domenica 30 luglio 2017

Mercato interno del riso, è riforma

Mercato interno 

del riso, è riforma
Meno burocrazia 

e maggiori tutele


Approvata definitivamente dal Consiglio dei Ministri, la riforma del mercato interno del riso ha come obiettivi la semplificazione delle norme, più valorizzazione delle varietà italiane e una maggior trasparenza. «Ora - dice Martina - aspettiamo un segnale da Bruxelles contro un import a dazio zero»


La riforma del mercato interno del riso rappresenta un passo avanti importante che aggiorna finalmente una normativa vecchia di quasi sessant'anni, garantendo la salvaguardia e la valorizzazione delle varietà da risotto italiane. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo sul mercato interno del riso, in attuazione della delega prevista dal Collegato agricoltura e sulla scia delle mobilitazioni promosse da Coldiretti per tutelare i risicoltori nazionali.

Mercato interno del riso, è riforma Meno burocrazia e maggiori tutele

In un mercato che sta assistendo ad un crollo dei prezzi sotto i costi di produzione su varietà per il consumo interno come Arborio e Carnaroli per effetto degli squilibri di mercato legati all'importazioni a dazio zero, la possibilità di poter avere una diversificazione di denominazione va da un lato a vantaggio del produttore e dall’altro del consumatore che avrà la possibilità di scegliere il riso che più gradisce con una giusta remunerazione agli agricoltori italiani.

«Diamo il via a una riforma attesa da tanti anni - dichiara il Ministro Maurizio Martina - che permetterà di tutelare e promuovere con ancora più forza un settore fondamentale come quello del riso. Con il decreto puntiamo alla semplificazione delle norme, alla maggiore valorizzazione delle varietà tradizionali italiane e alla sempre maggiore trasparenza in etichetta per il consumatore. Tre orizzonti di assoluta strategicità per tutto il Made in Italy».

«È un provvedimento - ha proseguito Martina - che si inserisce in una strategia più ampia a sostegno dei produttori risicoli in questa fase complessa. La scorsa settimana abbiamo firmato, con il Ministro Calenda, il decreto per rendere obbligatoria l'indicazione dell'origine della materia prima sulle confezioni di riso. Andiamo avanti anche in Europa perché venga attivata la clausola di salvaguardia prevista dai trattati Eba in merito all'importazione di riso a dazio zero dai Paesi asiatici, una questione che penalizza fortemente i nostri risicoltori e che richiede un'azione convinta da parte dell'Ue. Serve un segnale chiaro da Bruxelles».

Maurizio Martina - Mercato interno del riso, è riforma Meno burocrazia e maggiori tutele
Maurizio Martina

L’Italia è il primo produttore europeo di riso su un territorio di 237mila ettari coltivato da 4263 aziende, per una produzione di 1,58 miliardi di chili, con un ruolo ambientale insostituibile e opportunità occupazionali, ma la situazione sta precipitando e a rischio c’è il lavoro di oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell’intera filiera. La produzione nazionale sarebbe più che sufficiente per coprire i consumi interni ma si preferisce speculare sulle importazioni low cost ad alto rischio che affossano le quotazioni del Made in Italy perché è possibile spacciare il riso straniero per italiano a causa della mancanza di un adeguato sistema di etichettatura.

In tale ottica è importante la richiesta avanzata dal Governo italiano alla Commissione europea per l'applicazione urgente della clausola di salvaguardia per il ripristino dei dazi sulle importazioni di riso lavorato dalla Cambogia, l'autorizzazione a sperimentare in Italia l'introduzione dell'obbligo di indicazione dell'origine in etichetta per il riso e misure straordinarie di sostegno al reddito dei risicoltori e di rilancio di una coltura strategica per l'Unione.

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