martedì 5 febbraio 2019

Crociere, nuove navi per 43 miliardi Boom di lavoro per i cantieri italiani

Crociere, 

nuove navi 

per 43 miliardi
Boom di lavoro 

per i cantieri 

italiani


Èun settore che non conosce crisi, anzi. 

Il mercato mondiale delle crociere continua a crescere e da qui al 2022 sono previsti investimenti per 43 miliardi di euro per la costruzione di 90 navi nuove di zecca. Un quarto delle risorse finirà nei cantieri italiani di Fincantieri. 24 navi saranno consegnate quest'anno. 

Altrettante solcheranno i mari a partire dal 2020, e avanti così, con questo ritmo, anche nei due anni successivi. Per cantieri e armatori si preannunciano tempi d’oro, quindi. Con le 90 navi che nei prossimi 4 anni entreranno in servizio sulle destinazioni di tutto il mondo, si amplierà dunque di un terzo l’offerta ad oggi presente sul mercato.
E l’Italia sarà protagonista, non soltanto perché a fare la parte del leone nella costruzione dei nuovi lussuosissimi alberghi del mare sarà appunto Fincantieri, ma anche perché alcuni dei brand più vivaci in fatto di ordinazioni sono proprio quelli di casa nostra. Msc Crociere, per esempio, ha già in programma l’acquisizione di 5 nuove navi, mentre Costa Crociere ne ha commissionato la costruzione di altre 4, ma con la previsione di implementare ulteriormente la sua flotta negli anni a venire.

(Crociere, nuove navi per 43 miliardi Boom di lavoro per i  cantieri italiani)

Le mete del Mediterraneo restano quindi tra le preferite dai viaggiatori, con il 17,3% delle preferenze, anche se, per la verità, le destinazioni caraibiche, con il 34,4% delle destinazioni, restano al momento irraggiungibili. Ma a crescere sono soprattutto le nuove destinazioni, quelle ad oggi meno gettonate, come la Cina, l’Alaska e il Nord Europa, destinate a richiamare un numero sempre più elevato di turisti.

A viaggiare si confermano soprattutto gli americani: sugli oltre 30 milioni di crocieristi, l’11,7% arriva dagli Stati Uniti, mentre crescono tra gli altri soprattutto i cinesi (oggi al 2,4%), che hanno superato tedeschi (2,2%), inglesi (1,93%) e australiani (1,34%). E gli italiani? Il margine di crescita pare essere ampio, visto che tra coloro che salgono ogni anno in nave, i nostri connazionali sono appena lo 0,7%.
Iat

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