Extravergine a 15€
al litro? Ecco perché può essere un'opportunità per tutti
In Italia abbiamo una bassa quantità di olio evo prodotta, quindi dobbiamo cercare di fare in modo di aumentarne la produzione. Ma affinché questo accada ci deve essere redditività per gli agricoltori, devono iniziare a muoversi determinati meccanismi. Gli agricoltori non possono continuare a vendere i loro prodotti a cifre irrisorie, perché finiranno con l’abbandonare le coltivazioni
Nei prossimi mesi in Italia potremmo ritrovarci a pagare l'olio extravergine di oliva più di quanto, finora, siamo stati abituati a fare. Per una serie di ragioni, la principale la carenza di scorte importate dall'estero (soprattutto dalla Spagna, alle prese con una produzione in netto calo), ecco che potrebbe esserci una penuria di oli a basso prezzo (per lo più comunitari), con la scelta che si rivolgerà verso prodotti nazionali. I quali, potrebbero arrivare a superare la soglia psicologica di 10 euro al litro. Alcune stime indicano un prezzo "base", per così dire, di 15 euro. Apriti cielo, ma cerchiamo di analizzare più a fondo la questione, spiegando come questo potrebbe non essere necessariamente qualcosa di negativo.
E se pagare un litro di olio 15 euro non fosse poi così un male? E se, andando controcorrente rispetto almeno a quella che può essere l’opinione comune in merito, scavassimo un po’ più a fondo nella questione, potremmo trovare qualche punto positivo di tale aspetto? Non solo uno, in realtà, in quanto la situazione che si sta delineando nei prossimi mesi se da una parte evidenzia un aumento di prezzo dell’evo di casa nostra, dall’altra potrebbe (se tutti gli elementi venissero sfruttati con intelligenza e lungimiranza) rivelarsi invece un’arma a disposizione non solo della nostra olivicoltura, ma anche dell’agricoltura in generale. Le prossime considerazioni sono figlie di costanti quanto recenti confronti, discussioni e scambio di opinioni con gli attori del mondo olivicolo italiano.
I punti chiave:
- Extravergine a 15 euro: E se fosse un bene?
- Perché l'evo costerà di più?
- Olio a 15 euro: perché può essere un prezzo giusto
- Dalla Spagna: dimezzata la produzione di olio. Meno import per l’Italia
- Olio evo di qualità: i benefici sulla salute e sulle ricette
Extravergine a 15 euro: e se fosse un bene per il settore?
E all’improvviso, come per magia, tutti sembrano essersi accorti dell’olio extravergine di oliva. Un alimento (attenzione, non un condimento) fondamentale per la nostra salute, alla base della dieta mediterranea, fin troppe volte dimenticato o sottovalutato in ottica di una sana nutrizione, negli ultimi tempi pare essere tornato alla ribalta. Ma non per i motivi per i quali andrebbe costantemente tenuto in considerazione (la qualità dell’extravergine italiano, i suoi effetti benefici e la capacità di migliorare le ricette in cui è utilizzato), bensì per motivi prettamente economici (i quali, specialmente in questo periodo, non vanno certamente biasimati).
Dopotutto, per certi versi, è anche normale e comprensibile. Se fino a pochi mesi fa siamo stati abituati ad acquistare l’olio nella grande distribuzione a prezzi irrisori, spesso anche sottoprezzo, ora la notizia che la futura carenza di questo prodotto possa farne lievitare il prezzo a oltre 15 euro al litro spaventa i più. O meglio, spaventa chi l’extravergine (dichiarato così in etichetta, ma spesso e volentieri mero olio vergine, quindi di minore fattura) è stato abituato a comprarlo a pochi euro, in offerta al supermercato, riservandogli poi un ruolo di comprimario in cucina.
Perché l’evo costerà di più?
Ma cosa sta contribuendo alla crescita del prezzo dell’evo? O meglio, cosa ha contribuito nel recente passato alla sua vendita sottoprezzo? Il fatto che l’Italia, pur essendo (potenzialmente, ma anche effettivamente) uno dei più grandi produttori a livello mondiale, importasse l’olio dalla Spagna (nazione che ne produce di più a livello internazionale) per venderlo a pochi euro nella GDO, magari mescolato con olio nazionale di scarsa fattura. Ma ora che la Spagna conoscerà un grande taglio nella produzione (si parla del 50%), costretta quindi a limitare le esportazioni, ecco che la nostra richiesta interna dovrà basarsi essenzialmente sull’extravergine italiano. Il quale, per la legge del mercato, potrebbe arrivare a costare cifre che i consumatori meno consapevoli mai avrebbero associato all’olio. Se l'offerta cala e la richiesta no, dopotutto, è comprensibile un aumento del prezzo.
Ulivi: un patrimonio naturale da salvaguardare
Negli ultimi tempi sono stati pubblicati non pochi articoli con titoli allarmistici. Della serie “Non ci sarà abbastanza olio per tutti”, oppure “L’olio sarà venduto a 15 euro al litro” (prezzo base, aggiungiamo noi, per un prodotto italiano e di qualità), ma ragionandoci un po’ sopra possiamo capire come, dopotutto, questa cifra non sia necessariamente un male assoluto. Anzi andrebbe in qualche modo sdoganata potendo poi rappresentare un assist per il comparto olivicolo, agricolo e turistico del Paese.
