La sfida del vino italiano: troppi produttori,
ma pochi vincono davvero
Nonostante l'entusiasmo post-Vinitaly, emergono criticità strutturali: il mercato è dominato da poche aziende mentre migliaia si dividono le briciole. I rossi calano nella Gdo, cresce la richiesta di vini più semplici. Mancano strategie efficaci per riavvicinare i consumatori. La CMB Guide si presenta come una concreta opportunità per orientare i consumi
Co-Fondatore di 5 Hats Srl
Il Vinitaly è alle spalle e, come spesso accade, si respira un clima di soddisfazione generale: 32.000 buyer (pari al 33% del totale dei visitatori) e un’affluenza in crescita del 7%. I compratori americani si aggiravano numerosi tra gli stand. Ma è davvero tutto positivo?
Il mercato nelle mani di pochi: 27 aziende dominano il vino italiano
A parlare sono i numeri. Il Gambero Rosso, il 14 aprile, ha evidenziato come siano solo 27 aziende italiane a detenere il 40% del mercato del vino, inclusa la vendita sul territorio nazionale. Il restante 60% è conteso da circa 256.000 aziende. In questo scenario, il termine “briciole” descrive efficacemente la situazione per la stragrande maggioranza dei produttori.
Crisi nella Gdo: bollicine in crescita, crollano i rossi
Un altro segnale d’allarme arriva dal convegno organizzato durante Vinitaly, dove sono stati presentati i dati Cirana. Si evidenzia un calo dei numeri del vino nella Gdo, in particolare per i vini rossi, che cedono il passo a bollicine e vini più leggeri. I consumi si sono spostati dal quotidiano alle occasioni speciali, lasciando spazio a bevande no-alcol o energetiche durante la settimana.
Alla luce di questi dati, risulta chiaro che il “va tutto bene” può valere solo per pochi: i soliti nomi, quelli che lavorano con programmazioni annuali e pianificazioni serrate.
Il consumatore è cambiato, ma il mercato non lo segue
Se la Gdo chiede strategie nuove per invogliare il consumatore, è perché percepisce con chiarezza un problema strutturale. Chi ha abbandonato il vino, o non vi si è mai avvicinato, non trova oggi modelli comunicativi in grado di attrarlo.
Perché il vino rosso si vende sempre meno? La risposta è semplice: il consumatore medio non vuole un prodotto da decifrare. I vini rossi sono percepiti come più complessi organoletticamente e quindi riservati a palati esperti. Il pubblico generalista si rifugia nelle bollicine o nei bianchi freschi, considerati più facili e immediati.
Il Prosecco, vino leggero e di facile approccio, continua a trainare le vendite. Ma può rappresentare da solo l’intera narrazione del vino italiano? Molti produttori di qualità, purtroppo, restano nell’ombra. Chi lavora nel comparto deve ammettere una responsabilità: aver lasciato il consumatore alla deriva gustativa. Non si è investito abbastanza in educazione al gusto, in strategie di coinvolgimento, e ora si pagano le conseguenze.
La qualità percepita all’estero: un problema crescente
Un caso emblematico arriva da un incontro con operatori uzbeki, che hanno definito il vino italiano come “orribile” al gusto e all’olfatto. I loro riferimenti? Probabilmente etichette delle grandi aziende che dominano il mercato, ma che non sempre offrono vera qualità. Nel frattempo, crescono i consensi per vini albanesi, ungheresi e cileni, spesso superiori alla media italiana.
I produttori italiani che continuano a fare vino eccellente devono attuare scelte coraggiose e strategie pluriennali. Solo così potranno finalmente emergere e valorizzare il made in Italy nel mondo.
Focus internazionale: il ruolo dinamico del Concours Mondial de Bruxelles
Tra gli incontri più interessanti avvenuti durante Vinitaly, spicca quello con il team del Concours Mondial de Bruxelles. Una realtà globale e dinamica, che ha dimostrato grande attenzione per il consumatore. Esemplare il lancio della Cmb Guide, presentata in anteprima mondiale a Verona: uno strumento concreto per avvicinare il pubblico al mondo del vino.
Partiamo con un paio di domande per Ulric Nijs direttore dello Spiritsselection by Cmb
Perché il Cmb è una risposta concreta all’attuale situazione di tensione sui mercati internazionali?
