Napoli sceglie
la qualità
I bar riapriranno
solo al meglio
Nonostante la possibilità di servire al banco i clienti già ieri, i baristi napoletani hanno preferito aspettare il 21 maggio, quando il servizio potrà essere completo.
ANapoli città, i bar più famosi, con la loro allure a custodia degli asset intangibili, hanno deciso di rimandare l’apertura a date comunque imminenti, a fronte di tre fattori. Il primo risiede nell’interpretazione delle disposizioni emanate dalla Regione Campania e rese note nella loro ufficialità a poche ore dal 18 maggio fatidico. "Da lunedì, si può riaprire". Appunto, si può, ve ne è facoltà, ma non è che si deve, non vi è obbligatorietà.
A ciò si aggiunge che per tre giorni, da lunedì a mercoledì, sarà consentito solo il servizio al banco, con i vincoli ben noti, e solo da giovedì - in contemporanea con l’apertura dei ristoranti - sarà consentito anche il servizio ai tavoli.
E ai bar famosi, il valore aggiunto sia percepito che erogato, nonché il più interessante margine di contribuzione, arriva dal servizio al tavolo che genera scontrini medi di valore ben superiore a quelli del banco. Inoltre, è il servizio al tavolo, nel suo insieme con cornice di forma ed importanza dei dettagli, che esprime netta e vistosa la differenza con tutti gli altri bar.
Se appena appena un pizzico di facezia ci è consentito, e lo stress accumulato nel lungo periodo del lockdown dovrebbe non solo consentircelo ma addirittura incentivarlo, diremmo che si è agito un po’ come nel celebre film di Moretti “Ecce bombo”: «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?», che qui diventa: «I miei clienti e anche gli altri stakeholders, mi notano di più (e faccio più notizia) se resto chiuso oppure se apro come fanno tutti gli altri ?».
Se appena appena un ulteriore pizzico di facezia ci è consentito, allora facciamo notare che lunedì è stato anche il primo giorno di apertura dei parrucchieri. E allora, "lasciateci prima andare a rifarci belli e poi apriremo", così hanno pensato patron e collaboratrici e collaboratori del bar famoso. "Non vorreste mica che ci presentiamo al bar senza essere andati prima dal nostro parrucchiere/barbiere", così hanno pensato le clienti ed i clienti del bar famoso.
La dura realtà è che spegnere una macchina è cosa non facile, ma riaccenderla è cosa proprio difficile, soprattutto quando si tratta di riportare immediatamente il locale a quello standing qualitativo che ne costituisce l’essenza identitaria e gli vale la permanenza nel meritatissimo posizionamento alto conquistato nel tempo. Ma giovedì c’è da scommetterci: riapriranno in grande spolvero.
Gambrinus rimane chiuso
A ciò si aggiunge che per tre giorni, da lunedì a mercoledì, sarà consentito solo il servizio al banco, con i vincoli ben noti, e solo da giovedì - in contemporanea con l’apertura dei ristoranti - sarà consentito anche il servizio ai tavoli.
E ai bar famosi, il valore aggiunto sia percepito che erogato, nonché il più interessante margine di contribuzione, arriva dal servizio al tavolo che genera scontrini medi di valore ben superiore a quelli del banco. Inoltre, è il servizio al tavolo, nel suo insieme con cornice di forma ed importanza dei dettagli, che esprime netta e vistosa la differenza con tutti gli altri bar.
Se appena appena un pizzico di facezia ci è consentito, e lo stress accumulato nel lungo periodo del lockdown dovrebbe non solo consentircelo ma addirittura incentivarlo, diremmo che si è agito un po’ come nel celebre film di Moretti “Ecce bombo”: «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?», che qui diventa: «I miei clienti e anche gli altri stakeholders, mi notano di più (e faccio più notizia) se resto chiuso oppure se apro come fanno tutti gli altri ?».
Se appena appena un ulteriore pizzico di facezia ci è consentito, allora facciamo notare che lunedì è stato anche il primo giorno di apertura dei parrucchieri. E allora, "lasciateci prima andare a rifarci belli e poi apriremo", così hanno pensato patron e collaboratrici e collaboratori del bar famoso. "Non vorreste mica che ci presentiamo al bar senza essere andati prima dal nostro parrucchiere/barbiere", così hanno pensato le clienti ed i clienti del bar famoso.
La dura realtà è che spegnere una macchina è cosa non facile, ma riaccenderla è cosa proprio difficile, soprattutto quando si tratta di riportare immediatamente il locale a quello standing qualitativo che ne costituisce l’essenza identitaria e gli vale la permanenza nel meritatissimo posizionamento alto conquistato nel tempo. Ma giovedì c’è da scommetterci: riapriranno in grande spolvero.
di Vincenzo D’Antonio
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