lunedì 23 dicembre 2019

Abete tradizionale o artificiale?


Abete 

tradizionale

o artificiale?



 Ma anche piante da balcone: ecco quello che c’è da sapere per fare un acquisto che rispetta l’ambiente. Albero di Natale vero o artificiale? Albero vero con radici o senza? Esiste una vera e propria disputa circa l’opportunità̀ “ecologica” di usare gli alberi di Natale veri o falsi. Attualmente piace di più falso e la gran parte arriva dalla Cina. Generalmente sono fatti in PVC o poli-etilene o altri derivati del petrolio.
Ma se ne trovano anche in fibra, addirittura di alluminio. Il vantaggio degli alberi artificiali è sicuramente quello di poterli utilizzare per più anni, prima di finire in discarica.
Per alcuni di essi occorre osservare qualche precauzione riguardo al posizionamento, poiché possono rilasciare nel tempo delle polveri, le quali, una volta inalate, possono provocare disturbi
alla respirazione. Gli alberi artificiali possono in alcuni casi anche avere componenti naturali: per esempio la corteccia di un albero vero può essere usata per costruire la superficie di un tronco
artificiale. Fra gli altri svantaggi dei finti alberi di Natale figurano gli elevati consumi di energia (dall’estrazione del petrolio per la produzione della plastica fino al trasporto dai luoghi di produzione fino a casa) e le conseguenti emissioni di gas-serra in atmosfera e di non essere bio- degradabili.
 Alcuni falsi alberi di Natale, quando diventano vecchi, rilasciano piombo, un elemento non proprio gradito in soggiorno. Un gruppo di ricercatori svedesi ha stimato che l’energia consumata nell’intero ciclo di vita da un albero vero, con 2 metri di altezza e 10 anni di coltivazione
alle spalle, è appena un quinto di quella consumata da un albero artificiale di 20 chilogrammi di plastica, made in China, pur nell’ipotesi (ottimistica) che sia usato 10 volte prima di finire in
discarica. Al contrario, gli alberi veri, durante il periodo di crescita in vivaio, assorbono anidride carbonica dall’atmosfera. Quando questi alberi sono estirpati, sono (generalmente) sostituiti da altre giovani piante nello stesso vivaio, le quali continuano ad assorbire anidride carbonica dall’atmosfera. 
La preferenza per gli alberi di Natale artificiali è legata anche all’opinione diffusa che quelli veri siano strappati alle foreste e che, di conseguenza, migliaia di ettari di foreste siano
devastate ogni anno in prossimità del Natale. In realtà, a parte quei pochi che derivano da interventi
di sfoltimento di boschi troppo fitti, gli alberi di Natale che arrivano nelle nostre case non hanno
mai visto un bosco. Essi provengono da vivai specializzati, concimati e trattati con prodotti
fitosanitari (erbicidi, fungicidi, insetticidi, eccetera). In sostanza come una normale coltura, che
termina con l’estirpazione della pianta con qualche radice, dopo 6-10 anni di coltivazione.
Danimarca, Germania, Finlandia, Ungheria sono i principali Paesi produttori di alberi di Natale in
Europa. Ciò significa che essi percorrono migliaia di chilometri prima di arrivare nelle nostre case,
aumentando l’impronta ecologica. In termini d’impronta ecologica la soluzione migliore è di
comprare un albero di Natale vero.
Meglio ancora se quell’albero è prodotto da un’azienda vivaistica locale (‘chilometro zero’, come si usa dire adesso) e ‘bio’, ossia prodotto secondo il disciplinare dell’agricoltura biologica, che non fa ricorso a fertilizzanti chimici e pesticidi di sintesi.
In più, da qualche anno è immessa sul mercato una notevole quantità di alberi di Natale dotati di
marchi di certificazione ambientale, tra cui il Forest Stewardship Council, che garantiscono il
rispetto di norme e prescrizioni di coltivazione ambientalmente sostenibili e che ritirano dai clienti
l’albero di Natale, dopo l’Epifania, restituendo la somma spesa e garantendo che quell’albero
diventerà compost per far crescere altre piante. Un albero di Natale vero con radici, in vaso o in
zolla, dovrebbe essere riusato per più anni nel periodo di Natale o essere trapiantato, nel proprio
giardino o altrove. Ma non bisogna farsi molte illusioni. Le probabilità che la pianta attecchisca e
cresca sono basse e dipendono dagli “abusi” che ha subito da quando ha lasciato il vivaio al
momento di entrare in casa e dalle condizioni che ha trovato nella casa. L’aria calda e secca
dell’interno e la penuria di acqua nel substrato durante tutto il periodo di Natale possono
compromettere la vitalità degli alberi.

Le alternative più green Invece dell’abete si può scegliere di addobbare le proprie piante presenti
in giardino o in balcone, facendo attenzione a non danneggiare rami e foglie con luci e decorazioni.
Ci sono specie adatte al nostro clima che possono dare davvero molte soddisfazioni: i sempreverdi
del Mediterraneo come cipressi e ginepri, e latifoglie come l’alloro, il corbezzolo, il bosso, o gli
agrumi, come limone, arancio e mandarino, sono perfetti per un Natale moderno e sostenibile in
quanto, tolti gli addobbi, tornano a vivere in terrazzo o all’aperto senza problemi.
PANORAMA EDIT




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