Il consumatore finale ricerca sicurezze e deve essere guidato nell'acquistare i prodotti di qualità e le medaglie ed i premi stanno avendo un ruolo importante per poterlo orientare. Il consumatore però è anche intelligente e ricerca premi e criteri affidabili. Questo è il motivo per il quale il lavoro sulla comunicazione dei valori di premiazione di Cmb è importante come non mai.
Il Vinitaly non è solo vino ma anche spirits, quali sono le attività del Cmb per questo settore?
È una risposta alla quale è difficile rispondere in breve, perchè per noi del team significa molto più che applicare un distintivo su una bottiglia: il nostro obiettivo è portare cultura sui prodotti al consumatore. Sto sviluppando anche uno specifico programma per poter coinvolgere i bartender affinché loro come mixologist, riconoscendo il valore delle loro materie prime premiate da Cmb, possano condividerlo con i consumatori creando con loro una vera e propria community di consumatori e trasformatori di prodotti di valore nel mondo. E questo corrisponde al concetto, quando ci rivolgiamo al produttore, di come il premio porti valore all’azienda vincitrice aiutandola a fare network con professionisti e consumatori a livello mondiale. Abbiamo appena aperto anche un Wine Bar in Seoul interamente dedicato ai prodotti premiati, dove le persone, per quel che riguarda gli spirits, possono provare anche percorsi sensoriali o abbinamenti, come quello dedicato al mondo dei sigari, per far vivere nuove esperienze gustative.
Proseguiamo con Stefaan Van de Abeele development director
Quali saranno i prossimi appuntamenti internazionali con il Cmb?
In aprile avremo un importante appuntamento in Bulgaria per selezionare i migliori Sauvignon, mentre a giugno saremo in Cina per selezionare i migliori bianchi e rossi avendo da valutare dai 7 agli 8 mila campioni.
Il Cmb sta rafforzando la sua presenta in Italia, considerate maturo il mercato italiano per capire i valori del Cmb?
Sono stato in italia un paio di giorni e ho parlato con molti produttori che partecipano al Cmb e loro mi hanno detto che una medaglia incide sul loro mercato circa 30% in più e che gli permette di vendere in mercati come il Belgio, gli Usa circa il 20% in più se applicano il premio sulla bottiglia.
Per finire facciamo un paio di domande a Karin Meriot Brand ambassador Concours Mondial de Bruxelles
Al Vinitaly è stata presentata la Cmb Guide, qual’è il messaggio che si vuole dare al mercato con questa operazione?
Abbiamo approfittato di questa grande Kermesse italiana per presentare la collaborazione con 5Hats come agenzia commerciale, per riuscire a mettere in contatto i produttori premiati a livello internazionale da Cmb con gli operatori a livello italiano e mondiale. Come sappiamo, il Cmb è presente in ogni Paese, sia perchè le etichette arrivano da ogni parte del mondo sia perchè la giuria di degustatori rappresenta tutti i Paesi. La presentazione di questa guida non è una attività fine a se stessa, ma una risposta concreta e specifica dedicata ai produttori premiati per tutelarli e sostenerli nella promozione e nella vendita dei propri prodotti.
Quali sono i prossimi passi pratici post Vinitaly della Cmb Guide?
Già da dopo Vinitaly le prime aziende premiate da Cmb per la sessione rosati riceveranno una informativa per poter partecipare e aderire alla guida e nell’arco di un paio di mesi partiranno le prime attività commerciali a loro dedicate; tutto questo poi andrà ad essere proposto anche alla sessione di aprile in Bulgaria per i Sauvignon e a quella di giugno in Cina per i bianchi e rossi per arrivare alla fine dell’anno con la guida definita.
Abbiamo voluto appositamente far passare alcuni giorni dal Vinitaly prima di chiudere l’articolo perché a bocce ferme si coglie sempre il nocciolo della questione e per capire se ci fossimo persi delle novità importanti e confermo che siamo sempre sullo stesso argomento: o le aziende produttrici diminuiscono drasticamente o si allarga il mercato di riferimento. Non abbiamo trovato nulla di così interessante da segnalare tra le strategie di marketing.
Motivo per cui sono fortemente convinto che l’attività della Cmb Guide che è stata presentata in collaborazione tra 5-Hats e il Concours Mondial de Bruxelles è una grandissima opportunità per orientare i consumi e per avere forti temi promozionali da comunicare ai consumatori di tutto il mondo e nei prossimi mesi, quando le attività entreranno sempre più nel vivo, sarà uno strumento concreto e forte a disposizione di tutti quei produttori che ancora lavorano con cognizione di causa e credono nell’applicare un business sano e sostenibile.
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