giovedì 24 agosto 2023

La Sardegna sarà la nuova Provenza?

 

La Sardegna sarà 

la nuova Provenza? 

«Qui presto 

il boom del rosé»

Il consumo in Francia è al 35%, mentre in Italia al 4%, ma in crescita. Per i produttori del rosé sardo “So Chic!” non c’è dubbio: il mercato è maturo e crescerà. Donne e giovani i principali consumatori


Non solo Sicilia e Campania come possibili nuove culle di vino di qualità in Italia, presto anche la Sardegna potrebbe ribadire il proprio nome nel panorama enoico nazionale. In particolar modo per quanto riguarda i rosati

La Sardegna sarà la nuova Provenza? «Qui presto il boom del rosé»

In Sardegna un rosato che 'sa' di Francia

Il futuro del mercato del vino in Italia è il rosato. Sebbene questo tipo di vini sia ancora considerato di nicchia, e il suo consumo sia ancora limitato, presto assisteremo ad un vero e proprio boom. Oggi in Francia il rosé rappresenta il 35% del mercato enologico, con la Provenza a fare da traino, nel resto del mondo la percentuale media scende al 10%, in Italia ad oggi si ferma al 4%, ma sembra essere in rapida crescita.

In Sardegna con la tradizione francese: Tréguer e la sfida del rosato

Ne è certo Jean-Paul Tréguer, imprenditore francese che ha mollato un’azienda di pubblicità ben avviata con sede a Parigi, per aprire una cantina con la moglie Isabelle, la Tréguer & Tréguer, con la quale producono nel sud della Sardegna un unico vino rosato fermo dal 2020, il “So Chic!”.

La Sardegna sarà la nuova Provenza? «Qui presto il boom del rosé»

L'imprenditore francese Jean-Paul Tréguer con sua moglie. A destra il loro rosato

«Il mercato del vino italiano si sta trasformando ed è ormai pronto per accogliere con entusiasmo una proposta di rosati di alto livello - commenta Jean-Paul Tréguer. Se a livello globale il consumo di vino sta registrando una flessione generale, notiamo come, invece, stiano aumentando le consumatrici donne. Sono loro il segmento più dinamico e, tendenzialmente, preferiscono il rosé: meno alcolico, più leggero e più elegante, caratterizzato da una maggiore freschezza rispetto al rosso, e non lascia mal di testa come capita spesso con i bianchi. Inoltre, il gusto si abbina con tutti i tipi di cibo, e, si sa, le donne sono sempre molto più attente ai dettagli».

Un altro elemento che sta aiutando l’affermazione di questa categoria di vini è il fatto che si sia diffusa principalmente negli ultimi anni, e le nuove generazioni (25-40) tendono a vederlo come qualcosa di cool, che si contrappone al “vino di nonno”. Il rosé, dunque, è visto come qualcosa di moderno, versatile, perché si sposa con tutto, ma anche instagrammabile. «Il mondo dei rosati ha un enorme potenziale inespresso, che gli imprenditori devono imprarae a vedere e saper cogliere. In particolare, la Sardegna ha molto da offrire. Qui ci sono 400 cantine che producono una trentina di vini rosati, per meno di 500.000 bottiglie, ma si potrebbe fare davvero molto di più! Il vitigno rosso più famoso è il Cannonau, che possiamo considerare l’antenato della Grenache. Il nostro obiettivo? Rendere quest’Isola la ‘Provenza del rosé in Italia», conclude Tréguer.

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