Prezzi in discesa per riso, latte e derivati del pomodoro. Le ultime analisi di Areté, società leader in Italia nell’intelligence agroalimentare, mostrano un quadro in netto raffreddamento per tre tra le principali commodity dell’agroindustria. Le prime quotazioni del riso 2025/26 partono in deciso calo rispetto alla scorsa campagna, il latte europeo vive una fase deflattiva e anche il pomodoro industriale registra correzioni importanti a fine raccolta.
Sul fronte del riso, le prime quotazioni nazionali della nuova campagna segnano un calo evidente rispetto alle ultime del 2024/25. A Milano, tra i lunghi A e medi, Arborio e Carnaroli registrano rispettivamente un -25% e un -18%, mentre il Vialone Nano arriva a -39%. Il lungo B perde il 20%, tornando ai livelli di ottobre 2023, e il tondo Originario segna un ribasso più contenuto, -15%. Tra i principali fattori ribassisti Areté segnala:
- Le elevate rimanenze della scorsa campagna, che ha chiuso con una percentuale totale di risone trasferito del 91,8%, il dato più basso da oltre sei campagne. Le rimanenze riportate sono di 120mila tonnellate, una quantità tre volte superiore alla media quinquennale, in particolare per il Lungo A.
- Le prospettive di una campagna 25/26 caratterizzata da una maggiore offerta, con un aumento produttivo del 9% previsto da Areté.
- Prezzi internazionali su dei minimi pluriennali; i benchmark di riferimento globali per indica (Riso Thai) e japonica (US medium grain), nel 2025 hanno toccato i minimi dal 16/17.
Il latte e i suoi derivati, invece, affrontano un momento di pressione sui listini. Il mercato Ue attraversa una fase deflattiva: da fine agosto, sulla piazza tedesca di Kempten, burro, edamer e polvere di latte hanno perso rispettivamente il 19%, 16% e 14%. Secondo Areté, il principale fattore ribassista è il congiunturale rallentamento della domanda. La domanda di prodotto Ue risulta infatti rallentata, oltre che da inflazione, dazi Usa e prezzi di alcune referenze meno competitivi rispetto a quelli in altre aree di esportazione, anche dal rafforzamento dell’euro. Da inizio anno l’€/$ ha segnato un +13% toccando i massimi da settembre 2021. I ribassi si sono trasmessi anche al mercato nazionale: il latte spot quotato a Milano, rispetto ai picchi a 67,75 €/100kg raggiunti a luglio, ha segnato un -24%. Primi ribassi anche per il grana padano che, dopo un trend inflattivo di oltre due anni, da inizio settembre ha segnato un -3,7%.
Sul fronte del pomodoro da industria, la campagna si chiude con quotazioni in calo. A fine raccolta, le rilevazioni della Camera di Commercio di Parma indicano un -30% per la passata, -11% per la polpa e -8% per il doppio concentrato. Tra i fattori ribassisti Areté segnala una produzione italiana 2025/26 in aumento dell’8% rispetto alla scorsa campagna e recentemente rivista a rialzo da Anicav da 5,5 a 5,7 milioni di tonnellate. A pesare è anche un contesto di quotazioni, nelle principali aree di esportazione come Usa e Cina, indebolite dalle produzioni record della scorsa campagna e a sconto rispetto a quelle italiane. Si tratta di alcuni dei temi emersi ad Anuga, in occasione della “Tomato News Conference”, dove Areté ha portato una relazione sui principali trend che stanno caratterizzando i mercati delle commodity agroindustriali.
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