domenica 20 gennaio 2019

Guerrilla marketing, comunicare in modo... unconventional

Guerrilla marketing, 

comunicare
in modo... 

unconventional



Tutti ne hanno sentito parlare, ma in pochi sanno di cosa si tratti. Se doveste domandarlo al più romantico dei pubblicitari, vi risponderà che il “guerrilla marketing” è la più alta forma di engaging creativo di un prodotto, il punto di congiunzione astrale tra la semplicità espressiva e l’efficacia persuasiva. 

Se il vostro migliore amico veste i panni del “markettaro” in un’azienda, la definizione potrebbe assomigliare a quella proposta nel 1984 dallo statunitense Jay Conrad Levinson: una campagna pubblicitaria unconventional a low budget, realizzata per mezzo della trasposizione creativa di strumenti comuni al fine di comunicare in modo eye-catching i benefit di prodotto e i core values del brand.

(Guerrilla marketing, comunicare in modo... unconventional)

In parole povere, il guerrilla marketing altro non è che l’ideazione di una campagna promozionale in grado di cogliere di sorpresa il consumatore (da qui il termine “guerrilla”, imboscata), risultando così più coinvolgente e memorabile di qualsiasi altra forma di marketing. Dagli ‘90 ad oggi, gli esempi di guerrilla marketing sono incalcolabili e spaziano dall’arredo di elementi stradali, all’installazione di billboard speciali, sino a vere e proprie esperienze collettive organizzate, come i flash mob.

Com’è possibile fare del guerrilla marketing?
Per ideare una campagna di guerrilla marketing vincente, il primo ingrediente della ricetta è senza dubbio una buona dose di creatività. La sua natura assolutamente imprevedibile offre ampio raggio d’azione alla creatività: una volta individuata l’idea, le possibilità di esprimere il concetto di campagna sono illimitate, sia nell’esecuzione che negli effetti che potrebbe generare sull’opinione pubblica. 

Attenzione a dove posizionate la vostra installazione
In quanto operazione di marketing col compito di irrompere nella vita quotidiana dei consumatori, i touch point selezionati dovranno trovarsi in luoghi pubblici soggetti alla presenza di grandi flussi di persone. Metro, aeroporti, centri commerciali e piazze sono le location perfette dove poter attivare la propria campagna.  

Quali sono i reali vantaggi che possiamo ottenere in cambio?
Lo stupore è qualcosa di difficile da poter cancellare dalla memoria. Un pubblico colto di sorpresa è quindi, per definizione, più incline alla fidelizzazione rispetto a chi si sottopone ad una comunicazione passiva tradizionale. Inoltre, la presenza di tecnologie sempre connesse e a portata di mano, come smartphone e tablet, è in grado di trasformare qualsiasi iniziativa offline in un autentico fenomeno virale in pochi clic. La condivisione dell’iniziativa sui canali social, infine, consente di raggiungere tutti quegli utenti che non hanno potuto partecipare all’esperienza di guerrilla, migliorando di conseguenza anche la presenza online del proprio brand. 

Guerrilla sì, ma con le dovute precauzioni
Mettersi in luce con una campagna fuori dagli schemi è sempre cosa buona e giusta. Attenzione, però, a non eseguirla senza una strategia ben definita. Comunicare senza un’idea precisa un prodotto e come si vuole intervenire, potrebbe mandare all’aria l’intero progetto, con effetti collaterali assai pericolosi e difficili da controllare. Il consiglio, quindi, è di fissare a monte gli obiettivi da raggiungere, in modo da saperli interpretare al meglio durante l’intera attività unconventional. Buona guerrilla!
Italiaatavola
Per informazioni: www.jacleroi.com

Nessun commento:

Posta un commento