Gli amici “stellati”
dei Pellegrino
alla serata
delle Terre
di Shemir
Per il quinto anno la famiglia Pellegrino, produttrice di olio evo e vino nel trapanese, ha invitato chef e amici per una cena a tante mani per fare degustare i prodotti dell’azienda.
Si cominciò nel 2015 quando Francesco, Ciccio per gli intimi, Pellegrino produttore con la famiglia di due dei più buoni oli evo “U Trappitu” nonché da qualche anno anche di ottimo vino, pensò di invitare a Trapani, la sua città, amici e clienti grandi chef per una serata di alta cucina in cui altri amici ospiti potevano apprezzare, oltre al vino, pietanze d’autore dove gli oli evo Terre di Shemir dell’ultima annata erano i protagonisti.
Nacque così quello che abbiamo definito come “Terre di Shemir Day” in quanto nella realtà i cuochi passano un’intera giornata tra il mercato, la cucina, la cena. Tutto si svolge nel ristorante gourmet Serisso 47 dove il patron/chef Gaetano Basiricò mette a disposizione il suo personale e l’intera struttura, per l’occasione come ogni anno addobbata da eleganti composizioni.
Siamo arrivati così alla quinta edizione di un evento che rappresenta ormai una tradizione, al quale ogni anno, oltre ai cuochi storici sempre presenti, si aggiungono delle novità. Quindi oltre a Basiricò, Damiano Nigro dello stellato Villa d’Amelia a Benevello (Cn), Stefano Mazzone chef del ristorante gourmet Rendez-Vous del Grand Hotel Quisisana di Capri, da quattro anni si è unito Pino Cuttaia del bistellato La Madia di Licata, e da tre Michelangelo Citino che ha fatto del suo Michelangelo Restaurant a Linate uno dei più apprezzati ristoranti aeroportuali.
Quest’anno Ciccio ha aggiunto la lieta sorpresa: Andrea Migliaccio bistellato chef de L’Olivo, ristorante gourmet del Capri Palace Hotel, e solo una stella, si fa per dire, del ristorante Il Riccio a pochi passi dalla Grotta Azzurra. La generosità di Ciccio e della moglie Lara non si sono fermati qui: tra gli altri, hanno invitato anche Riccardo Lamperti, un giovane affetto da autismo con la passione della cucina, cui i genitori hanno aperto il ristorante “Le Ris, un sorriso per un risotto” ad Olgiate Olona (Va), in cui ora lavorano anche altri ragazzi con disabilità. Riccardo, accompagnato dalla mamma, ha avuto la gioia di poter lavorare ai fornelli accanto ai grandi chef che gli hanno firmato la giacca, e di ricevere anche lui, come gli altri, il dono ricordo di una jeroboam dell’evo Terre di Shemir personalizzata col suo nome e con decorazioni in ceramica.
La cena offerta a una settantina di amici è iniziata con un invitante cocktail di Peppe La Sala a base di gin, succo di bergamotto arancia e limone, olio Intenso e gelatina di olio al bordo.
Pino Cuttaia ha presentato la prima entrata, una vera opera d’arte visiva: il Quadro di alici che sembra una mattonella di vetro che sorregge la cipolla caramellata, il pomodoro, i filetti di alice, la polvere di nero di seppia, bordata da una delicata maionese alla bottarga, invece il piatto non esiste, tutto è poggiato su una salvietta in microfibra. La cena non poteva iniziare al meglio.
Michelangelo Citino ha proposto un altro antipasto: Crema di cavolfiore delicatamente affumicato e maneggiato con l’olio Intenso, uova di salmone, gelatina di arancia tarocco presentata a mo’ di tuorlo e rafano, piatto esemplare per armonia, pur nella diversità gustativa degli ingredienti, con il succo dell’arancia che esplode semiliquido in bocca.
