Tipsy, ecco
il barman robot
che prepara
60 tipi di cocktail
Un bartender che mette insieme tecnologia, mixology e una buona dose di spettacolo? Non è Tom Cruise nei panni del barman acrobatico in Cocktail, ma di Tipsy, un robot che prepara a regola d’arte il tuo drink preferito.
Si trova al Miracle Mile Shops del Planet Hollywood Resort & Casino di Las Vegas, locale di un imprenditore italiano che ha sposato il progetto Makr Shakr, un nome che mescola il maker e lo shaker, un’idea di alcuni studenti del Politecnico di Torino, sviluppato dal Senseable City Lab del Massachusetts Institute of Tecnology di Boston di cui l’architetto torinese Carlo Ratti è il direttore.Il drink prende forma sui tablet con l’assistenza dei “Galactic Ambassador”. A preparare il drink dei robot Kuka dotati di due braccia meccaniche che lavorano all’unisono e simulano alla perfezione i gesti di un bartender: prendono il ghiaccio, il limone, la soda e tutti gli ingredienti necessari, poi mixano, shakerano e guarniscono l’ordinazione con una tecnica equiparabile a quella di un professionista di settore e con movimenti perfezionati da un coreografo italiano.
Tipsy può preparare 60 diversi tipi di cocktail fino a un massimo di 120 bicchieri all'ora dalle combinazioni infinite avendo a disposizione circa 150 liquori, bevande alcoliche e miscele non alcoliche, nonché ingredienti aggiuntivi come menta, fette di limone e un mix di sale e pepe. Si può scegliere tra le 10mila ricette presenti nel menù oppure creare il proprio drink personalizzato scegliendo liberamente fra tutti gli ingredienti messi a disposizione. 14 dollari il costo del drink, incluse tasse e mancia. Pagamento con carta di credito.
Al suo esordio Tipsy ha scatenato le proteste di 50 mila dipendenti, baristi in carne e ossa, ma anche cuochi e camerieri, delle 34 case da gioco di Las Vegas Gli inventori descrivono il progetto come «un esperimento sociale che guarda a come le persone potrebbero abbracciare le nuove possibilità offerte dalla produzione digitale». Quindi l’utente diventa barista lui stesso.
Innovazione, spettacolo, una nuova esperienza, sicuramente la richiesta di James Bond per un Martini stirred not shaken può essere esaudita, ma mancano le quattro chiacchere al bancone, il bicchiere di vetro, l’atmosfera di un cocktail bar, l’occasione dell’incontro, la ricerca e la sperimentazione sui nuovi prodotti per il bere miscelato e sarebbe difficile rispondere alla domanda di Jasmine: «Con chi dovrei andare a letto per avere un vodka Martini?». Attualmente sono già operativi 7 di questi robot: cinque sulle navi da crociera Royal Caribbean, tra cui anche sulla Symphony of the Sea, la cruiser più grande al mondo; uno al Planet Hollywood Resort & Casino di Las Vegas e un altro al Robo Bar dell’Hard Rock Hotel di Biloxi (Missisipi) sempre in Usa.
La scorsa estate è stata presentata a Torino Makr Shakr 3, evoluzione del primo barman-robot, una struttura modulare facilmente adattabile a spazi preesistenti, una postazione mobile che potrebbe facilmente prestarsi all’organizzazione di eventi in esterno e festival estemporanei, oppure trovare posto accanto al bancone tradizionale, per offrire un’alternativa ad alto tasso di spettacolarità in contesti più classici.
di Piera Genta
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