Proloco Trastevere
Tutto il buono della cucina laziale
Una bottega con cucina dedicata alle eccellenze produttive del territorio locale e ai piatti tipici della tradizione romano-laziale a cui si aggiunge la bontà delle pizze gourmet.
Anche da una circostanza negativa come il famigerato virus che ha fermato tutto, possono nascere nuove proposte e una piacevole idea di accoglienza. È stato così al Proloco Trastevere di via Mameli. All’attesissima ripresa era già tutto pronto: sicurezza, rimodulazione di ampi spazi interni e all’aria aperta, nuovi orari, menu rinnovato e una grande voglia di rimettersi in gioco. Nei mesi di buio si è studiata la logistica, rincorrendo le disposizioni che via via arrivavano, ma è stata anche rinnovata la proposta enogastronomica, pensando al ritorno dei clienti, altrettanto segnati dal lockdown ma desiderosi di gusto, convivialità e sicurezza.
Il titolare del locale, Vincenzo Mancino, ideatore del marchio di qualità DOL (Di Origine Laziale), seleziona dal 2005 eccellenze enogastronomiche regionali e con la compagna Elisabetta Guaglianone le ripropone in piatti tipici sempre meno conosciuti nella loro reale identità. «Il momento è difficile, la ripresa è lenta e le preoccupazioni per il futuro sono tantissime - dice Elisabetta - ma non si deve stare fermi. La gente ha voglia di uscire all’aria aperta apprezzando locali in cui venga assicurata la sicurezza e dove anche il cibo sia una garanzia. Per questo riteniamo importante continuare a promuovere i prodotti dell’enogastronomia laziale anche sviluppando un Proloco delivery con una carta ampliata, disponibile dalle 18 alle 22.30, a cui pensavamo da tempo. Il nostro lavoro è cambiato, ma dobbiamo essere forti e contare sul sostegno della nostra clientela per sorreggerci moralmente ed economicamente».
Dilatata quindi l’offerta, con apertura sette giorni su sette, a partire dalle 17.30, in uno spazio di 200 mq e in un caratteristico dehors per godersi il ponentino che spira dal vicinissimo Gianicolo. Rafforzata l’offerta dell’aperitivo “Scarpette e bocconi”, che è diventato uno dei momenti clou della giornata. Si comincia con insalatine di salumi, frittate del giorno, gateaux salati e le “Scarpette”: sughetti intriganti serviti con cialde di pane croccante da abbinare a vino, birra o ai signature cocktail di Christian Novacco. Da provare l’Amaro Tonic un mix di amari del Lazio con menta, lime, ginger ale, soda e spezie e la Proloco a Manhattan, un classico rinforzato con amari Sarandrea e vino rosso.
A cena un buon inizio sono i Taglieri di salumi e formaggi selezionati DOL e la Caprese di ricotta per proseguire con l’Amatriciana estiva e i Pici freschi del maestro Mauro Secondi con ragù bianco di Mangalitza al brado. Interessanti i secondi tra cui il Peperone di nonna Titina dal sapore intenso e la Bistecca di mangalitza al brado nella brace del josper con insalatina di rapa rossa e ravanello. Un dolce finale con la Zuppa inglese, il Pane “perduto” al cioccolato aromatizzato con Laphroaig Whisky e panna nobile e Ovis Mollis con crema al limone. L’opzione pizza è garantita dal talento di Alessandro Splendori che presidia il forno a legna. Realizzate con farine biologiche macinate a pietra e lievitate 48 ore, le pizze sono a base delle materie prime di selezione DOL e del pomodoro Funky Tomato, un progetto di integrazione lavoro contro il caporalato.
Da provare La Capocciata con crema di melanzane in josper, pinoli, chips di melanzana, uvetta, ricotta secca di pecora bio, cipolle balsamiche e menta; la pizza “BAF-Bassiano, Amaseno, Formia” focaccia con prosciutto crudo di Bassiano, burrata di bufala di Amaseno e pomodoro Torpedino di Fondi e la Napoli Estiva con pacchetelle gialle funky tomato, fiordilatte di Borgopogdora, alici di Anzio e timo limone. La carta dei vini è completa di etichette che raccontano il Lazio ma anche altre regioni. Uno spazio interessante è dato ai vini Triple “A”, agricoltori, artigiani e artisti: prodotti autentici, espressione delle storie di uomini che coltivano i vigneti nel pieno rispetto del ciclo naturale.
