e maltempo:
esiste un legame?
Chi non se lo è mai chiesto: sarà proprio vero che freddo e umidità aumentano il malessere oppure si tratta semplicemente di un vecchio luogo comune?
Quel che sembra assodato ormai è che il tempo meteorologico influenza sicuramente il nostro stato d’animo.
Chi è sano spesso non ne risente ma chi presenta una patologia cronica non riesce a
compensare queste variazioni e manifesta disagi. Ciò spiega perché sono sempre di più coloro che
accusano malessere anche 2-3 giorni prima di una perturbazione: minime differenze di pressione,
elettricità e parametri chimici dell’aria iniziano 72 ore prima di un mutamento del tempo e
l’organismo le avverte.
Chi compensa non ha problemi, chi è fragile avverte un malessere. In effetti,
l’umidità accentua il dolore invece di anestetizzarlo come fa il freddo, perché filtra nel tessuto
osseo. Tant’è vero che esistono molti studi in campo mondiale che dimostrano l’influenza del
cambiamento di tempo proprio sulle ossa, le articolazioni, i muscoli, i nervi e i tendini. Gli studiosi
del Tufts di Boston ad esempio hanno incrociato i dati provenienti da una precedente ricerca
relativa a pazienti con patologie alle ginocchia con i dati meteorologici ed è risultato che i dolori
tendono a farsi più acuti quando la temperatura o la pressione atmosferica scendono,
Le patologie indotte sono varie: mal di denti, testa, schiena, e poi ancora dolgono vecchie cicatrici e fratture mai del tutto guarite.
È stato quindi provato che il cambio del tempo e dolori articolari effettivamente
sono entrambe facce della stessa medaglia. La teoria più comune riguarda la pressione barometrica:
questa scende quando arriva il maltempo e in questo modo va a influire sulla pressione sanguigna
esercitando una forza inusuale sulle articolazioni. In queste situazioni rallenta la circolazione
sanguigna periferica, e sovviene un ristagno di liquidi che, unito all’aumento di volume delle fibre
elastiche, produce del gonfiore che premendo sui nervi genera le sensazioni dolorifiche. È stato
visto ad esempio che la fibromialgia è correlata con bassa temperatura e alta pressione atmosferica,
l’artrite reumatoide con bassa temperatura, alta pressione ed elevata umidità, mentre l’osteoartrite è
influenzata da freddo e umidità. Ecco quindi spiegato il perché il cambio del tempo e i dolori
articolari sono effettivamente connessi tra loro. Una prima ricerca fu effettuata negli anni Novanta
quando quattro pazienti con dolori alle ossa furono inseriti in una camera barometrica, uno
strumento che regola la pressione. Ebbene tre dei quattro avvertirono dei dolori quando la pressione
calava (fenomeno che si verifica quando si avvicina un temporale). Uno studio del 2007, effettuato
su 200 persone con problemi di artrite, ha rivelato come i soggetti effettivamente avvertissero dei
dolori in corrispondenza di un abbassamento della pressione e delle temperature. La certezza della
corrispondenza, però, non è mai arrivata. Lo ha dimostrato anche una ricerca portata a termine nel
2016 dal dottor Will Dixon, epidemiologo della University of Manchester, che ha deciso da tempo
di dedicare parte delle proprie energie per ricercare quella connessione che farebbe aumentare i
dolori fisici in presenza di maltempo.
Tale studio è stato che è riuscito a coinvolgere circa novemila persone. I volontari hanno dovuto scaricare una applicazione sul proprio apparecchio telefonico e
l’hanno utilizzata come un vero e proprio diario digitale sul quale segnavano, giorno per giorno,
l’evolversi del loro dolore fisico. L’applicazione, studiata appositamente, prendeva nota degli agenti
atmosferici e delle condizioni meteo delle varie località di residenza dei singoli pazienti ed
incrociava tali dati con quelli del dolore segnalati giornalmente. Così facendo, i ricercatori sono
riusciti a vedere in maniera molto chiara e dettagliata quel collegamento tra il dolore fisico e il
grigiore del cielo, o la pioggia. Già nel 2014, un’equipe di ricercatori italiani aveva avviato una
ricerca secondo la quale esistono, al mondo, persone metereopatiche o metereosensibili. Nell’ultimo
caso, una persona mete reosensibile è più vulnerabile a disturbi fisici o psichici durante un
cambiamento climatico; nel primo caso invece, un paziente metereopatico diventa “vittima” di un
sostanziale calo della propria qualità di vita. Ci sono da distinguere due fattori, però: quando a causa
del maltempo ci si sente più assonnati e la voglia di affrontare la giornata cala, non vi è alcun tipo di
problema, poiché rientra tutto nella normalità. Il problema sussiste quando non ci si riesce ad alzare
dal letto o si ha una ricaduta di artrosi che ci costringe ad interrompere l’attività lavorativa. In
quest’ultimo caso si parla di una vera e propria patologia. Perché avviene questo? Perché durante un
cambio atmosferico il nostro organismo si modifica per adattarsi al meglio e sopravvivere, ciò
comporta non poco stress fisico e chi è vulnerabile non riesce a compensare al meglio tale
alterazione, lamentando fastidi. Il fattore più probabile in gioco sembra essere la pressione
barometrica. La sfida è che alcuni studi dimostrano che il dolore aumenta con l’abbassamento della
pressione barometrica mentre altri dimostrano l’aumento del dolore con un aumento della pressione
barometrica. Uno studio del reumatologo Michael Smit pubblicato nel 1997 su International Journal of Biometeorology ha esaminato una possibile relazione tra dolore, rigidità dell’artrite e le variabili
meteo come temperatura, umidità relativa, pressione barometrica, velocità del vento e
precipitazioni.
relativa sono indipendentemente associati ad un aumento del dolore e della rigidità dell’artrite.
Tuttavia, altri studi minori devono ancora raggiungere gli stessi risultati, quindi i dottori sostengono
che l’inconsistenza nella ricerca rende difficile trarre qualsiasi conclusione definitiva. “Detto
questo, molte persone riportano un aumento del dolore con l’aumento delle precipitazioni e del
freddo, condizioni coerenti con un calo della pressione barometrica. Biologicamente, la connessione
tra cambiamenti della pressione barometrica e il dolore articolare ha senso”, aggiunge Smith. Smith
spiega che non tutti ricevono sollievo quando le condizioni meteo si calmano, ma la maggior parte
dei pazienti sembra avere una riduzione del dolore una volta che il maltempo è passato. Decidere di
fare vita sedentaria per difendersi dal dolore però non è una scelta vincente così come non lo è
scegliere un abbigliamento leggero e comunque non adatto alle temperature rigide non aiuta a stare
meglio. L’ideale, quindi è non rinunciare a muoversi ma mantenere ben caldi i tessuti muscolo-
articolari con una serie di accorgimenti, per esempio: - fare un bagno (o una doccia) molto caldo al
mattino, per attivare i muscoli e sciogliere le contratture; - proteggersi con indumenti caldi, che
evitino durante il raffreddamento delle articolazioni e le proteggano dall’umidità; - fare attività
fisica costantemente, in modo da tenere muscoli e articolazioni in allenamento.
Passeggiate e ginnastica dolce sono un toccasana per tutti.
Panorama Edit
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