L’influenza
che verrà
o che c'è già
Le prime previsioni, sulla base dell’andamento dell’epidemia nell’emisfero australe, parlano di meno casi ma più aggressivi
Ormai è iniziato l’inverno, una stagione che dal punto di vista della tua salute significa soprattutto
una cosa: i primi freddi e i primi starnuti. Ma è anche il momento giusto per prepararsi a
fronteggiare l’arrivo del periodo influenzale, che di solito raggiunge il suo picco durante i mesi
invernali. Quella scorsa è stata tra le due peggiori degli ultimi anni per numero di casi, pur essendo
partita un po’ in sordina. Quest’anno le prime previsioni che si possono fare, soprattutto sulla base
dell’andamento dell’epidemia nell’emisfero australe, sono per una stagione con meno casi ma più
aggressivi. Il modo migliore per prevenire l’infezione è il vaccino antinfluenzale, anche se è bene
chiarire che protegge solo e soltanto dal virus influenzale (quello “pericoloso”) e non dai numerosi
virus para-influenzali (quelli solo “fastidiosi”) responsabili delle numerosi sindromi da
raffreddamento che si verificano durante l’inverno.
Il vaccino non può provocare l’influenza, ma è
bene chiarire che può proteggere solo dall’influenza stagionale e non dalle tante sindromi
parainfluenzali in grado di causare raffreddore, sintomi intestinali, mal di gola... L’influenza si
distingue da tutte le altre forme parainfluenzali per la presenza di tre caratteristiche: insorgenza
brusca della febbre oltre i 38°C; presenza di almeno un sintomo sistemico (dolori
muscolari/articolari); presenza di un sintomo respiratorio (tosse, naso che cola,
congestione/secrezione nasale, mal di gola). La protezione del vaccino comincia circa due settimane
dopo la vaccinazione e dura per sei-otto mesi circa, per poi decrescere, insomma fino al ritorno del
caldo. Bisogna chiarire poi che ogni anno questo tipo di prevenzione deve essere ripetuta, un po’
perché si esaurisce la copertura e un po’ perché il farmaco viene modificato in base a quali ceppi del
virus stanno circolando di più. Come si fa a saperlo? Guardando le zone del Pianeta dove l’inverno
è già arrivato. Quest’anno i virus influenzali saranno più insidiosi perché oltre al quelli già
conosciuti nelle passate stagioni, B/Colorado e B/ Phuket, saranno presenti anche due nuove
varianti: H3N2 (A/Kansas) e H1N1(A/Brisbane). Soprattutto l’H3N2 ha la capacità di lavorare in
coppia con lo streptococco pneumoniae, e può quindi portare una sovrapposizione batterica. Oltre
ad avere una maggiore capacità diffusiva, soprattutto l’H1N1 nei piccoli e l’H3N2 nei più anziani e
fragili, possono provocare maggiori severità e rischio di complicanze. Pertanto l’Organizzazione
mondiale della sanità raccomanda l’uso di vaccini quadrivalenti. Se è vero che l’influenza non deve
destare preoccupazione nella popolazione sana essa può avere conseguenze anche gravi per i
soggetti a rischio.
Il vaccino costituisce una prevenzione efficace contro le complicanze e per
proteggere le persone più esposte della propria famiglia. Ed è, senza dubbio, un salvavita, proprio
per le categorie più fragili: i bambini molto piccoli, gli anziani, gli immunodepressi e coloro che
sono affetti da patologie croniche respiratorie o cardiache. Il caso emerso del bambino negli Usa
morto per influenza ci ricorda che questa malattia può uccidere, soprattutto i soggetti più fragili. La
vaccinazione non è uno strumento perfetto, ma è il modo migliore per proteggersi dall’influenza.
Una volta vaccinati però è possibile ammalarsi comunque di influenza anche se vaccinata. È
possibile per questi due motivi: - ci si potrebbe essere esposti al virus poco prima di essere stati
vaccinati o nel periodo dopo il vaccino in cui l’organismo sta sviluppando la protezione. Ci si
potrebbe quindi ammalare prima che il vaccino sia diventato efficace. - si potrebbe venire in
contatto con un virus dell’influenza non incluso nel vaccino stagionale. Ogni anno, circolano diversi
virus influenzali. Il vaccino è studiato per proteggere contro i tre o quattro ceppi ritenuti i più
comuni dalla ricerca. - sfortunatamente, alcuni soggetti possono comunque infettarsi, nonostante la
vaccinazione, con uno dei virus cui il vaccino dovrebbe dare protezione. La protezione fornita dal
vaccino può variare notevolmente, in funzione dello stato di salute e dell’età dell’individuo che
viene vaccinato. In generale funziona meglio negli adulti sani più giovani e nei bambini più grandi.
