2,5 miliardi spesi in meno per il cibo
La raccolta delle olive nella Fattoria Mantellassi |
L’inflazione
è calata bruscamente per effetto del crollo dei consumi delle famiglie nel 2013 con più di due italiani su tre (68%) che hanno ridotto la spesa o rimandato l'acquisto di capi d'abbigliamento e oltre la metà (53%) che ha detto addio a viaggi e vacanze e ai beni tecnologici e molto altro ancora. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè in riferimento all’analisi Istat sul calo dell’inflazione che nel 2013 è scesa all’1,2%, ai minimi dal 2009.
Una situazione provocata dalla recessione che ha fatto scendere i consumi in Italia del 9% negli ultimi 5 anni ed hanno toccato nel 2013 il livello più basso dal 1997, con una riduzione del 2,3% rispetto all’anno precedente secondo Prometeia. Ad essere tagliate nel 2013 sono state addirittura le spese per l’alimentazione con una riduzione del 3,9% secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi nove mesi dell’anno.
La situazione economica generale del Paese si riflette sul potere di acquisto delle famiglie e quindi sull'andamento dei consumi. La crisi infatti ha provocato una profonda spending review dei bilanci familiari che ha colpito tutti le voci di spesa come la frequentazione di bar, discoteche o ristoranti nel tempo libero, dei quali ha fatto a meno ben il 49%.
Un nuovo modo di fare la spesa
La Cia commenta i dati diffusi dall’Istat e conferma che la frenata dell’inflazione nel 2013, è direttamente collegata al crollo dei consumi delle famiglie. D’altra parte, nell’ultimo anno gli italiani hanno speso in media il 60% del loro reddito mensile soltanto per affrontare le spese obbligate - tra tasse, utenze domestiche e mutuo per la casa - con la conseguenza di dover tagliare su tutto il resto: solo per il cibo c’è stata una riduzione pari a 2,5 miliardi di euro per l’acquisto di alimentari e bevande.
Uno scorcio della cantina dell'azienda Pighin in Friuli |
Ma non è solo la quantità ad essere tagliata, con la crisi gli italiani hanno cambiato radicalmente abitudini e modalità di fare la spesa al supermercato. Pur di risparmiare, infatti, il 65% delle famiglie compara i prezzi con molta più attenzione; il 53% gira più negozi alla costante ricerca di sconti, promozioni e offerte speciali; il 42% privilegia i “formati convenienza”; il 32% abbandona i grandi brand per marche sconosciute e prodotti di primo prezzo e il 24% ricomincia a fare cucina di recupero con gli avanzi della cucina.
Il commento di Confesercenti
«Nonostante l’arrivo di ben due aumenti dell’aliquota Iva, il tasso di inflazione nel 2013 è rimasto ai minimi storici. Un dato preoccupante, soprattutto se confrontato con l’andamento della domanda interna, in particolare dei consumi delle famiglie. Un tasso di crescita così basso, infatti, indica una situazione di difficoltà e di mancanza di fiducia nell’arrivo della ripresa, che ha spinto gli italiani a mantenere bassa la spesa». Scrive Confesercenti in una nota.
Vendemmiatori nell'azienda Carpineto |
Nessun commento:
Posta un commento