venerdì 24 ottobre 2025

Michelin “spegne” le sue Stelle Verdi?

 

Michelin “spegne” 

le sue Stelle Verdi: 

dopo il boom, arriva 

il passo indietro?

Da 13 a 69 ristoranti premiati in quattro anni: le Stelle Verdi Michelin 2025 segnano un boom, ma anche nuove contraddizioni. Il riconoscimento alla sostenibilità cresce in numero, ma sparisce dalle comunicazioni ufficiali della Guida. Un segnale di cambiamento che fa discutere su criteri, coerenza e reale valore del simbolo “green” della ristorazione

Michelin “spegne” le sue Stelle Verdi: dopo il boom, arriva il passo indietro?

LStelle Verdi Michelin continuano a far discutere il mondo della ristorazione. Introdotte a partire dall'edizione 2021 come simbolo di sostenibilità, sono diventate in pochi anni un riconoscimento diffuso ma sempre più controverso. La Guida Michelin 2025 registra infatti 69 ristoranti premiati, contro i soli 13 del debutto, ma allo stesso tempo le Green Star sembrano scomparire dalle comunicazioni ufficiali della Rossa, come ha rimarcato Dissapore. Un paradosso che apre interrogativi su criteri di assegnazione, trasparenza e valore reale del premio, come già Italia a Tavola aveva evidenziato poco dopo la presentazione della Guida 2025. Dalla crescita numerica alla distribuzione geografica sbilanciata, fino alle recenti modifiche nella visibilità del simbolo, la Stella Verde si trova oggi in una fase di ridefinizione: un riconoscimento nato per distinguere l’eccellenza sostenibile che rischia di trasformarsi sempre di più in un’etichetta generica, poco chiara e disomogenea.

Cosa succede alle Stelle Verdi Michelin?

Negli ultimi mesi, nel mondo della ristorazione d’eccellenza, si è acceso un dibattito: che fine hanno fatto le Stelle Verdi Michelin? Il riconoscimento che la Guida Rossa assegna ai ristoranti più attenti alla sostenibilità sembra essere diventato meno visibile nelle comunicazioni ufficiali, tanto da suscitare curiosità e qualche perplessità tra addetti ai lavori e appassionati.

Michelin “spegne” le sue Stelle Verdi: dopo il boom, arriva il passo indietro?

Ci sarà ancora posto per le Stelle Verdi nella prossima Guida Michelin?

Un’idea nata nel 2020, accolta con interesse ma anche con qualche dubbio. All’epoca, molti si chiedevano come potesse conciliarsi il concetto di sostenibilità con il fine dining, un mondo fatto di mise en place impeccabili e piatti spesso complessi. Eppure, nel giro di pochi anni, la Stella Verde è entrata a far parte dell’immaginario gastronomico, diventando ambizione per molti chef, che hanno investito in orti, ingredienti locali e riduzione degli sprechi.

Le Stelle Verdi spariscono (per ora) dalla comunicazione Michelin

Il tema è tornato d’attualità dopo la cerimonia della Guida Michelin Svizzera 2025, dove le Stelle Verdi non sono state menzionate né visivamente evidenziate. Sul sito ufficiale, infatti, i simboli verdi risultano assenti o declassati rispetto al passato, sostituiti da box informativi collocati in basso nelle schede dei ristoranti. Cosa che è accaduta anche per i ristoranti italiani che vantavano il distintivo green.

Le contraddizioni del riconoscimento “green”

La Guida Michelin Italia 2025 ha confermato e ampliato il numero di locali premiati con la Stella Verde: 69 ristoranti in totale, con 11 nuovi ingressi. Il riconoscimento premia chi si distingue per buone pratiche ambientali, sociali e gestionali. Tuttavia, l’espansione del progetto e la scarsa chiarezza sui criteri di assegnazione stanno alimentando dubbi sulla coerenza e sulla reale funzione di questo simbolo.