Olio a 15 euro? Perché può essere un prezzo giusto
15 euro per una bottiglia di extravergine italiano? Potrebbe non essere è un’assurdità come invece a molti sembra. Non dobbiamo commettere l’errore di parlare solamente di grande distribuzione, l’olio evo italiano, quello vero e realizzato come si deve, in non pochi casi vale molto di più. Andiamo un po’ più a fondo nella questione, cercando di capire tutto il mondo, così come le persone, che stanno dietro quella cifra (10-15-20 euro) che vediamo attribuita a questa o quella bottiglia di extravergine. Chi vuole il bene del settore deve quasi “sperare” che l’olio evo costi queste cifre (e tali aspetti dovrebbero essere messi in luce anche da istituzioni e associazioni di categoria), perché dietro quel prezzo poi c’è tutto un mondo. Un mondo fatto di produttori medi o piccoli, di agricoltura, di indotto, di tutela del paesaggio e della nostra tradizione. Senza dimenticarci il turismo, con tanti stranieri che rimangono incantanti in Italia dai paesaggi ricchi di ulivi. Il colpo d'occhio non sarebbe lo stesso se, al posto delle piante di ulivo, ci fossero coltivazioni di grano. O no?
Olio: in Spagna cala la produzioneCosa possiamo fare per migliorare questa situazione? Cosa fare per migliorare la considerazione del consumatore rispetto all’extravergine? In Italia abbiamo una quantità di olio prodotta che non riesce a soddisfare la richiesta interna (e per questo importiamo), quindi dobbiamo cercare di fare in modo di aumentarne la produzione. Ma affinché ciò accada ci deve essere redditività per gli agricoltori, devono iniziare a muoversi determinati meccanismi. Gli agricoltori non possono continuare a vendere i loro prodotti a cifre irrisorie, non gli conviene dopotutto, e finiranno con l’abbandonare le coltivazioni oppure a piantare altro. Qualcosa di più redditizio. Se invece si vendesse l'extravergine al giusto prezzo gli agricoltori avranno più margini di guadagno e così inizieranno, o continueranno, a piantare, a recuperare oliveti abbandonati, a prendersi cura di loro. Ed ecco come la quantità italiana potrà arrivare a soddisfare la richiesta interna. E con un prezzo congruo.
Dalla Spagna: dimezzata la produzione di olio. Meno import per l’Italia
La Spagna è attesa a una raccolta ben più limitata se paragonata al passato. Si parla di un taglio del 50% rispetto alle solite quantità. Meno olio quindi da esportare, e meno per il mercato italiano da importare dalla penisola iberica. Questo aspetto potrebbe rappresentare un’opportunità per l’intero settore olivicolo italiano. Un’opportunità da sfruttare, un autentico assist da cogliere al volo. Questa, insomma, è un’occasione buona per far capire come in Italia, con le dovute condizioni, potremmo produrre coprendo l’intera richiesta nazionale di olio extravergine. E non essere più dipendenti dalle scorte che arrivano dall’estero. O forse ora è più importante concentrarsi sulle battaglie contro l'introduzione dei novel food?
A questo fine è fondamentale, prima di tutto, la consapevolezza del cliente. Il consumatore, informandosi dovutamente, può capire come sia necessario scegliere olio buono con una spesa adeguata, perché quando di qualità l’extravergine ha valori nutrizionali importanti, oltre a essere il presidio di un patrimonio ambientale, storico e culturale che è l’ulivo. Le piante sono anche un elemento del paesaggio, e acquistando l’olio di qualità noi contribuiamo a salvaguardare il paesaggio stesso. Così facendo permettiamo agli agricoltori di lavorare bene, e di più, affinché producano altro olio. C’è bisogno di favorire la manodopera, renderla redditizia, perché se c’è redditività l’agricoltura non viene abbandonata. Anzi così si potrebbe pure favorire il recupero di piante abbandonate, capaci nel giro di pochi anni di tornare a pieno regime. Ed ecco che in questo modo aumenta anche la quantità interna prodotta. È importante operare questo switch: non concentrarci sul prezzo del prodotto, ma sul suo valore. Ed ecco che potremmo beneficiarne tutti: produttori e consumatori.
Olio evo di qualità: i benefici sulla salute e sulle ricette
Confuso fin troppo spesso per un condimento, ma un alimento a tutti gli effetti, l'olio extravergine di oliva è forse il rappresentante più virtuoso della dieta mediterranea (con buona pace dei parametri di Nutriscore). Quando di qualità, cioè quando le olive sono state coltivate, lavorate e frante nelle migliori condizioni possibili, nel pieno rispetto della materia prima, l'extravergine sa rivelarsi un grande alleato per la nostra salute. Il prodotto, infatti, contiene in sé delle sostanze chiamate polifenoli: potenti antiossidanti naturali, capaci di contrastare l'invecchiamento della pelle e combattere i radicali liberi. Non servirebbe dirlo ma lo facciamo comunque (la sensibilizzazione in merito è sempre doverosa), un buon olio di qualità oltre a far bene alla salute giova anche in cucina, nelle ricette in cui viene utilizzato (in cottura, ma soprattutto a freddo). Per le sue caratteristiche, l'amaro e il piccante più o meno spiccati (a seconda della varietà delle olive utilizzate, quindi della carica fenolica) l'olio è capace infatti di migliorare il sapore di un piatto, elevandolo. Al contrario un olio di scarsa qualità (come possono essere quelli di importazione, comunitari o peggio extra Ue) andrà a rovinare l'alimento sul quale viene versato.
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