Secondo una ricerca relativa all’emergenza coronavirus realizzata da Coldiretti – sulla base dei dati Ismea – il crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi nel 2020 avrà un effetto negativo a cascata sull’agroalimentare nazionale per oltre 8 miliardi di euro, a causa dei mancati acquisti in cibi e bevande nel fuoricasa.

Di male in peggio

Un allarme accentuato dagli ultimi Dpcm, in primis quello che prevede la chiusura della ristorazione alle 18 entrato in vigore il 26 ottobre.
In particolare, per gli acquisti extradomestici per colazioni, pranzi e cene fuoricasa è stimata una contrazione del 40% su base annuale. Un tracollo che pesa inevitabilmente sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo out of home un importante sbocco. Basti dire che, per settori come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
Risulta quindi importante ma non sufficiente a detta di Coldiretti l’arrivo del bonus di filiera che stanzia 600 milioni di euro con un contributo a fondo perduto a favore di attività ristorativa ad ampio spettro in difficoltà per l’acquisto di prodotti di filiere agricole ed alimentari made in Italy. BARTU'