Molti si chiedono se la Green Star sia un vero riconoscimento di eccellenza o un modo per estendere il marchio Michelin a un pubblico più ampio, includendo realtà diverse come trattorie, agriturismi e bistrot, accanto ai ristoranti stellati.

Dalla prima edizione al 2025: un’espansione che fa discutere

Nel 2021, anno di debutto in Italia, le Stelle Verdi furono soltanto 13. Quattro anni dopo, nel 2025, sono diventate 69, con 11 nuovi ingressi: un incremento di oltre cinque volte. Un dato che, se da un lato testimonia l’interesse crescente per la sostenibilità nella ristorazione, dall’altro solleva interrogativi sul significato reale e sulla selettività del riconoscimento.


Nella Guida 2025 erano state assegnate 69 Stelle Verdi

L’aumento così rapido suggerisce che la Green Star sia diventata più diffusa e accessibile, forse anche troppo. Se in origine rappresentava un segnale forte di differenziazione, oggi rischia di apparire come un’etichetta “alla moda”, non sempre legata a criteri uniformi o trasparenti. I parametri di assegnazione - attenzione al territorio, gestione etica, riduzione degli sprechi - restano infatti poco dettagliati e non pubblici, alimentando la percezione di un sistema di valutazione non del tutto chiaro.

Un riconoscimento che cambia volto (e visibilità)

Negli ultimi mesi, inoltre, il simbolo della stella verde è meno evidente nelle comunicazioni ufficiali della Guida e in alcune schede digitali. Un elemento che fa pensare a una riorganizzazione o a un riposizionamento del progetto, ma che, in assenza di una spiegazione ufficiale, lascia spazio a ipotesi contrastanti. Un ulteriore elemento critico riguarda la distribuzione geografica: oltre il 60% dei ristoranti premiati si trova nel Nord Italia. Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto guidano la classifica, mentre il Sud resta meno rappresentato. Un dato che, pur rispecchiando la concentrazione di ristoranti stellati in quelle aree, solleva il dubbio che il concetto di sostenibilità venga interpretato in modo disomogeneo a livello nazionale.

Un simbolo in cerca di identità

Oggi la Stella Verde Michelin vive una fase di ridefinizione. Cresce il numero dei ristoranti premiati, ma diminuisce la chiarezza del messaggio. Da segno distintivo di eccellenza sostenibile rischia di trasformarsi in marchio generico, utile a certificare un orientamento più che una reale differenza di approccio.

Michelin “spegne” le sue Stelle Verdi: dopo il boom, arriva il passo indietro?

Oggi la Stella Verde Michelin vive una fase di ridefinizione

Come spesso accade nel mondo della ristorazione, la sfida sarà mantenere equilibrio tra valore simbolico e rigore dei criteri. Perché se la sostenibilità diventa un’etichetta da esibire e non una pratica coerente e misurabile, il rischio è quello di svuotare di significato anche il riconoscimento più virtuoso.

È già finita l'era delle Stelle Verdi Michelin?

Dopo quattro anni di storia, le Stelle Verdi Michelin rappresentano un termometro dell’evoluzione del fine dining e del suo rapporto con la sostenibilità. Ma la loro rapida diffusione, unita alla mancanza di criteri espliciti e a una visibilità sempre più ridotta, lascia intendere che il progetto sia entrato in una fase di ripensamento. Se da un lato la Green Star ha contribuito a stimolare riflessioni importanti su etica e ambiente in cucina, dall’altro rischia oggi di perdere forza comunicativa e autorevolezza. Per restare credibile, la sostenibilità dovrà tornare a essere un valore misurabile e verificabile, non solo una tendenza estetica o di marketing. In un momento in cui la Guida Michelin sposta l’attenzione anche su hotel e ospitalità, il destino della Stella Verde sarà un banco di prova per capire quanto la sostenibilità pesi davvero nelle scelte del colosso francese - e quanto i cuochi italiani, dal Nord al Sud, siano pronti a farne una pratica concreta e duratura.

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