mercoledì 1 novembre 2017

Consumi di bollicine in crescita

Feste di fine anno, 

si brinda!
Consumi di bollicine 

in crescita


Dal Prosecco al Franciacorta, passando per Trentodoc, Asti, Alta Langa e Oltrepò Pavese, le bollicine italiane, forti di un primo semestre positivo soprattutto nell’export, si preparano al Natale e al Capodanno. Si stima che nel periodo delle festività verranno acquistate ogni giorno 2 milioni di bottiglie. 

Quello degli spumanti è un comparto che registra da qualche tempo una crescita ininterrotta con grandi soddisfazioni sul mercato mondiale, anche se, come riporta un dossier del Corriere Vinicolo, si fa più volume che valore. Partendo dalla vendemmia di quest’anno, quasi ovunque si è registrato un anticipo anche di una decina di giorni e una produzione in calo rispetto a quella dell’annata precedente, dovuta a differenti criticità di un’annata bizzarra con anomalie climatiche di rilievo. Secondo gli esperti la qualità si manterrà su livelli standard ottimali, ma è ancora presto per definire con certezza cosa troveremo nei nostri bicchieri.

(Feste di fine anno, si brinda! Consumi di bollicine in crescita)

Nel primo semestre del 2017 l’export di spumanti italiani è cresciuto del 14,6% in valore (572,3 milioni di euro). L’aumento è trainato dal “solito” Prosecco, il cui export cresce di circa il 17%. Al contrario, l’Asti spumante scende ulteriormente del 2,6%, registrando l’ennesimo calo consecutivo dal 2014.

Con l’arrivo delle festività natalizie si inizia a parlare di consumi, perché la principale caratteristica degli spumanti rimane la stagionalità, dalla quale sembra però essere esente il Prosecco. Il picco dei consumi si ha in prossimità dei festeggiamenti di fine anno: secondo le stime dell’Ovse (Osservatorio vini spumanti effervescenti), primo osservatorio economico delle bollicine italiane nato nel 1991 presso l’Università Cattolica di Piacenza, si parla di 95 milioni di bottiglie di cui 60 di Prosecco e poi a seguire tutti gli altri, Franciacorta, Trentodoc, Asti, Alta Langa, Oltrepò Pavese ed altri spumanti che impiegano vitigni autoctoni e che completano la variegata offerta di bollicine, fra metodo tradizionale (Classico) e metodo italiano (Charmat).

Le stime ci dicono che il periodo canonico registra una media di circa 2 milioni di bottiglie al giorno acquistate, con un picco di 11 milioni nei tre giorni precedenti il Natale. Nelle due giornate che precedono la fine dell’anno saranno acquistate 31 milioni di bottiglie; “solo” 3,5 milioni, invece, per il primo ponte festivo dell’Epifania 2018.

Sul totale di bottiglie vendute, solo circa il 32% è consumato fuori casa, non ancora in grado di attaccare il mitico record del 48% del periodo 2007-2009. Valori in crescita al consumo fra Horeca e Gdo di circa il 2%. Il giro d’affari al consumo viene stimato in 480 milioni di euro, in crescita del 2,3% rispetto al 2016.

(Feste di fine anno, si brinda! Consumi di bollicine in crescita)

Il sistema Prosecco si presenta con molte sfumature, tre denominazioni (Prosecco Doc, Asolo Prosecco Docg e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg) e numeri significativi. La Docg produce circa 75-80 milioni di bottiglie di spumante, di cui 40-45 milioni spediti in Italia e 35 nel mondo. Il Prosecco nel 2017 si avvicinerà ai 450 milioni di bottiglie vendute, di cui circa il 75% oltrepasseranno i confini nazionali raggiungendo oltre 100 Paesi (Regno Unito, Usa e Germania i principali mercati).

Fondamentale il lavoro del Consorzio del Prosecco per la tutela della denominazione contro la contraffazione e il rafforzamento del programma di sostenibilità ambientale per raggiungere la certificazione di prodotto e poi quella di territorio. Per la promozione all’estero è stato avviato il format “Casa Prosecco” con la prima apertura in Cina seguita da Germania e Usa. Per le colline del Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg, un paesaggio culturale di valore unico, è stata avviata la procedura di richiesta di riconoscimento di Patrimonio Unesco.

Il Franciacorta - primo vino italiano prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia a ottenere nel 1995 la Denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e nello stesso anno il riconoscimento del metodo di produzione Franciacorta, superando l’obbligatorietà dell’espressione “vino spumante a metodo tradizionale” - sta registrando buoni risultati sia in Italia che all’estero, con il Giappone come principale mercato: 18 milioni di bottiglie di cui poco più di 2 per l’estero e un consenso crescente verso il Satèn, tipologia esclusiva del Franciacorta, nata insieme alla Docg. Le novità della denominazione sono il rafforzamento delle scelte verso la coltivazione biologica e la conservazione di biodiversità di flora e fauna dell’area.

(Feste di fine anno, si brinda! Consumi di bollicine in crescita)

Le bollicine di montagna sono rappresentate dal Trentodoc con risultati incoraggianti per le 45 case spumantistiche aderenti al Consorzio. Un “tirato” di oltre 8 milioni di bottiglie, di cui l’80% in Italia con una distribuzione sempre più fuori dal Nord-est e il rimanente in Usa, Europa continentale e Scandinavia. Un livello qualitativo molto alto per un piccolo territorio di montagna, solo 10mila ettari, accompagnato da una specie di carta di identità che ne certifica il legame unico ed esclusivo con la montagna, risultato di un’indagine scientifica commissionata dall’Istituto di tutela trentino alla Fondazione Mach di San Michele all’Adige e all’Università di Modena e Reggio Emilia.

L’Asti Docg è sinonimo di spumante dolce per eccellenza, con 55 milioni di bottiglie vendute, 9.500 ettari di vigneto e gli Stati Uniti come primo mercato export. In Italia soffre per un eccessivo legame con la stagionalità. Grandi progetti per il futuro, con la nascita della versione Asti Secco, un prodotto unico in grado di esprimere profumi floreali e aromatici tipici del vitigno dal quale proviene, con ridotto contenuto di zuccheri rispetto alla versione dolce per estendere l’offerta anche ad altri momenti di consumo e anche per fare recuperare terreno ad un prodotto che ha perso una ventina di milioni di bottiglie in 4 anni.

L’Alta Langa conta su una superficie vitata di soli 150 ettari, ma la previsione è di arrivare nel 2019 a 350. Prodotto nato 15 anni fa, consumato a tutto pasto nel Nord-ovest (il 70% delle bottiglie, mentre il 15% è destinato all’esportazione).

L’Oltrepò Pavese è patria del Pinot nero, con una produzione al di sotto dei 2 milioni di bottiglie. Il 91% rimane in Italia, soprattutto Lombardia e in genere nel Nord Italia, mentre solo il 9% va all’estero.
di Piera Genta

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