Anuga 2025, Colonia, Germania. Fra i padiglioni della più grande fiera mondiale del food & beverage, il Consorzio del Parmigiano Reggiano è tornato in prima linea contro i falsi. Anche quest’anno, la Dop italiana più imitata al mondo è infatti finita nel mirino dei contraffattori: due prodotti esposti sono stati segnalati e rimossi dopo l’intervento del Consorzio, che ha chiesto alle autorità tedesche di agire con urgenza. Nel mirino una “Garlic parmesan flavored sauce” e un prodotto vegetale battezzato “ParVegano”, entrambi giudicati evocativi o ingannevoli rispetto al vero Parmigiano Reggiano.
Due prodotti segnalati e rimossi: “Garlic parmesan flavored sauce” e “ParVegano”
Il caso conferma quanto il fenomeno del falso “Parmesan” resti economicamente imponente. Secondo le stime del Consorzio, il giro d’affari del prodotto contraffatto fuori dall’Unione europea supera i 2 miliardi di euro, con oltre 200mila tonnellate di formaggio “taroccato”: tre volte il volume esportato del vero Parmigiano Reggiano. Un dato che racconta meglio di ogni altra cosa la portata di un fenomeno radicato da decenni e difficile da estirpare, soprattutto al di fuori dei confini europei, dove la tutela delle denominazioni d’origine non è garantita in modo uniforme.
Durante le consuete attività di vigilanza alla fiera, il Consorzio ha segnalato alla "Landesamt für Natur, Umwelt und Verbraucherschutz Nrw" - l’autorità competente del Land tedesco - la presenza della salsa “Garlic parmesan flavored sauce”, che impiegava la parola “Parmesan” per designare un aroma, dunque un ingrediente non conforme al disciplinare Dop. L’intervento delle autorità è stato rapido: il prodotto è stato rimosso dallo stand. Un secondo caso ha riguardato “ParVegano”, un prodotto di origine vegetale presentato come sostituto del formaggio, ritenuto evocativo del Parmigiano Reggiano per il nome scelto. In questo caso il Consorzio ha inviato una lettera formale al produttore, tramite i propri legali, intimando di togliere il prodotto dall’esposizione. Anche in questo caso la rimozione è avvenuta nel giro di poche ore.
Bertinelli: «Servono regole comuni per fiere realmente “fake free”»
«La tempestività con cui le autorità tedesche sono intervenute a seguito della nostra segnalazione - ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio - conferma l’efficacia del sistema europeo di tutela delle Dop. Dopo anni di contenziosi, il quadro normativo definito dall’Unione europea impone chiaramente agli Stati membri l’obbligo di proteggere ex officio le denominazioni d’origine, assumendosi una responsabilità diretta nella vigilanza. In Europa il nostro sistema di tutela raggiunge livelli di efficacia ancora lontani in molte altre aree del mondo, dove l’Ue sta cercando di colmare il divario attraverso gli accordi di libero scambio con i Paesi terzi».
«Fuori dall’Unione, infatti, continuano a verificarsi utilizzi ingannevoli della nostra denominazione, con conseguenze negative non solo per le nostre esportazioni, ma soprattutto per il consumatore, che crede di acquistare un prodotto autentico e viene invece ingannato. Questo nuovo episodio di violazione all’interno del territorio dell’Unione dimostra che è tempo di un deciso salto di qualità: servono regole comuni per gli enti fieristici europei, in modo da garantire eventi realmente “fake free” ed evitare costosi e inutili interventi successivi da parte dei consorzi e dei tribunali» ha concluso Bertinelli.
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