Nei soggetti più anziani e persone con alcune malattie croniche che sviluppano in risposta al
vaccino un minor livello di immunità può però attenuare l’influenza se comunque contratta e ridurre
il rischio di conseguenze gravi come il ricovero ospedaliero. È in fase di sperimentazione una nuova
formulazione (studiata da ricercatori dello Jenner Institute, dell’Università di Oxford e dall’azienda
Vaccitech, fondata da ricercatori dell’Università stessa); l’obiettivo è quello di arrivare a offrire un
vaccino universale, che non richieda più la variazione annuale dei ceppi con la conseguente
necessità rivaccinazione (anche se la durata della protezione sembrerebbe comunque limitata a 2-4
anni). Oltre alle vaccinazioni e l’eventuale uso di farmaci antivirali, per limitare la diffusione
dell’influenza, è importante lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone,
coprire la bocca e il naso con un fazzoletto quando si tossisce e starnutisce e poi gettarlo nella
spazzatura, e aerare regolarmente le stanze in cui si soggiorna.
I falsi miti sul vaccino
Ancora troppo poche sono le persone che scelgono di vaccinarsi. Perché? Quali sono le paure che
ancora resistono? L’influenza è una malattia grave e quanto? Il vaccino antinfluenzale protegge al
cento per cento e da quali virus? Può avere conseguenze indesiderate? Ci si ammala lo stesso? In
vista dell’arrivo dell’influenza – previsto a partire da dicembre – l’Organizzazione mondiale della
sanità prova a demolire alcuni falsi miti sulla malattia, ricordando che quest’anno ricorrono i cento
anni dalle catastrofica “influenza spagnola”.
L’INFLUENZA NON È GRAVE, QUINDI NON NE HO BISOGNO
Falso, sostiene l’Oms: “Fino a 650.000 persone all’anno possono morire di influenza. E questo dato
è legato solo ai decessi per problemi respiratori, quindi il probabile impatto è ancora più alto. Anche
soggetti sani possono contrarre l’influenza, ma succede soprattutto a chi ha un sistema immunitario
vulnerabile. La maggior parte dei malati si riprende in poche settimane, alcuni però possono
sviluppare complicanze, come infezioni dell’orecchio, polmonite, infiammazioni al cuore o al
cervello”.
PUÒ DARE L’INFLUENZA
Falso: “Il vaccino – rileva sempre l’Organizzazione mondiale della Sanità - contiene virus inattivati
che non possono dare l’ influenza. Se ci si sente doloranti o leggermente febbrili, è una normale
reazione del sistema immunitario alla vaccinazione e generalmente ci si riprende dopo un giorno o
due”.
CAUSA GRAVI EFFETTI COLLATERALI
Falso: “Il vaccino antinfluenzale – garantisce l’Oms - è sicuro. Gli effetti collaterali gravi sono
estremamente rari. Una persona su un milione può avere la sindrome di Guillain- Barré, che causa
debolezza muscolare e paralisi. È più facile prendere questa sindrome a causa dell’influenza che per
colpa del vaccino”.
L’HO FATTO E HO ANCORA L’INFLUENZA
Falso: “I vaccini agiscono contro i virus influenzali più diffusi nella stagione precedenti, non contro
centinaia di altri virus che causano malanni scambiabili con l’influenza. I vaccini - prosegue -
riducono dell’80 per cento la diffusione dell’influenza e del 50 per cento la mortalità. La possibilità
di ammalarsi non è eliminata. In caso di contagio, però, il vaccino attenua i sintomi, gestibili
attraverso il ricorso ai farmaci”.
SONO INCINTA QUINDI NON LO DEVO FARE
Falso: “In particolare – rammenta l’Oms - proprio le donne incinte dovrebbero fare il vaccino
antinfluenzale, poiché il loro sistema immunitario è più debole del solito. Il vaccino antinfluenzale
inattivato è sicuro in qualsiasi fase della gravidanza”.
GLI ANTIBIOTICI LA POSSONO CURARE
Falso: Gli antibiotici sono efficaci solo contro malattie di origine batterica e risultano totalmente
impotenti nei confronti di una malattia virale come l’influenza. L’uso inappropriato di tali farmaci
potrebbe, inoltre, essere controproducente in quanto potrebbe rendere la loro azione inefficace,
qualora la loro assunzione fosse realmente necessaria. La vaccinazione è la forma più efficace di
prevenzione dell’influenza
Panorama Edit
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