Proloco Trastevere potrebbe essere definita bottega con cucina perché «il cibo è una scelta consapevole a favore della propria salute e di quella del pianeta per un’economia che favorisce l’agricoltura, il territorio e le tradizioni». È questa la filosofia che qui si apprende e si apprezza ogni giorno, dai titolari e dai loro collaboratori Marco Natoli e Alessandro Salatino, gustando quelli che potrebbero essere definiti “racconti nel piatto”.
Per informazioni: www.prolocotrastevere.it
Caprese di ricotta
Il titolare del locale, Vincenzo Mancino, ideatore del marchio di qualità DOL (Di Origine Laziale), seleziona dal 2005 eccellenze enogastronomiche regionali e con la compagna Elisabetta Guaglianone le ripropone in piatti tipici sempre meno conosciuti nella loro reale identità. «Il momento è difficile, la ripresa è lenta e le preoccupazioni per il futuro sono tantissime - dice Elisabetta - ma non si deve stare fermi. La gente ha voglia di uscire all’aria aperta apprezzando locali in cui venga assicurata la sicurezza e dove anche il cibo sia una garanzia. Per questo riteniamo importante continuare a promuovere i prodotti dell’enogastronomia laziale anche sviluppando un Proloco delivery con una carta ampliata, disponibile dalle 18 alle 22.30, a cui pensavamo da tempo. Il nostro lavoro è cambiato, ma dobbiamo essere forti e contare sul sostegno della nostra clientela per sorreggerci moralmente ed economicamente».
Dilatata quindi l’offerta, con apertura sette giorni su sette, a partire dalle 17.30, in uno spazio di 200 mq e in un caratteristico dehors per godersi il ponentino che spira dal vicinissimo Gianicolo. Rafforzata l’offerta dell’aperitivo “Scarpette e bocconi”, che è diventato uno dei momenti clou della giornata. Si comincia con insalatine di salumi, frittate del giorno, gateaux salati e le “Scarpette”: sughetti intriganti serviti con cialde di pane croccante da abbinare a vino, birra o ai signature cocktail di Christian Novacco. Da provare l’Amaro Tonic un mix di amari del Lazio con menta, lime, ginger ale, soda e spezie e la Proloco a Manhattan, un classico rinforzato con amari Sarandrea e vino rosso.
A cena un buon inizio sono i Taglieri di salumi e formaggi selezionati DOL e la Caprese di ricotta per proseguire con l’Amatriciana estiva e i Pici freschi del maestro Mauro Secondi con ragù bianco di Mangalitza al brado. Interessanti i secondi tra cui il Peperone di nonna Titina dal sapore intenso e la Bistecca di mangalitza al brado nella brace del josper con insalatina di rapa rossa e ravanello. Un dolce finale con la Zuppa inglese, il Pane “perduto” al cioccolato aromatizzato con Laphroaig Whisky e panna nobile e Ovis Mollis con crema al limone. L’opzione pizza è garantita dal talento di Alessandro Splendori che presidia il forno a legna. Realizzate con farine biologiche macinate a pietra e lievitate 48 ore, le pizze sono a base delle materie prime di selezione DOL e del pomodoro Funky Tomato, un progetto di integrazione lavoro contro il caporalato.
Da provare La Capocciata con crema di melanzane in josper, pinoli, chips di melanzana, uvetta, ricotta secca di pecora bio, cipolle balsamiche e menta; la pizza “BAF-Bassiano, Amaseno, Formia” focaccia con prosciutto crudo di Bassiano, burrata di bufala di Amaseno e pomodoro Torpedino di Fondi e la Napoli Estiva con pacchetelle gialle funky tomato, fiordilatte di Borgopogdora, alici di Anzio e timo limone. La carta dei vini è completa di etichette che raccontano il Lazio ma anche altre regioni. Uno spazio interessante è dato ai vini Triple “A”, agricoltori, artigiani e artisti: prodotti autentici, espressione delle storie di uomini che coltivano i vigneti nel pieno rispetto del ciclo naturale.
La Capocciata
Proloco Trastevere potrebbe essere definita bottega con cucina perché «il cibo è una scelta consapevole a favore della propria salute e di quella del pianeta per un’economia che favorisce l’agricoltura, il territorio e le tradizioni». È questa la filosofia che qui si apprende e si apprezza ogni giorno, dai titolari e dai loro collaboratori Marco Natoli e Alessandro Salatino, gustando quelli che potrebbero essere definiti “racconti nel piatto”.
Per informazioni: www.prolocotrastevere.it
© Riproduzione riservatadi Mariella Morosi
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