degli ultimi decenni, dal processo per i delitti di Alleghe, al disastro del Vajont. Proprio il racconto della notte del 9 ottobre 1963 si fa leggere d'un fiato: quella sera stava guardando la partita di calcio, quando mancò la luce. Andò verso Longarone a vedere cosa era accaduto e tornò indietro per chiamare il suo capo in redazione. In quel momento la notizia era che una parte della diga era crollata ma nella mente di Schena c'erano le parole che l’ingegner Semenza, il costruttore della diga, aveva detto unGiomo al padre commerciante, passando da Ponte: “Semmai crolleranno le montagne", la diga, quella, non sarebbe crollata.
Schena è amico di Tina Merlin, che un giorno nel 1979 lo contattò per dargli la notizia che uno con il suo nome e tutti i suoi documenti era morto a Roma in un conflittto a fuoco tra brigatisti e forze dell’ordine. A Schena i documenti erano stati rubati qualche tempo prima. Si scoprì poi che il brigatista non era morto e che si trattava di uno dei più noti e famigerati, Prospero Gallinari.
Se non è un romanzo questo!
MARCELLA CORRA'
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