martedì 5 ottobre 2021

Il mondo del vino fa quadrato. Centinaio: «Prosek, rischio per tutte le denominazioni europee»

 

Il mondo del vino fa quadrato. Centinaio: «Prosek, 

rischio per tutte 

le denominazioni europee»

Il 5 ottobre al Mipaaf si è tenuto il tavolo di lavoro per la tutela della filiera vitivinicola. Dal vino fuori zona alle politiche anti-cancerogene dell'Oms, parte il contrattacco. Le parole del sottosegretario

di Nicola Grolla

Se il mondo del vino italiano è sotto attacco, il sistema risponde. Dalla minaccia del Prosek croato alla ricaduta sul settore delle posizioni anti-cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità i colpi da parare (e, in alcuni casi, restituire al mittente) non mancano. Per questo al ministero delle Politiche agricole si è tenuto un tavolo di lavoro che ha coinvolto, oltre al titolare del dicastero Stefano Patuanelli, i principali attori istituzionali della filiera: Assoenologi, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini, Unione Italiana Vini, Cia e il coordinatore gruppo vino di Alleanza delle cooperative italiane.

Prosek vs. Prosecco: quasi pronta 

la risposta italiana all'Europa

Per quanto riguarda la questione Prosek, dopo la pubblicazione della richiesta di riconoscimento della denominazione in Gazzetta Ufficiale europea, l’Italia ha tempo 60 giorni per far pervenire alla Commissione europea le proprie obiezioni. Una su tutte: il vino croato rischia di infrangere il regime di tutela delle denominazioni andando a scardinare uno dei motivi che stanno dietro al successo del Prosecco. «Attualmente stiamo portando avanti le audizioni tecniche preliminari alla redazione del documento. L’idea è quella di realizzare un lavoro congiunto e giuridicamente fondato così da dare maggiore evidenza e peso alle nostre ragioni», spiega il sottosegretario con delega alla viticoltura Gian Marco Centinaio. Dall’annuncio della task force organizzata al ministero, si sono già tenuti quattro incontri. Obiettivo: far passare il concetto per cui se l’Europa cede su questa vicenda «viene meno tutto il castello di denominazione europea con rischi concreti non solo per le eccellenze italiane ma anche francesi, spagnole, ecc. A quel punto, chi potrebbe evitare che il prosciutto Pata Negra venga prodotto in Ungheria?», afferma Centinaio.italiaatavola


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