Cig, Conte insoddisfatto dell'Inps.Tanti bar
e ristoranti
ancora senza
Il Premier ha convocato Tridico, presidente dell'Inps, per lamentarsi dei ritardi e dei lavoratori non pagati, lavoratori che in realtà sono molti di più rispetto alle stime fatte dall'istituto.
Il premier Giuseppe Conte si è detto «fortemente insoddisfatto» per i ritardi sulla Cassa integrazione, aggiungendo che sono 150mila i lavoratori italiani che ancora l'attendono. In realtà i numeri sono più alti - si parla di almeno 500mila lavoratori. Abbiamo infatti già evidenziato la discordanza tra i numeri dichiarati dall'Inps - bonifici versati al 96% dei lavoratori - e le denunce delle imprese che ancora lamentano in 4 casi su 10 mancati versamenti per la totalità dei loro dipendenti. Alla luce di questo, si fa ancora più grave una situazione che il premier ha definito «inaccettabile», dopo aver convocato il presidente dell'Inps Pasquale Tridico. A questo problema si aggiunge quello che interessa soprattutto realtà come bar e ristoranti: la cassa integrazione verrà prolungata fino a dicembre 2020 per dare sufficientemente respiro e la possibilità di rialzarsi alle diverse attività?
Conte si è raccomandato con Tridico: adesso bisogna «monitorare e vigilare» sul nuovo meccanismo introdotto col Decreto Rilancio, che ha scavalcato il passaggio dalle singole Regioni, prevedendo l'anticipo del 40% da parte dello Stato su una previsione del mese entrante.
Dicendo questo, Conte ha comunque riconfermato la sua fiducia a Tridico. Una fiducia che nei giorni scorsi era stata messa in discussione, ad esempio, dall'ex ministro Carlo Calenda, che ne ha chiesto ufficialmente le dimissioni dopo il mancato mantenimento della promessa: "tutti entro il 12 giugno riceveranno la Cassa integrazione".
«Il presidente Conte ha voluto sapere tutto sulla Cassa integrazione, abbiamo fatto un'analisi dettagliata sui numeri e sulle articolazioni della Cassa integrazione, ha voluto sapere i diversi step e le criticità che condividiamo tutti, che l'Istituto ha affrontato e che sono attenzionate - ha detto Tridico lasciando Palazzo Chigi - Conte ha voluto sapere come eliminare le criticità». Lo stesso Tridico ha aggiunto poi: «Ad oggi sono stati pagati 5,8 milioni di Cassa integrazione. Restano fuori 150mila persone a giugno». Eppure le lamentele mosse dalle imprese indicano numeri più alti e preoccupanti.
La vera preoccupazione, specialmente per attività colpite dalla crisi come bar e ristoranti, riguarda non solo il ritardo nel pagamento della Cassa integrazione, ma anche fino a quando questa verrà portata avanti. A dare voce a questa necessità, una manifestazione di qualche giorno fa a Milano ha visto protagonisti decine di ristoratori del capoluogo lombardo, in ginocchio a piazza della Scala, chiedendo che la Cig venisse prolungata fino almeno alla fine del 2020. A questo proposito, è intervenuto (in un'intervista al Corriere della Sera) il viceministro all'Economia Antonio Misiani, dicendo che «la proroga della cassa integrazione» è già prevista, relazionata allo «scostamento di bilancio che dovremo approvare a luglio, con un nuovo aumento del deficit» e che «già prevede una lunga lista di interventi.
Importante ricordare che da settimana scorsa, su iniziative dei ministri dell'Economia e del Lavoro, le imprese possono chiedere immediatamente le 4 settimane di integrazione salariale che prima erano programmate per l'autunno, un aiuto per quei pubblici esercizi che hanno già terminato le 14 settimane concesse dall'inizio della crisi.
