“Apprezziamo la velocità con cui sono arrivati i primi accrediti, ma purtroppo con l’accentuarsi della seconda ondata epidemiologica le risorse stanziate dal decreto Ristori Bis non sono sufficienti a supportare i pubblici esercizi costretti a interrompere nuovamente l’attività dopo l’ulteriore stretta. Questo nonostante il testo preveda un incremento di circa il 50% per le imprese delle zone con maggiori restrizioni, rispetto a quanto predisposto per il precedente decreto ristori”. E’ questo il commento rilasciato da Fipe-Confcommercio dopo la suddivisione del Paese in Regioni rosse, arancioni e gialle in base alla gravità degli effetti della seconda ondata del Covid, che hanno determinato l’introduzione di nuove restrizioni al commercio, ristorazione in testa.

Risorse insufficienti

Seconda la Federezione guidata da Lino Enrico Stoppani la catastrofe che ha colpito il settore del fuoricasa avrebbe bisogno di cifre diverse. Basti pensare che le risorse stanziate ad oggi solo per i ristori per i mesi di lockdown e il mese di novembre, dal DL Rilancio e dai DL Ristori e Ristori Bis messi insieme, esclusi gli interventi sugli ammortizzatori sociali, arrivano a poco più di 1,6 miliardi di euroUna cifra importante ma che non riesce a coprire i costi sostenuti dalle aziende nel periodo in questione (affitti, utenze, tfr, servizi, ecc.), che da soli si attestano a 2,4 miliardi.
“Appare dunque evidente che gli sforzi fatti dal Governo, seppur apprezzabili per le intenzioni, non sono sufficienti a sostenere un comparto in profondissima crisi che non riesce a vedere alcuna luce in fondo al tunnel”, si legge nella nota della Fipe. Che prosegue: “Ricordiamo che solo per effetto delle ultime restrizioni che vedranno la chiusura forzata dei pubblici esercizi per il prossimo mese nelle regioni rosse e arancioni (il 38% del totale nazionale) andranno in fumo ancora tra i 3 e i 3,5 miliardi di euro. Confidiamo nella prossima legge di bilancio per scelte ancor più coraggiose per salvare quante più imprese e posti di lavoro possibili!”. BARTU'