Expo, quanto hanno speso gli italiani?
2,3 miliardi di euro tra ingresso e cibo
Il 51% dei visitatori italiani di Expo ha speso
in totale meno di 75 euro. Per i pasti, il 32% che ha scelto la cucina italiana, il 25% quella straniera. Il 47% ha giudicato troppo alta la spesa per la ristorazione. In cima alla lista della cucina straniera più apprezzata sale il Giappone che trova il consenso del 18% dei visitatori
in totale meno di 75 euro. Per i pasti, il 32% che ha scelto la cucina italiana, il 25% quella straniera. Il 47% ha giudicato troppo alta la spesa per la ristorazione. In cima alla lista della cucina straniera più apprezzata sale il Giappone che trova il consenso del 18% dei visitatori
Gli italiani hanno speso complessivamente 2,3 miliardi per visitare l’Esposizione universale tra viaggio, alloggio, spese varie fuori e ingresso e consumazioni all’interno. È quanto emerge dalla prima indagine completa sul bilancio dell’evento elaborata da Coldiretti/Ixè, presentata al Forum sull’eredità di Expo e sulle sfide future, dal quale emerge peraltro che il 51% dei visitatori ha speso complessivamente meno di 75 euro.
Il 49% dei visitatori ha colto l’occasione della visita a Expo anche per visitare altre località e luoghi al di fuori dell’area anche se il tempo necessario per l’Esposizione ha limitato le distanze, secondo Coldiretti/Ixè. Infatti il 42% dei visitatori di Expo è rimasto nella città di Milano, l’11% in alcuni luoghi in Lombardia, e solo il 4% altre Regioni del Nord Ovest mentre percentuali residuali si sono recati in altre Regioni. L’effetto di promuovere il turismo è stato comunque centrato per il 32% dei visitatori.
L’ingresso è stato considerato troppo caro da meno di 1/3 dei visitatori (31%) che hanno però assegnato all’Italia il primato del padiglione più generoso con il 10% dei consensi davanti alla Russia (7%) e al Belgio (6%). In questo contesto particolarmente apprezzata è stata la presenza degli agricoltori della Coldiretti che è nota a quasi due visitatori su tre (63%) con offerta di prodotti, distribuzione di pasti, coinvolgimento in giochi, iniziative di informazione anche con i più piccoli. A essere stata apprezzata è stata la difesa dei prodotti italiani dal 32%, la testimonianza del lavoro nelle campagne dal 23% e la garanzia della qualità degli alimenti dal 23%.
«Oltre mezzo milione di visitatori hanno avuto l’occasione di gustare dalle mani degli agricoltori un frutto, un dolce, una merenda o veri e propri pasti tutti rigorosamente Made in Italy - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che - nell’area del padiglione Coldiretti “No farmers no party” sono stati distribuiti 500 pasti al giorno serviti tra pranzi e cene con 100 bottiglie di vino, mille porzioni di cibi di strada al giorno ma anche 1.500 colazioni al giorno e 2mila degustazioni o merende in media al giorno del tutto gratuitamente».
«Abbiamo organizzato - ha spiegato Moncalvo - oltre 2mila eventi, accolto 480 classi con circa 11mila studenti visitatori e distribuito gratuitamente 36mila kit dell’orto per sensibilizzare sui temi dell’ambiente e della biodivesità. La presenza degli agricoltori italiani è stata tangibile fin dall’inaugurazione con il padiglione Coldiretti tappezzato completamente dai loro volti con l’enorme scritta “No farmers no party” per ricordare che non c'è Expo, non c'è cibo e non c'è vita senza il duro lavoro nelle campagne.
«Si è trattato - ha concluso Moncalvo - dell’unico spazio dove è stata data la possibilità agli agricoltori di tutte le regioni di far conoscere al mondo le proprie storie ed i propri prodotti. Una esperienza di successo sancito dal record di presenze anche alle mostre sui primati del Made in Italy che è stato sostenuto dalla promozione di eventi che hanno segnato il corso dell’esposizione, dall’incontro dei trentamila con il presidente del Consiglio Matteo Renzi al concerto con Edoardo Bennato and Farmers, dall’Oscar Green per l’innovazione a Terra Madre Giovani».
Piatti stranieri i più gettonati
Per mangiare all’interno di Expo i visitatori hanno speso in media 27 euro con la maggioranza del 32% che ha scelto un cucina esclusivamente italiana, il 25% solo quella straniera, il 34% ha provato sia la straniera che quella italiana mentre il 9% non ricorda. Meno della metà dei visitatori (47%) ha giudicato troppo alta la spesa per la ristorazione (bar, ristoranti, fast food e cibi di strada) mentre un 6% dichiara di non aver acquistato niente, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.
In cima alla lista della cucina straniera più apprezzata sale il Giappone che trova il consenso del 18% dei visitatori ma nella top ten ci sono anche la Thailandia, la Francia, la Spagna, l’Argentina, il Messico. Il Brasile, gli Usa, la Corea e l’India. Solo una risicata percentuale si è avventurata nell’assaggio delle curiosità più strane offerte, dall’hamburger di alligatore a quello di zebra dello Zimbawe fino al pesce palla giapponese che tuttavia hanno conquistato una certa notorietà.
