Lo Champagne
incontra l'arte
Degustare il vino
in modo originale
I colori dello Champagne |
Il Bureau du Champagne ha organizzato un incontro sulla nuova analisi sensoriale e a Milano ci si è concentrati sui colori delle bolle e sui richiami a 15 opere artistiche.
Una serata spesa in un viaggio nel mondo dei colori e del vino: “I Colori dello Champagne”, ha permesso di scoprire attraverso 15 grandi opere l'attrazione che si percepisce tra lo Champagne e il linguaggio dell'arte. L'occasione è stata un nuovo appuntamento del Bureau du Champagne in Italia nel suo programma per valutare in modo originale il rapporto tra le bollicine francesi per antonomasia e i cinque sensi dell'essere umano: dopo olfatto, udito e tatto, è toccato alla vista, attraverso una degustazione condotta da Pietro Palma, ambasciatore dello Champagne per l'Italia 2018, e da Arianna Piazza, storica dell'arte e formatrice. Un modo in pratica per fare nuova analisi sensoriali.
Dalla vetrata di Marc Chagall nella Cattedrale di Reims alla Madonna Litta di Leonardo Da Vinci, dalla Dama del Pollaiolo alle stampe pubblicitarie ideate da Pierre Bonnard e René Gruau: sono queste alcune delle opere d'arte scelte per raccontare come due mondi apparentemente distanti siano invece molto vicini. Il gioco partriva dalla varietà dei colori dello Champagne, dall'oro antico a quello giallo, grigio o verde, passando per il giallo paglierino e arrivando ai rosa salmone e tenero, ognuno con una nutrita gamma di sfumature. Come una vera e propria paletta di colori.
Certo le opere elezionate da abbinare a 5 champagne nettamente distinguibili per colore erano solo una delle tante possibilità offerte dal mondo dell'arte, ma proprio questo è il bello di un meccanismo che permette di avvicinarsi al vino in modo diverso dai riti forse un po' superati delle varie scuole di sommellerie. Non entrano in campo gli aromi o i retrogusti, che comunque restano un punto fermo per le valutazioni, ma le emozioni.
Un'esperienza che permette anche di paragonare gli chef de cave agli artisti, entrambi hanno una mission: dare vita, con il loro talento e la loro propensione, ad autentici capolavori, al termine di complesse fasi di elaborazione, rese possibili dall'immancabile gioco di squadra. Ad avvicinare i due mondi, anche una serie di parole comuni, tra enologia ed arte: basti pensare a termini come “assemblaggio”, “tessitura”, “sfumatura” o “saturazione”. Forse un po' di forzature ci sono (anche solo nell'immaginare degli enologi come novelli Leonardo...), ma l'imporante è dare un'idea di fondo di come si può "vedere" oggi il vino.
Dalla serata è emerso in modo netto come la vista è più che mai il primo senso coinvolto quando si degusta uno champagne. Già il colore, infatti, è in grado di svelare alcune caratteristiche della cuvée servita nel bicchiere: una tonalità gialla con riflessi verdi indica in genere una prevalenza di Chardonnay, mentre leggeri riflessi rossi denotano una predominanza di vitigni a bacca nera come Pinot Noir e Meunier. Nel tempo anche i colori del vino evolvono, assumendo toni giallo dorati, ramati o ambrati. Le varianti di sfumature sono ancora maggiori nei rosé: rosa pallido o intenso, passando attraverso tonalità più o meno decise a seconda dell’assemblaggio. Con l’invecchiamento, gli Champagne rosé prendono sfumature aranciate più scure.
«Nel corso dei secoli - ha dichiarato Thibaut Le Mailloux, direttore del Comité Champagne - lo Champagne ha rappresentato una fonte inesauribile di ispirazione per l’immaginario degli artisti di tutto il mondo. Anche per questo motivo abbiamo scelto l’arte come ideale abbinamento per esplorare le emozioni a livello visivo che lo Champagne sa regalare. Alcune delle opere descritte oggi sono custodite nella nostra regione, meta enoturistica sempre più apprezzata anche dagli italiani, soprattutto dopo che nel 2015 i Coteaux, Maisons et Caves della Champagne sono stati iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco».
Tutti gli abbinamenti
Ritratto di donna (Dama del Pollaiolo) - Piero del Pollaiolo
Affiche Champagne - René Gruau
Facciata della Cattedrale di Reims
Bruno Paillard, Cuvée 72 - Qui prevale il color oro paglierino che enfatizza la ricchezza delle varietrà dei cru utilizzati (32 di annata e 25 di riserve) sulla base di un assmeblaggio di 45% di Pinot noir, 33% di Chardommay e 22% di Meunier. Il tutto con 36 mesdi sui lieviti e altri 36 di riposo in cantina dopo la sboccatura.
