Sono fondamentali per la nostra sicurezza, ma al contempo rappresentano un vero spauracchio per chi si mette al volante: sono gli autovelox. Ma come funzionano e, soprattutto, esiste un modo per evitare di essere multati? Scopriamolo insieme.
Il sistema di autovelox più diffuso in Italia è quello a fotocellula. Il funzionamento è identico sia per le postazioni fisse che per quelle mobili: il passaggio della nostra macchina davanti a una prima fotocellula attiva un timer, che si interrompe una volta transitati davanti alla seconda fotocellula. Se la distanza viene percorsa in un tempo troppo breve, automaticamente la macchina rileva l'eccesso di velocità. A questo punto scatta una fotografia alla targa e la invia ai sistemi centrali della Polizia di Stato.
Questo tipo di autovelox è installato in specifici box posti a bordo strada, molto riconoscibili e solitamente ben segnalati. Un accorgimento che permette agli automobilisti di rallentare in prossimità del macchinario salvo avere la possibilità di accelerare poco più avanti. Un modo per aggirare il sistema, secondo qualcuno, ma comunque utile: il fine è infatti raggiunto in ogni caso. Le automobili sono costrette a rallentare nei punti in cui si sa che arriverebbe una multa, che solitamente sono tratti di strada piuttosto pericolosi (o abitati).
In autostrada, invece, il sistema più utilizzato è quello del Safety Tutor. Qui ad essere rilevata è la velocità media, dato che il sistema registra il passaggio delle vetture davanti a un primo macchinario e quindi davanti al secondo. Se il tratto è stato percorso "troppo in fretta", scatta immediata la sanzione
© Ansa
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