Una richiesta che invece il Premier vorrebbe sostituire con un'altra idea. Incentivare le aziende a non utilizzare la Cassa integrazione in cambio di una robusta defiscalizzazione del costo dei lavoratori. Stando a quel che riferisce l'Adnkronos il premier avrebbe chiesto al numero uno dell'Inps di formulare un parere su questa proposta. Si tratta di una proposta a cui Conte starebbe lavorando con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. La proposta per "scoraggiare" la Cig consentirebbe di favorire la ripresa delle attività dal lato dell'offerta, potrebbe portare a un sostanzioso risparmio delle risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali e consentirebbe ai lavoratori di rimanere in attività usufruendo di una retribuzione piena. Italiaatavola
Giuseppe Conte e Pasquale Tridico
La situazione è dunque tesa. Come ha riportato l'AdnKronos, è stato assicurato che Conte sia consapevole del «lavoro straordinario» messo in piedi dall'Inps, alle prese però con un sistema - quello della Cassa integrazione - che non era pronto a fronteggiare un'onda d'urto così forte, come quella innescata dal Covid-19.Conte si è raccomandato con Tridico: adesso bisogna «monitorare e vigilare» sul nuovo meccanismo introdotto col Decreto Rilancio, che ha scavalcato il passaggio dalle singole Regioni, prevedendo l'anticipo del 40% da parte dello Stato su una previsione del mese entrante.
Dicendo questo, Conte ha comunque riconfermato la sua fiducia a Tridico. Una fiducia che nei giorni scorsi era stata messa in discussione, ad esempio, dall'ex ministro Carlo Calenda, che ne ha chiesto ufficialmente le dimissioni dopo il mancato mantenimento della promessa: "tutti entro il 12 giugno riceveranno la Cassa integrazione".
«Il presidente Conte ha voluto sapere tutto sulla Cassa integrazione, abbiamo fatto un'analisi dettagliata sui numeri e sulle articolazioni della Cassa integrazione, ha voluto sapere i diversi step e le criticità che condividiamo tutti, che l'Istituto ha affrontato e che sono attenzionate - ha detto Tridico lasciando Palazzo Chigi - Conte ha voluto sapere come eliminare le criticità». Lo stesso Tridico ha aggiunto poi: «Ad oggi sono stati pagati 5,8 milioni di Cassa integrazione. Restano fuori 150mila persone a giugno». Eppure le lamentele mosse dalle imprese indicano numeri più alti e preoccupanti.
La vera preoccupazione, specialmente per attività colpite dalla crisi come bar e ristoranti, riguarda non solo il ritardo nel pagamento della Cassa integrazione, ma anche fino a quando questa verrà portata avanti. A dare voce a questa necessità, una manifestazione di qualche giorno fa a Milano ha visto protagonisti decine di ristoratori del capoluogo lombardo, in ginocchio a piazza della Scala, chiedendo che la Cig venisse prolungata fino almeno alla fine del 2020. A questo proposito, è intervenuto (in un'intervista al Corriere della Sera) il viceministro all'Economia Antonio Misiani, dicendo che «la proroga della cassa integrazione» è già prevista, relazionata allo «scostamento di bilancio che dovremo approvare a luglio, con un nuovo aumento del deficit» e che «già prevede una lunga lista di interventi.
Importante ricordare che da settimana scorsa, su iniziative dei ministri dell'Economia e del Lavoro, le imprese possono chiedere immediatamente le 4 settimane di integrazione salariale che prima erano programmate per l'autunno, un aiuto per quei pubblici esercizi che hanno già terminato le 14 settimane concesse dall'inizio della crisi.
Una richiesta che invece il Premier vorrebbe sostituire con un'altra idea. Incentivare le aziende a non utilizzare la Cassa integrazione in cambio di una robusta defiscalizzazione del costo dei lavoratori. Stando a quel che riferisce l'Adnkronos il premier avrebbe chiesto al numero uno dell'Inps di formulare un parere su questa proposta. Si tratta di una proposta a cui Conte starebbe lavorando con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. La proposta per "scoraggiare" la Cig consentirebbe di favorire la ripresa delle attività dal lato dell'offerta, potrebbe portare a un sostanzioso risparmio delle risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali e consentirebbe ai lavoratori di rimanere in attività usufruendo di una retribuzione piena. Italiaatavola
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