venerdì 3 luglio 2020

"20 euro", la mancetta inutile Serve di più la cassa integrazione

"20 euro",

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Serve di più la cassa 

integrazione

Il Governo porta da 80 a 100 euro il bonus di Renzi e lo spaccia per riforma del cuneo fiscale. E intanto non paga la cig ai dipendenti di bar, ristoranti e hotel .
Con una riforma invece di usare la Cig, lo Stato potrebbe dare soldi ai pubblici esercizi per fare lavorare camerieri e cuochi e migliorare il servizio .

Tre mesi per non pagare la cassa integrazione, un minuto per riavere i vitalizi degli ex parlamentari. Questa la fotografia di un’Italia “malata” in cui tutta la classe politica, con poche eccezioni, sta scavando un solco sempre più profondo rispetto ai cittadini ed ai problemi reali del Paese. E adesso arrivano le nuove “mancette” da 20 euro che dal 1° luglio saranno in busta paga. Se qualcuno si aspettava (e noi con lui) che dopo il lockdown ci sarebbe stato uno scatto in positivo della classe dirigente, la delusione a oggi non può essere più cocente. Altro che esperienza che ci avrebbe migliorato. È bastato che il contagio allentasse la sua pressione (grazie al sole e al sia pur traballante rispetto delle regole del distanziamento) perché tutti i difetti della politica italiana tornassero ad emergere: primo fra tutti la demagogia più spicciola.

20 euro, la mancetta inutile Serve più cassa integrazione

L’esempio più evidente sono proprio le modifiche nella busta paga che hanno fatto scattare una gara a chi la sparava più grossa fra i Ministri. Aveva cominciato quello dell’Economia, Roberto Gualtieri annunciando di aver “ridotto le tasse a 16 milioni di lavoratori… e dal primo luglio gli stipendi aumenteranno: per 11 milioni di lavoratori i vecchi 80 euro (quelli del bonus di Matteo Renzi, ndr) arriveranno a 100 euro”. Ma la vera faccia di bronzo per enfatizzare quello che tecnicamente è solo un ritocco ad una precedente “mancetta” (contro cui aveva fatto addirittura una campagna elettorale) è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, confermando la sua ignoranza in fatto di economia e di politiche del lavoro, annuncia che sarà “effettivo il taglio del cuneo fiscale che interesserà 16 milioni di lavoratori. Significa più soldi in busta paga, con aumenti fino a 100 euro al mese. Non sarà la rivoluzione, ma è sicuramente un importante passo avanti». È incredibile ma qualcuno potrebbe anche credere a queste pagliacciate.



Detto che 20 euro è meglio che un dito nell’occhio, bisogna però essere seri e lasciare da parte la demagogia. La gran parte dei dipendenti (e quindi non certo chi è in cassa integrazione, come chi lavora al bar, al ristorante o in hotel) avranno solo 20 euro in più in busta paga. Giusto la mancetta per la pizza e il gelato. L’Italia ha bisogno di ben altro in questo momento. Basta interventi a pioggia all’insegna dell’assistenzialismo. Gli 80 euro di Renzi costavano allo Stato 10 miliardi di euro, ora con 100 euro l’onere sale 13 e a 16 nel 2021. Un po’ poco per definirlo un taglio al cuneo fiscale.

Questi soldi non cambiano certo la vita a chi li riceverà, ma avrebbero potuto essere impiegati per sostenere chi è davvero in crisi nera, come tutto il mondo dei pubblici esercizi dove la maggior parte dei lavoratori non sta nemmeno ricevendo il contributo della cassa integrazione per l’incompetenza dell’Inps e del ministero del Lavoro.

A conti fatti questa misura appare solo come uno dei tanti annunci fuori misura di un Governo che non ha il coraggio di affrontare la situazione con decisione. Questi 20 euro fanno il paio con la sparata di Conte sulla riduzione dell’Iva. Peccato che dopo l’annuncio non è arrivato nulla. Anche perchè dietro c’era davvero il nulla in fatto di vera riforma fiscale.

20 euro, la mancetta inutile Serve più cassa integrazione

La sensazione è che si voglia solo aumentare l’assistenzialismo per meschini calcoli elettorali. Il caso dei pubblici esercizi è evidente. Il mondo dell’accoglienza è in una crisi drammatica: bar, ristoranti e hotel non lavorano e quando lo fanno sono al di sotto dei parametri minimi per sopravvivere. Non possono pagare gli stipendi e gli affitti. Cosa fa il Governo? Permette ai statali e bancari di restare a lavorare da casa (così saltano tutti i pranzi di lavoro nei centri urbani) e promette cassa integrazione (che non paga regolarmente) e che dice di voler spostare il periodo di copertura fino a dicembre, bloccando anche i licenziamenti… Ma i soldi in cassa non ci sono: mentre ci sono per i 20 euro di mancette.

20 euro, la mancetta inutile Serve più cassa integrazione

Eppure ci sarebbe un modo, quasi a costi invariati, per dare una mano vera alle imprese: girare i soldi della Cig alle aziende perchè paghino i dipendenti facendoli lavorare e aumentare il livello e la qualità del servizio. Usando la decontribuzione questo intervento allo Stato costerebbe lo stesso, ma bar, ristoranti ed hotel potrebbe avere un personale capace di fronteggiare meglio la riorganizzazione del lavoro imposta dal post covid-19. È necessaria una riforma, ma invece si pensa alle mancette, dopo avere già messo in ginocchio l’Italia con il reddito di cittadinanza. Basta assistenzialismo bisogna sostenere le imprese.
di Alberto Lupini
direttore
Alberto Lupini

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