È toccato poi al padrone di casa Gaetano Basiricò, con un Baccalà mantecato all’olio, condito con la “lardiata”, una tipica preparazione trapanese a base di pomodoro aromatizzato con origano, aglio e olio, poi chips di pane tostato che hanno dato il croccante in una splendida pietanza dove gusto, acidità, profumi e consistenze hanno destato ammirazione. Il piatto ha ricordato il collega Giuseppe Amore, scomparso recentemente, titolare del ristorante “Salamureci”, oggi gestito dal suo giovane chef Michele Bellezza che era anch’egli presente dando una mano sapiente alla serata.
Nacque così quello che abbiamo definito come “Terre di Shemir Day” in quanto nella realtà i cuochi passano un’intera giornata tra il mercato, la cucina, la cena. Tutto si svolge nel ristorante gourmet Serisso 47 dove il patron/chef Gaetano Basiricò mette a disposizione il suo personale e l’intera struttura, per l’occasione come ogni anno addobbata da eleganti composizioni.
Siamo arrivati così alla quinta edizione di un evento che rappresenta ormai una tradizione, al quale ogni anno, oltre ai cuochi storici sempre presenti, si aggiungono delle novità. Quindi oltre a Basiricò, Damiano Nigro dello stellato Villa d’Amelia a Benevello (Cn), Stefano Mazzone chef del ristorante gourmet Rendez-Vous del Grand Hotel Quisisana di Capri, da quattro anni si è unito Pino Cuttaia del bistellato La Madia di Licata, e da tre Michelangelo Citino che ha fatto del suo Michelangelo Restaurant a Linate uno dei più apprezzati ristoranti aeroportuali.
Quest’anno Ciccio ha aggiunto la lieta sorpresa: Andrea Migliaccio bistellato chef de L’Olivo, ristorante gourmet del Capri Palace Hotel, e solo una stella, si fa per dire, del ristorante Il Riccio a pochi passi dalla Grotta Azzurra. La generosità di Ciccio e della moglie Lara non si sono fermati qui: tra gli altri, hanno invitato anche Riccardo Lamperti, un giovane affetto da autismo con la passione della cucina, cui i genitori hanno aperto il ristorante “Le Ris, un sorriso per un risotto” ad Olgiate Olona (Va), in cui ora lavorano anche altri ragazzi con disabilità. Riccardo, accompagnato dalla mamma, ha avuto la gioia di poter lavorare ai fornelli accanto ai grandi chef che gli hanno firmato la giacca, e di ricevere anche lui, come gli altri, il dono ricordo di una jeroboam dell’evo Terre di Shemir personalizzata col suo nome e con decorazioni in ceramica.
La cena offerta a una settantina di amici è iniziata con un invitante cocktail di Peppe La Sala a base di gin, succo di bergamotto arancia e limone, olio Intenso e gelatina di olio al bordo.
Pino Cuttaia ha presentato la prima entrata, una vera opera d’arte visiva: il Quadro di alici che sembra una mattonella di vetro che sorregge la cipolla caramellata, il pomodoro, i filetti di alice, la polvere di nero di seppia, bordata da una delicata maionese alla bottarga, invece il piatto non esiste, tutto è poggiato su una salvietta in microfibra. La cena non poteva iniziare al meglio.
Michelangelo Citino ha proposto un altro antipasto: Crema di cavolfiore delicatamente affumicato e maneggiato con l’olio Intenso, uova di salmone, gelatina di arancia tarocco presentata a mo’ di tuorlo e rafano, piatto esemplare per armonia, pur nella diversità gustativa degli ingredienti, con il succo dell’arancia che esplode semiliquido in bocca.
È toccato poi al padrone di casa Gaetano Basiricò, con un Baccalà mantecato all’olio, condito con la “lardiata”, una tipica preparazione trapanese a base di pomodoro aromatizzato con origano, aglio e olio, poi chips di pane tostato che hanno dato il croccante in una splendida pietanza dove gusto, acidità, profumi e consistenze hanno destato ammirazione. Il piatto ha ricordato il collega Giuseppe Amore, scomparso recentemente, titolare del ristorante “Salamureci”, oggi gestito dal suo giovane chef Michele Bellezza che era anch’egli presente dando una mano sapiente alla serata.
di Gianni Paternò
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