C’è forse una persona
al mondo che non cerchi
di immaginarsi il futuro?
C’è forse una persona al mondo che non cerchi di immaginarsi il futuro?
Pensiamo di no, e quando si avvicina la fine dell’anno, periodo che rappresenta un contenitore di eventi ben definito, la tendenza si fa più forte.
Così anche noi cerchiamo di immaginare come evolveranno le scienze sensoriali, quali saranno le direttrici e a che cosa potranno portare.
Di certo avremo nuove proposte di macchine per sostituire l’uomo nella valutazione sensoriale degli alimenti. Nonostante finora siano state sostanzialmente un fallimento, la chimera di avere numeri facilmente ripetibili, alla pari di quelli che otteniamo dall’analisi strumentale, indurrà a perseguire una via che, con buone probabilità, darà ancora un risultato attendibile ma poco affidabile. Noi la vediamo in un modo un po’ diverso. Pensiamo che le tecniche sensoriali e quelle strumentali debbano essere complementari concedendo alle prime la possibilità di indagare in modo scientifico il percepito e alle seconde la rapidità del controllo della conformità.
Ma, soprattutto, le scienze sensoriali hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita aiutando il mondo della produzione a esitare sul mercato beni di maggiore soddisfazione e il consumatore ad apprezzarli con più attenzione e competenza. Per questo la nostra prua è orientata verso la sostenibilità sensoriale, l’autenticità e la sicurezza.
Chi trova piacere nell’atto alimentare mangia meno, ma meglio, aiutando così
le aziende che perseguono la qualità. Ma non dipende solo da queste: la soddisfazione
è correlata in modo diretto con la capacità di percepire e quindi dalla
formazione del consumatore. E non è disgiunta dall’autenticità che premia il
riflesso del territorio e la sua narrazione attraverso i sensi. Per non parlare del
rapporto di soddisfazione e autenticità con la sicurezza alimentare: il consumatore
sensorialmente evoluto va oltre la data di scadenza sulle confezioni,
quindi non solo evita incidenti, ma riduce lo spreco alimentare.
Le scienze sensoriali hanno un grande percorso da compiere che supera la
produzione primaria per interessare chi cucina, che sia professionista o
casalingo, in modo che sappia scegliere il meglio, fare abbinamenti coerenti e
ricerchi il successo nell’eleganza e non nella stranezza.
Il tema degli abbinamenti, e della relativa narrazione, sarà inoltre strategico
per i vini italiani che viaggiano per il mondo incontrando culture che non
sanno accostarli ai relativi piatti perché manca un metodo per generare matrimoni
d’amore.
LUIGI ODELLO
Direttore della rivista
L'ASSAGGIO
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