Vetrata della Cattedrale di Reims - Marc Chagall
Madonna Litta - Leonardo da Vinci
Les Débauchés
Françoise Bedel, Dis "Vin Secret" - Qui vince vince l'idea dell'oro giallo che dà ancora più consistenza al gusto di vinoso di queste bollicine che per il 90% sono a base di Meunier.
Madonna con bambino - Giovanni Antonio Boltraffio
Le Goût - Philippe Mercier
Tapisserie des vendanges
Billecart Salmon, Rosé - Nome nomen per il colore di questo rosè dai toni tenui frutto di un elaborato mix fra 40% di Chardonnay, 30% di Menuier e 30 di Pinot noir (di cui l'8% di vino fermo che da la colorazione). il 40% dei vini è da riserve e sta 36 mesi sui liviti.
Cavaliere in Nero - Giovanni Battista Moroni
Madonna dell’Umiltà e angeli musicanti - Zanobi Strozzi
Affiche France Champagne - Pierre Bonnard
De Barfontarc, Rosé de Saignée - Un vino fruttato con un rosa intenso dovuto alla macerazione delle bucce, per poche ore, di Pinot noir (100%) che fa solo acciaio.
Zuppiera del grande servizio detto “dei fiori indiani” - Manifattura Meissen
Ritratto di donna - Palma il Vecchio
Portale centrale scolpito della Cattedrale di Reims
Don Ruinart, Blanc de Blancs 2007 - L'oro verde che contradistingue il top di Ruinart deriva dall'essere un blanc de blancs millesimato prodotto da sole uve Chardonnay e maturato sui lieviti in bottiglia per almeno 72 mesi. Un colore che sottolinea effiacemente l'eleganza del vino ricco di note floreali e minerali.
Le tappe precedenti
“I colori dello Champagne” è la quarta tappa di un percorso che ha portato alla scoperta delle sensazioni che può regalare lo champagne attraverso i cinque sensi. Il primo laboratorio (2016) è stato dedicato all’olfatto: in questo senso era stata organizzata una degustazione accompagnata da un allestimento che riuniva tutti i 52 elementi che costituiscono la tavola dell’evoluzione degli aromi dello Champagne: dalla crosta di pane ai frutti di bosco, dal cioccolato al miele fino al tabacco. Poi, nel 2017, l’attenzione è stata spostata sull’udito, con un gioco basato sugli abbinamenti musicali. In quell’occasione era stato un pianoforte a evocare, attraverso le sue note, le immagini uditive di ogni cuvée pescando tra gli stili più diversi: da Satie a Couperin, da Schubert a Ravel. L’anno scorso, infine, il tatto, per una degustazione che aveva messo in rapporto lo Champagne con il mondo dei tessuti e della moda.
Italiaatavola
Per informazioni: www.champagne.it
Un viaggio nel mondo dei colori e del vino
Dalla vetrata di Marc Chagall nella Cattedrale di Reims alla Madonna Litta di Leonardo Da Vinci, dalla Dama del Pollaiolo alle stampe pubblicitarie ideate da Pierre Bonnard e René Gruau: sono queste alcune delle opere d'arte scelte per raccontare come due mondi apparentemente distanti siano invece molto vicini. Il gioco partriva dalla varietà dei colori dello Champagne, dall'oro antico a quello giallo, grigio o verde, passando per il giallo paglierino e arrivando ai rosa salmone e tenero, ognuno con una nutrita gamma di sfumature. Come una vera e propria paletta di colori.
Certo le opere elezionate da abbinare a 5 champagne nettamente distinguibili per colore erano solo una delle tante possibilità offerte dal mondo dell'arte, ma proprio questo è il bello di un meccanismo che permette di avvicinarsi al vino in modo diverso dai riti forse un po' superati delle varie scuole di sommellerie. Non entrano in campo gli aromi o i retrogusti, che comunque restano un punto fermo per le valutazioni, ma le emozioni.
Un'esperienza che permette anche di paragonare gli chef de cave agli artisti, entrambi hanno una mission: dare vita, con il loro talento e la loro propensione, ad autentici capolavori, al termine di complesse fasi di elaborazione, rese possibili dall'immancabile gioco di squadra. Ad avvicinare i due mondi, anche una serie di parole comuni, tra enologia ed arte: basti pensare a termini come “assemblaggio”, “tessitura”, “sfumatura” o “saturazione”. Forse un po' di forzature ci sono (anche solo nell'immaginare degli enologi come novelli Leonardo...), ma l'imporante è dare un'idea di fondo di come si può "vedere" oggi il vino.
