lunedì 29 febbraio 2016

EMOTICON: PAROLA DELL'ANNO



LA PAROLA DELL'ANNO?
CERTAMENTE EMOTICON

Lo ha deciso il prestigioso Oxford Dictionary britannico


La parola dell’anno è... una emoticon.

Se non è una rivoluzione poco ci manca: l’istituzione linguistica britannica Oxford

Dictionary, che monitora costantemente le evoluzioni della lingua inglese e ogni

anno stila la classifica delle nuove parole più usate, ha addirittura incoronato

“parola dell’anno” una non-parola, ovvero un’emoticon. La faccina gialla in

questione è “Face with tears of Joy”, ovvero quella che ride fino alle lacrime, che

a quanto pare usiamo più di tutte le altre emoticon sui social e su Whatsapp,

anziché perdere tempo a scrivere il caro vecchio “LOL” o addirittura il prolisso

“oddio che ridere”.

Si tratta della prima volta che la classifica finale include una non-parola, ma gli

esperti di Oxford Dictionaries hanno motivato la scelta sostenendo che il simbolo

rappresenta un aspetto centrale della vita digitale di un individuo, che deve essere

basata su contenuti visivi, emotivamente espressivi e ossessivamente immediata”.

La faccina che piange dal ridere è la più utilizzata a livello globale e rappresenta il

20% di tutte le emoji inviate dai britannici e il 17% di quelle digitate dagli

statunitensi, con una crescita sul 2014 del 4% e 9% rispettivamente. A dimostrare

la diffusione sempre maggiore delle “faccine” c’è anche Twitter. Stando ad alcune

indiscrezioni, il microblog sta testando la possibilità di far esprimere

apprezzamento per un tweet non più solo assegnando un cuoricino, simbolo che

di recente ha sostituito la stella, ma potendo scegliere tra diverse faccine, da

quella divertita a quella stupita e contrariata.


L’anno scorso la parola dell’anno è stata “Vape” che indica il nuovo hobby di

fumare il vapore acqueo prodotto dalle nuove sigarette elettroniche. Nel 2013 è

stato “selfie”, ossessione sempre legata al mondo digitale e ai sociale e ancora

non tramontata, parola che fu insignita di un simile riconoscimento anche

dall’italianissimo Zingarelli.

“È chiaro che la scrittura con l’alfabeto tradizionale fa ormai fatica a star dietro alla

comunicazione velocissima e prevalentemente visiva del 21esimo secolo - ha

detto Casper Grathwohl, Presidente di Oxford Dictionary - quindi nessuna

sorpresa se un’emoticon è arrivata a colmare quel vuoto, così flessibile,

immediata e anche esteticamente bella”.


Tra le altre parole in lista, oltre a quelle legate alla vita digitale come “ad block” e

“dark web”, c’è anche “refugee”, rifugiato, parola che probabilmente gli inglesi non

erano abituati a sentire pronunciare così spesso come nell’emergenza degli ultimi

mesi. Sul versante politico c’è anche la new entry “Brexit” che indica la potenziale

uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.

E pensare che solo 10 anni fa, nel 2005, la parola dell’anno era il buon vecchio

“Sudoku”.
                                                                                                          
 Nerea Bulva

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