Si può portare una torta da casa al ristorante?
E che cos'è il diritto
di taglio?
Analogamente al cosiddetto diritto di tappo (valido per il vino), è una sorta di indennizzo di cui si può avvalere il ristoratore nel caso in cui qualcuno dovesse portare un dolce (o altri alimenti) da fuori. Divieto assoluto però per ricette preparate in casa: sono ammissibili solo quelle acquistate in un punto vendita, esibendo lo scontrino
Nell'estate del 2023, che sarà forse ricordata come quella degli scontrini pazzi, delle lamentele da record dei clienti e di attacchi reciproci con alcuni ristoratori in buona parte d'Italia, c'è stato tempo e spazio per un'ulteriore polemica di cui avremmo fatto benissimo a meno. Quella riguardante il sovrapprezzo applicato all'interno di un locale per il servizio di una torta non acquistata in quello stesso ristorante, ma portata da fuori.
Diritto di taglio: cos'è e come funziona?L'esercente di turno ha deciso di avvalersi del cosiddetto "diritto di taglio"; vale a dire un piccolo sovrapprezzo a carico del cliente per il servizio di un alimento acquistato altrove. Una sorta di indennizzo, per così dire. Analogamente al simile "diritto di tappo", qualora in un ristorante il cliente dovesse portare (sempre tramite il permesso concesso dal titolare) una bottiglia di vino dall'esterno, per berla durante la cena. Non sono pochi i casi in cui i gestori di questo o di quel locale permettano ai propri clienti di portare cibi o vino da fuori. Ma se nel caso di una semplice bottiglia la legge è più permissiva, lasciando al titolare la facoltà di scelta, nella prima ipotesi è più facile trovarsi di fronte a un bivio. Ci sono, infatti, delle eventualità in cui il cliente non può introdurre dall'esterno del ristorante una preparazione. Nel caso in cui, cioè, questa sia stata realizzata in casa. Teniamoci sull'attualità e manteniamo l'esempio della torta.
Torta da casa al ristorante: ecco perché non si può portare
La legge è piuttosto chiara in merito: non si può introdurre all'interno del ristorante (o qualsiasi altro locale di somministrazione di cibo e bevande) una torta preparata a casa. Il motivo? È vietato servire cibi di cui non si conosce la provenienza degli ingredienti. Il gestore quindi in tale circostanza non saprebbe in che modo sia stato realizzato il dolce, e nel caso in cui ci fosse qualche malore da parte dei commensali sarebbe direttamente lui a risponderne. E, conseguentemente, anche a risarcire il danno al malcapitato di turno.
Un'eventuale risposta negativa alla richiesta di servire qualcosa preparato a casa, insomma, non solo è legittima, ma è l'unica prevista dalla legge. E rappresenta una forma di tutela del gestore nei confronti di sé stesso. Cambia il discorso nel caso in cui la torta in questione sia stata acquistata in un punto vendita.
Si può portare al ristorante una torta acquistata altrove? Serve lo scontrino
Fermo restando come il ristoratore sia legittimato anche a vietare l'introduzione di una torta acquistata all'esterno del suo locale, questo frangente differisce da quello sopra presentato.
Diritto di taglio: accordi preventivi e niente sorpreseCome forma di tutela personale, infatti, il gestore dell'esercizio può richiedere lo scontrino dell'eventuale dolce acquistato in una pasticceria, così da avere certezza di come quella ricetta sia stata realizzata rispettando le norme Haccp in materia (che, invece, a livello domestico potrebbero venire meno). All'occorrenza, e sempre a totale discrezione del titolare del ristorante, potrebbe essere richiesto anche l'elenco degli ingredienti utilizzati per la preparazione della ricetta.
Come funziona il diritto di taglio: si può far pagare il servizio?
Riallacciandoci al discorso fatto all'inizio, può capitare che venga applicato un sovrapprezzo in caso di servizio di una torta (o di un vino) che il cliente ha acquistato all'esterno del ristorante. In quanto non esiste un tariffario preciso a regolare una somma precisa da corrispondere per il servizio, il tutto è a discrezione del titolare stesso.
Diritto di taglio e di tappo: accordarsi sempre primaQuesti, infatti, può applicare una quota facoltativa legata alla fornitura di piatti, posate e tutto il necessario per operare il servizio. Il ristoratore ha tutto il diritto di chiedere un piccolo extra, a patto però che metta preventivamente in chiaro la cosa con il proprio cliente. Questo supplemento, così come il già citato diritto di tappo, rappresenta una sorta di regola di "bon ton" di origine anglosassone; un piccolo compenso, un indennizzo, del mancato guadagno pur prestando il proprio servizio. C'è poi chi, andando anche un po' controcorrente, nell'estate dei sovrapprezzi decide di scontare il caffè nel proprio bar se i clienti si portano la tazzina da casa.
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