martedì 11 gennaio 2022

Anche lo shopping penalizzato, i saldi non saranno da "tutto esaurito"

 

Anche lo shopping penalizzato, 

i saldi non saranno 

da "tutto esaurito"


L’inflazione però tocca da vicino molti altri settori, come quello dello shopping che di questi tempi vive quello che una volta era un periodo d’affari grazie ai saldi. 

Secondo Confimprese circa la metà degli italiani rinuncerà quasi del tutto a sfruttare i prezzi ribassati, mentre Confcommercio indica che poco più di sei italiani su dieci (62,3%) ne approfitteranno. Dati vicini anche sulla spesa per ogni famiglia: 248 euro quella stimata da Confimprese, 275 euro secondo Confcommercio, in leggera crescita rispetto ai 254 dell’anno scorso. Tra i canali di acquisto, i negozi di fiducia si confermano al primo posto per la metà degli italiani, mentre l’online viene scelto dal 40% e prevalentemente per l’acquisto di articoli di moda con i social network - Instagram su tutti - che vengono utilizzati per trovare consigli; tuttavia, l’incertezza dell’attuale fase economica si fa sentire trovando conferma nei comportamenti dei consumatori: infatti, tra chi non acquisterà in saldo (quasi il 40%) oltre la metà lo farà per risparmiare, mentre tra coloro che faranno acquisti aumenta la quota di chi spenderà come l’anno scorso (+4,1%).

Il 60% circa delle imprese del commercio al dettaglio ritiene che il numero dei clienti che entreranno in negozio per i saldi non sarà molto diverso da quello dello scorso anno. C’è però una piccola minoranza in cui prevale ancora un pessimismo diffuso sull’andamento degli affari. Infine per meglio affrontare l’emergenza Covid, il 42,7% delle imprese ha fatto ricorso anche all’e-commerce. Questi i principali risultati dell’indagine sui saldi invernali 2022 realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia.

Nella wish list tanti cambi di lavoro

Non solo difficoltà e preoccupazioni però, perché - come detto - c’è anche tanta speranza. Nella wish list stilata dagli italiani per l’anno appena iniziato invece, ecco il prendersi cura di sè (57%), cercare un nuovo equilibrio tra lavoro e vita privata anche e soprattutto nel mondo della ristorazione (56%) e uscire dalla pandemia con l’ambizione di rivedere le proprie priorità (55%) magari costruendosi una nuova vita (21%).  C’è anche chi guarda oltre e un buon 29% del campione - quindi quasi un italiano su 3 - pensa nel 2022 di cambiare lavoro immaginando questa decisione come il giusto viatico per il suo nuovo futuro.

Non può mancare il focus sul climate change, considerato dagli italiani un problema più grave di quanto non pensi l’opinione pubblica (78%) e gli Stati di tutto il mondo devono porvi rimedio con la massima urgenza (82%). Nell’attesa, il 97% si dice disposto a cambiare almeno alcune delle proprie abitudini. Tutti, però, sono ancora alla ricerca di concrete soluzioni pratiche per rendere più sostenibile la loro vita quotidiana; sono disposti a acquistare lampadine a basso consumo (pensa di farlo l’80% del campione), eviterebbero gli sprechi alimentari (61%), ma solo il 18% rinuncerebbe alla lavastoviglie, il 15% sceglierebbe l’usato e appena il 14% ridurrebbe l’uso della lavatrice.

Più propensi a guardare al loro nuovo futuro piuttosto che al loro difficile presente gli italiani guardano con fiducia alle nuove promesse del progresso tecnologico. Così quasi 9 italiani su 10 si vedono nello spazio entro il 2050 e 6 su 10, se potessero, manderebbero già oggi cartoline dalla luna. Entro il 2030 la realtà virtuale farà parte della quotidianità per il 57% degli intervistati, nello stesso periodo per 4 italiani su 10 la carne sintetica sarà consuetudine sulle nostre tavole e sulle nostre strade circoleranno auto a guida autonoma per un intervistato su tre (37%).  Per gli esperti, invece, nei prossimi 10 anni saranno le nuove fonti energetiche (58%) e poi big data (38%) e biotecnologie (35%) a determinare i maggiori impatti economici e sociali. Iat

Nessun commento:

Posta un commento