sabato 25 ottobre 2025

Affitti brevi: cedolare secca alzata al 26%

 

Affitti brevi: cedolare secca alzata al 26%, ma si teme una (parziale) marcia indietro

La Legge di Bilancio 2026 introduce novità rilevanti per turismo e ristorazione: cedolare secca al 26% sugli affitti brevi, buoni pasto elettronici esentasse fino a 10 euro, bonus del 15% per i lavoratori di hotel e ristoranti, proroga della tassa di soggiorno-Giubileo e fondi per innovazione e sostenibilità. Misure che dividono la maggioranza e ridisegnano il quadro fiscale del settore

Affitti brevi, cedolare secca alzata al 26%, ma si teme una (parziale) marcia indietro

LLegge di Bilancio 2026 interviene in modo deciso su più fronti legati al turismo e al lavoro. Tra le misure più discusse, spicca l’aumento al 26% della cedolare secca sugli affitti brevi, che ha generato divisioni nella maggioranza e preoccupazioni tra gli operatori del settore. Accanto a questa, arrivano la nuova soglia esentasse dei buoni pasto elettronici (portata a 10 euro), la proroga della tassa di soggiorno legata al Giubileo, un bonus del 15% per i lavoratori di alberghi e ristoranti e nuovi fondi per innovazione e sostenibilità. Un pacchetto di misure che delinea la strategia del Governo: riequilibrare la concorrenza, sostenere il lavoro e favorire la transizione digitale del turismo e della ristorazione.

Cedolare secca al 26%: cosa dice la legge

Sul fronte del turismo, l’articolo 7 interviene sulle locazioni brevi, aumentando la ritenuta operata dagli intermediari digitali - come Airbnb o Booking - dal 21% al 26%. L’obiettivo dichiarato è quello di riequilibrare la concorrenza con le strutture ricettive tradizionali e rafforzare il gettito fiscale.  Dati recenti mostrano che in Italia oltre mezzo milione di abitazioni private vengono ogni anno offerte come affitti brevi online. Nel 2025 il settore ha generato 8,2 miliardi di euro di canoni e un indotto da oltre 32 miliardi, coinvolgendo circa 150 mila persone.

Affitti brevi: cedolare secca alzata al 26%, ma si teme una (parziale) marcia indietro

Affitti brevi, la cedolare secca passa dal 21% al 26%

Si tratta di una misura che va incontro alle richieste degli albergatori, che da sempre denunciano una concorrenza sleale da parte di chi affitta la propria casa a fini turistici non dovendo sottostare a tutta una serie di misure (e di adempimenti in materia fiscale) che invece sono obbligatorie per legge per gli operatori tradizionale dell’accoglienza.

Affitti brevi, caos nella maggioranza

Tuttavia, la misura ha innescato forti reazioni nel mondo politico e tra gli operatori del settore che si attesta su posizioni diverse. Anche all’interno della stessa maggioranza di governo la Lega non avrebbe apprezzato, mentre Forza Italia si è esposta sul Corriere della Sera con Paolo Barelli (presidente dei deputati azzurri):  «La prima casa messa ad affitto breve manterrà la cedolare secca al 21%». Barelli precisa: «Ne siamo sicuri, e la manovra sarà corretta nei successivi passaggi. Lo scalone al 26% anche per un solo alloggio non resterà». Barelli ammette che la novità «è stata letta solo a posteriori», ma conferma la volontà del suo partito di modificare il testo in sede parlamentare: «Siamo nella fase embrionale della legge e Forza Italia farà valere le sue posizioni».

Affitti brevi, la frattura tra proprietari 

e operatori alberghieri si allarga

In attesa di capire se - e in che modo - rimarrà la cedolare secca al 26%, le associazioni di categoria si dividono. Secondo Claudio Cuomo, presidente di Aigo Confesercenti, l’aumento al 26% della cedolare secca «rappresenterebbe un colpo durissimo per la competitività del nostro sistema turistico», soprattutto se accompagnato dall’ipotesi di una maggiorazione del 30% della tassa di soggiorno. «Non è introducendo nuove tasse che si sostiene il turismo» aggiunge Cuomo, chiedendo una pianificazione mirata che favorisca un turismo moderno, sostenibile e diffuso.