Dalla serata è emerso in modo netto come la vista è più che mai il primo senso coinvolto quando si degusta uno champagne. Già il colore, infatti, è in grado di svelare alcune caratteristiche della cuvée servita nel bicchiere: una tonalità gialla con riflessi verdi indica in genere una prevalenza di Chardonnay, mentre leggeri riflessi rossi denotano una predominanza di vitigni a bacca nera come Pinot Noir e Meunier. Nel tempo anche i colori del vino evolvono, assumendo toni giallo dorati, ramati o ambrati. Le varianti di sfumature sono ancora maggiori nei rosé: rosa pallido o intenso, passando attraverso tonalità più o meno decise a seconda dell’assemblaggio. Con l’invecchiamento, gli Champagne rosé prendono sfumature aranciate più scure.
«Nel corso dei secoli - ha dichiarato Thibaut Le Mailloux, direttore del Comité Champagne - lo Champagne ha rappresentato una fonte inesauribile di ispirazione per l’immaginario degli artisti di tutto il mondo. Anche per questo motivo abbiamo scelto l’arte come ideale abbinamento per esplorare le emozioni a livello visivo che lo Champagne sa regalare. Alcune delle opere descritte oggi sono custodite nella nostra regione, meta enoturistica sempre più apprezzata anche dagli italiani, soprattutto dopo che nel 2015 i Coteaux, Maisons et Caves della Champagne sono stati iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco».
Gli Champagne degustati durante la serata
Tutti gli abbinamenti
Ritratto di donna (Dama del Pollaiolo) - Piero del Pollaiolo
Affiche Champagne - René Gruau
Facciata della Cattedrale di Reims
Bruno Paillard, Cuvée 72 - Qui prevale il color oro paglierino che enfatizza la ricchezza delle varietrà dei cru utilizzati (32 di annata e 25 di riserve) sulla base di un assmeblaggio di 45% di Pinot noir, 33% di Chardommay e 22% di Meunier. Il tutto con 36 mesdi sui lieviti e altri 36 di riposo in cantina dopo la sboccatura.
Vetrata della Cattedrale di Reims - Marc Chagall
Madonna Litta - Leonardo da Vinci
Les Débauchés
Françoise Bedel, Dis "Vin Secret" - Qui vince vince l'idea dell'oro giallo che dà ancora più consistenza al gusto di vinoso di queste bollicine che per il 90% sono a base di Meunier.
Madonna con bambino - Giovanni Antonio Boltraffio
Le Goût - Philippe Mercier
Tapisserie des vendanges
Billecart Salmon, Rosé - Nome nomen per il colore di questo rosè dai toni tenui frutto di un elaborato mix fra 40% di Chardonnay, 30% di Menuier e 30 di Pinot noir (di cui l'8% di vino fermo che da la colorazione). il 40% dei vini è da riserve e sta 36 mesi sui liviti.
Cavaliere in Nero - Giovanni Battista Moroni
Madonna dell’Umiltà e angeli musicanti - Zanobi Strozzi
Affiche France Champagne - Pierre Bonnard
De Barfontarc, Rosé de Saignée - Un vino fruttato con un rosa intenso dovuto alla macerazione delle bucce, per poche ore, di Pinot noir (100%) che fa solo acciaio.
Zuppiera del grande servizio detto “dei fiori indiani” - Manifattura Meissen
Ritratto di donna - Palma il Vecchio
Portale centrale scolpito della Cattedrale di Reims
Don Ruinart, Blanc de Blancs 2007 - L'oro verde che contradistingue il top di Ruinart deriva dall'essere un blanc de blancs millesimato prodotto da sole uve Chardonnay e maturato sui lieviti in bottiglia per almeno 72 mesi. Un colore che sottolinea effiacemente l'eleganza del vino ricco di note floreali e minerali.
Le tappe precedenti
“I colori dello Champagne” è la quarta tappa di un percorso che ha portato alla scoperta delle sensazioni che può regalare lo champagne attraverso i cinque sensi. Il primo laboratorio (2016) è stato dedicato all’olfatto: in questo senso era stata organizzata una degustazione accompagnata da un allestimento che riuniva tutti i 52 elementi che costituiscono la tavola dell’evoluzione degli aromi dello Champagne: dalla crosta di pane ai frutti di bosco, dal cioccolato al miele fino al tabacco. Poi, nel 2017, l’attenzione è stata spostata sull’udito, con un gioco basato sugli abbinamenti musicali. In quell’occasione era stato un pianoforte a evocare, attraverso le sue note, le immagini uditive di ogni cuvée pescando tra gli stili più diversi: da Satie a Couperin, da Schubert a Ravel. L’anno scorso, infine, il tatto, per una degustazione che aveva messo in rapporto lo Champagne con il mondo dei tessuti e della moda.
Italiaatavola
Per informazioni: www.champagne.it
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