Ma tra i diversi piatti stranieri molto ricordati sono stati anche gli hamburger e il panino all'astice degli Usa, la bistecca dell’Uruguay, le patate olandesi e quelle del Belgio la birra slovena, la sangria e tapas di prosciutto della Spagna, il riso fritto e pollo dell’ Indonesia, le tajine di agnello berbero del Marocco, gli involtini primavera malesi, gli hot dog con salsa di gamberetti dell’Inghilterra, il falafel di Israele, il zereshk dell’Iran, la Baklava della Turchia, i ravioli croccanti della Corea, insalata di cavallo con caviale di beluga e latte di giumenta fermentato del Kazakistan, il sukiyaki bento del Giappone e il cous cous della Tunisia.
Il 49% dei visitatori ha colto l’occasione della visita a Expo anche per visitare altre località e luoghi al di fuori dell’area anche se il tempo necessario per l’Esposizione ha limitato le distanze, secondo Coldiretti/Ixè. Infatti il 42% dei visitatori di Expo è rimasto nella città di Milano, l’11% in alcuni luoghi in Lombardia, e solo il 4% altre Regioni del Nord Ovest mentre percentuali residuali si sono recati in altre Regioni. L’effetto di promuovere il turismo è stato comunque centrato per il 32% dei visitatori.
L’ingresso è stato considerato troppo caro da meno di 1/3 dei visitatori (31%) che hanno però assegnato all’Italia il primato del padiglione più generoso con il 10% dei consensi davanti alla Russia (7%) e al Belgio (6%). In questo contesto particolarmente apprezzata è stata la presenza degli agricoltori della Coldiretti che è nota a quasi due visitatori su tre (63%) con offerta di prodotti, distribuzione di pasti, coinvolgimento in giochi, iniziative di informazione anche con i più piccoli. A essere stata apprezzata è stata la difesa dei prodotti italiani dal 32%, la testimonianza del lavoro nelle campagne dal 23% e la garanzia della qualità degli alimenti dal 23%.
«Oltre mezzo milione di visitatori hanno avuto l’occasione di gustare dalle mani degli agricoltori un frutto, un dolce, una merenda o veri e propri pasti tutti rigorosamente Made in Italy - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che - nell’area del padiglione Coldiretti “No farmers no party” sono stati distribuiti 500 pasti al giorno serviti tra pranzi e cene con 100 bottiglie di vino, mille porzioni di cibi di strada al giorno ma anche 1.500 colazioni al giorno e 2mila degustazioni o merende in media al giorno del tutto gratuitamente».
«Abbiamo organizzato - ha spiegato Moncalvo - oltre 2mila eventi, accolto 480 classi con circa 11mila studenti visitatori e distribuito gratuitamente 36mila kit dell’orto per sensibilizzare sui temi dell’ambiente e della biodivesità. La presenza degli agricoltori italiani è stata tangibile fin dall’inaugurazione con il padiglione Coldiretti tappezzato completamente dai loro volti con l’enorme scritta “No farmers no party” per ricordare che non c'è Expo, non c'è cibo e non c'è vita senza il duro lavoro nelle campagne.
«Si è trattato - ha concluso Moncalvo - dell’unico spazio dove è stata data la possibilità agli agricoltori di tutte le regioni di far conoscere al mondo le proprie storie ed i propri prodotti. Una esperienza di successo sancito dal record di presenze anche alle mostre sui primati del Made in Italy che è stato sostenuto dalla promozione di eventi che hanno segnato il corso dell’esposizione, dall’incontro dei trentamila con il presidente del Consiglio Matteo Renzi al concerto con Edoardo Bennato and Farmers, dall’Oscar Green per l’innovazione a Terra Madre Giovani».
Piatti stranieri i più gettonati
Per mangiare all’interno di Expo i visitatori hanno speso in media 27 euro con la maggioranza del 32% che ha scelto un cucina esclusivamente italiana, il 25% solo quella straniera, il 34% ha provato sia la straniera che quella italiana mentre il 9% non ricorda. Meno della metà dei visitatori (47%) ha giudicato troppo alta la spesa per la ristorazione (bar, ristoranti, fast food e cibi di strada) mentre un 6% dichiara di non aver acquistato niente, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.
In cima alla lista della cucina straniera più apprezzata sale il Giappone che trova il consenso del 18% dei visitatori ma nella top ten ci sono anche la Thailandia, la Francia, la Spagna, l’Argentina, il Messico. Il Brasile, gli Usa, la Corea e l’India. Solo una risicata percentuale si è avventurata nell’assaggio delle curiosità più strane offerte, dall’hamburger di alligatore a quello di zebra dello Zimbawe fino al pesce palla giapponese che tuttavia hanno conquistato una certa notorietà.
Ma tra i diversi piatti stranieri molto ricordati sono stati anche gli hamburger e il panino all'astice degli Usa, la bistecca dell’Uruguay, le patate olandesi e quelle del Belgio la birra slovena, la sangria e tapas di prosciutto della Spagna, il riso fritto e pollo dell’ Indonesia, le tajine di agnello berbero del Marocco, gli involtini primavera malesi, gli hot dog con salsa di gamberetti dell’Inghilterra, il falafel di Israele, il zereshk dell’Iran, la Baklava della Turchia, i ravioli croccanti della Corea, insalata di cavallo con caviale di beluga e latte di giumenta fermentato del Kazakistan, il sukiyaki bento del Giappone e il cous cous della Tunisia.
Nessun commento:
Posta un commento