Tassa di soggiorno,
si teme la stangata:
«Un aumento del 30%
sarebbe assurdo»
Assoturismo Confesercenti critica il possibile aumento del 30% dell’imposta, ritenendolo controproducente per i turisti e poco utile al settore, suggerendo investimenti mirati e trasparenza nella gestione dei fondi
IaT
Un provvedimento che prevede un aumento del 30% dell’imposta di soggiorno ha suscitato la reazione di Assoturismo Confesercenti, che ne sottolinea l’impatto economico e la possibile controindicazione in un contesto caratterizzato da una domanda interna stagnante e un livello di tassazione tra i più elevati d’Europa. Secondo l’associazione, il turismo italiano chiuderà la stagione in positivo soprattutto grazie alle presenze estere. L’aumento, previsto nel collegato alla manovra al varo del governo, sarebbe dunque inatteso, considerando che erano in corso discussioni con le parti sociali sul tema, ma comunque non ancora stabilito con certezza.
L’impatto economico dell’aumento
Una maggiorazione del 30% potrebbe tradursi in un esborso aggiuntivo vicino ai 300 milioni di euro per i turisti, con un gettito complessivo che supererebbe il miliardo di euro. «Si tratta di una misura incomprensibile e controproducente, perché non solo aumenta il prelievo fiscale sui visitatori, ma non prevede che il maggiore gettito venga destinato al comparto» spiega Assoturismo Confesercenti. L’associazione evidenzia come l’imposta di soggiorno rischi così di diventare una tassa sui turisti, più che uno strumento di investimento per migliorare la qualità dell’offerta turistica e delle destinazioni.
Secondo Assoturismo, l’aumento potrebbe frenare ulteriormente la domanda interna e colpire un settore che, pur registrando risultati positivi, necessita di investimenti per rafforzare la competitività, in particolare nel settore delle infrastrutture, che rimangono ancora limitate. «Quest’anno, anche grazie al Codice identificativo nazionale (Cin), il gettito dell’imposta di soggiorno dovrebbe crescere in maniera rilevante. Non c’è dunque alcun motivo per ulteriori aumenti» dichiara Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti. L’associazione sottolinea l’importanza di sostenere la competitività del sistema turistico, investendo nella qualità dei servizi, nella promozione e nella valorizzazione del territorio.
Messina ricorda che l’imposta di soggiorno era nata come imposta di scopo, destinata a finanziare investimenti turistici e interventi di valorizzazione dei territori. «Di questi investimenti finora se ne sono visti pochi. Occorre assicurare trasparenza e destinazione vincolata delle risorse, non aumentare gli importi. L’obiettivo deve essere far crescere l’offerta e la qualità dell’accoglienza, non appesantire ulteriormente il conto dei turisti», conclude Messina.
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