Secondo Aigab, l’associazione che rappresenta gli operatori del settore, il 96% delle case online appartiene a singoli proprietari, spesso famiglie che mettono a reddito una seconda casa o un’eredità. «La nuova cedolare rischia di colpire proprio loro», avverte il presidente Marco Celani, secondo cui l’aumento «farebbe diminuire le case disponibili e aumentare i prezzi». Anche Lorenzo Fagnoni (Property Managers Italia) teme «un rischio di abbandono delle aree dove si era riusciti a valorizzare il patrimonio immobiliare», mentre Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, propone «di incentivare gli affitti lunghi, ad esempio tagliando l’Imu del 50% o ampliando la cedolare al 10%».

Di opinione diversa Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, che difende la misura: «Non si può equiparare un affitto breve, che è un’attività commerciale, a un affitto stabile». Bocca aggiunge: «Chi affitta per un giorno o un weekend non può avere la stessa tassazione di chi affitta per anni. È un’attività economica a tutti gli effetti». Sulle polemiche, il presidente di Federalberghi precisa: «Non abbiamo concordato la norma con la maggioranza, ma riteniamo che sia una scelta compatibile con le risorse attuali».

Tassa di soggiorno: a Roma prorogata imposta-Giubileo

L’articolo 122 proroga al 2026 la disciplina straordinaria dell’imposta di soggiorno legata al Giubileo 2025. Il 70% del gettito resterà ai Comuni per la promozione turistica e i servizi locali, mentre il 30% sarà destinato a progetti di inclusione per persone con disabilità e assistenza ai minori.

Affitti brevi: cedolare secca alzata al 26%, ma si teme una (parziale) marcia indietro

Prorogata al 2026 la disciplina straordinaria dell’imposta di soggiorno legata al Giubileo 2025

Rimane poi il dubbio riguardo al possibile aumento fino al 30% della tassa. Un provvediemento che avrebbe carattere nazionale e che potrebbe essere inserito nel collegato della manovra. Una «misura incomprensibile e controproducenteperché non solo aumenta il prelievo fiscale sui visitatorima non prevede che il maggiore gettito venga destinato al comparto» aveva commentato Assoturismo Confesercenti. 

Buoni pasto elettronici: soglia esenzione a 10 euro

La Legge di Bilancio 2026 interviene su uno dei benefit più diffusi nel mondo del lavoro: i buoni pasto. L’articolo 5 della manovra porta infatti da 8 a 10 euro la soglia di esenzione fiscale per i buoni elettronici, lasciando invece invariata a 4 euro quella per i ticket cartacei. Una misura che, pur nella sua apparente semplicità, tocca milioni di lavoratori e migliaia di imprese, con ricadute dirette anche sul comparto della ristorazione.

Affitti brevi: cedolare secca alzata al 26%, ma si teme una (parziale) marcia indietro

Buoni pasto elettronici esentasse fino a 10 euro

Secondo l’Anseb (Associazione nazionale delle società emettitrici di buoni pasto), la decisione risponde alla necessità di aggiornare il valore dei ticket all’inflazione e ai mutati costi della pausa pranzo. «Accogliamo con favore l’intenzione del Governo di rafforzare il valore del buono pasto. È una misura importante per il potere d’acquisto del ceto medio, la competitività delle imprese e il rilancio dei consumi» ha dichiarato Matteo Orlandini, presidente dell’associazione.

Bonus 15% per i lavoratori di alberghi e ristoranti

Tra le novità di maggior rilievo c’è l’articolo 8, che introduce un trattamento integrativo speciale del 15% sulle retribuzioni lorde per lavoro notturno o festivo, svolto nel periodo 1° gennaio - 30 settembre 2026. Il bonus, non imponibile ai fini fiscali, si applica ai dipendenti di alberghi, stabilimenti termali e ristoranti, con l’obiettivo di sostenere un comparto che più di altri sconta gli effetti della stagionalità e dei turni disagevoli.

Più fondi per innovazione e sostenibilità

Sul fronte delle imprese, l’articolo 99 stanzia 50 milioni di euro all’anno dal 2026 al 2028 per progetti di digitalizzazione, destagionalizzazione e sostenibilità ambientale nel turismo. Si tratta di risorse destinate a favorire un modello di sviluppo più moderno e competitivo, capace di rispondere alle sfide della transizione verde e digitale.

Affitti brevi: cedolare secca alzata al 26%, ma si teme una (parziale) marcia indietro

Con la manovra vengono rifinanziate le linee di credito a tasso agevolato per l’acquisto di macchinari e attrezzature

In parallelo, l’articolo 98 rifinanzia le linee di credito a tasso agevolato per l’acquisto di macchinari e attrezzature, con 200 milioni di euro nel 2026 e 450 milioni nel 2027. Un segnale concreto di attenzione verso le piccole e medie imprese che intendono innovare e migliorare la propria efficienza produttiva.

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