sabato 10 marzo 2018

Sicurezza nella ristorazione

Sicurezza 

nella ristorazione
Il datore 

di lavoro 

deve vigilare


La gestione di un’azienda di successo non può non prevedere un’accurata prevenzione degli infortuni e delle malattie sul lavoro. La sicurezza e la salute dei lavoratori devono essere tenute in grande considerazione individuando quali sono i pericoli e i rischi, in modo da evitarli o sapere come affrontarli. 

Un’adeguata formazione e una continua supervisione da parte dei datori di lavoro possono scongiurare la grande parte degli eventi dannosi. La materia è regolata dal Testo Unico D.Lgs 81/2008 (e successive modifiche ed integrazioni) e si applica, ai sensi dell’art. 3, a tutti i settori di attività, privati e pubblici, e a tutte le tipologie dei rischi che contemplino la presenza di lavoratori. Unica eccezione è il caso in cui l’azienda di ristorazione sia un’impresa familiare (di cui all’articolo 230-bis del Codice civile) e cioè costituita dai soli componenti dell’impresa; in tal caso, l’art. 21 del D.Lgs 81/2008 e s.m.i. prevede una serie di semplificazioni.

(Sicurezza nella ristorazione Il datore di lavoro deve vigilare)

Ogni singolo datore di lavoro ha l’obbligo di valutare tutti i rischi lavorativi cui sono esposti i propri lavoratori - per la sua specifica attività - e deve mettere in atto tutte le misure di prevenzione e protezione esistenti oltre a frequentare e far frequentare specifici corsi di formazione e apprendimento anche di procedure di emergenza.

Nel settore della ristorazione, il datore di lavoro dovrà fornire i suoi dipendenti di attrezzature a norma e con gli switch di sicurezza previsti dalla normativa vigente e dovrà continuamente verificare che i lavoratori usino i cosiddetti dispositivi di protezione individuale esistenti. In non pochi casi, infatti, si è verificato che il lavoratore si faccia del male in quanto non usa dispositivi di protezione oppure, addirittura, si è dimostrato che sono gli stessi lavoratori a smontare protezioni di sicurezza per renderli più “comodi”. Il datore di lavoro dovrà dunque sempre vigilare anche se, nei casi in cui il lavoratore si faccia del male a causa della propria inadempienza o negligenza, quest’ultimo potrà essere penalmente sanzionato fino ad arrivare a vedersi negare l’infortunio sul lavoro da parte dell’Inail.

Nell’ambiente della ristorazione, sono noti i rischi più frequenti quali ustioni, scivolamenti, tagli o caduta di materiali dall’alto, ma per tutti questi rischi vi sono strumenti e precauzioni idonei ad evitarli. Per quanto riguarda, poi, la sorveglianza sanitaria dei lavoratori, se effettuata regolarmente consentirà al datore di lavoro di evitare rischi per la salute degli addetti tutelandoli ed evitando l’insorgenza di malattie professionali. D’altra parte la suddetta sorveglianza rappresenta anche un’importante tutela a favore del datore di lavoro il quale, in questo modo, potrà dimostrare di avere fatto il possibile nell’applicazione delle misure di prevenzione possibili.

Altro punto necessario e imprescindibile sono le procedure di emergenza e coordinamento a seconda del numero dei lavoratori (superiore a 10) e, se del caso, dovrà essere previsto un Piano di emergenza ed evacuazione, ad esempio in caso di incendio. Un valido aiuto al datore di lavoro può, infine, essere l’adozione di una certificazione ISO sia per la gestione della sicurezza che per la gestione della qualità. L’adozione di tali strumenti è assolutamente volontaria, ma tale scelta può costituire uno stimolo all’azienda ad avere un continuo miglioramento su tutti i fronti ed essere un “plus” da fornire alla clientela.
di Simonetta Verdirame
Avvocato
Per informazioni e consulenze:
Studio Avv. Verdirame - Milano
s.verdirame@studioverdirame.it

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