sabato 21 dicembre 2019

Ingannare la mente

Ingannare 
la mente

Secondo alcuni studi con i giusti stratagemmi è possibile vincere paure, fobie e sensazioni fastidiose.

Non solo: ci sono trucchi anche per esaltare memoria e creatività
Avete paura prima di una iniezione? Quando l’ago sta per entrare, fate un colpo di tosse.
 Il segreto  per sentire meno dolore dal dentista? Prima di salire sulla poltrona, ascoltate la vostra musica preferita.
Questi trucchi (e gli altri che leggerete di seguito) sfruttano i bug della nostra mente che,
proprio come un computer o un dispositivo elettronico, ha pure lei i suoi “errori di progettazione o
di programmazione” (questa la definizione di bug che dà la Treccani). In questo caso gli errori di
programmazione sono quelle piccole lacune che, inevitabilmente, fanno parte del complesso
rapporto tra il corpo e il cervello. Errori che, secondo alcune ricerche scientifiche, al momento
opportuno possiamo anche sfruttare a nostro vantaggio...

IL RIFLESSO DEL VOMITO. A parte poche rare eccezioni, tutti nasciamo con il riflesso del
vomito: è il modo in cui il corpo si protegge dal rischio di soffocamento da cibo. Sebbene la sua
intensità possa variare da persona a persona, è sempre fastidioso. Per fortuna la scienza ha trovato
un modo per “spegnerlo” o per lo meno per renderlo meno intenso: i ricercatori hanno sperimentato
che esercitando una pressione sul palmo della mano l’intensità di questo riflesso si riduce di molto,
se non del tutto. Strano ma vero. Dunque, al prossimo attacco di nausea tutto quello che dobbiamo
fare è mettere il pollice nel pugno e premere forte.

AGO NON TI TEMO. La paura dell’ago si chiama belenofobia. Tanto bambini quanto gli adulti,
indifferentemente: l’idea di un corpo estraneo che attraversa la pelle è disturbante un po’ per tutti.
Fortunatamente c’è un modo rapido ed efficace per ridurre il fastidio: tossire. Lo dicono diversi
studi. Un colpo di tosse, infatti, aumenterebbe la pressione sanguigna; questo, a sua volta,
aiuterebbe a ridurre la percezione del dolore al momento in cui l’ago attraversa la pelle. Secondo i
ricercatori la tosse funziona ancora meglio se distogliamo lo sguardo dall’iniezione.

CREATIVITÀ E SOPRACCIGLIA. Il motivo per cui abbiamo le sopracciglia non è stato
completamente compreso dagli scienziati evoluzionisti. Se alcuni ne riconoscono l’utilità sociale -
ci fornirebbero un insieme di espressioni con le quali trasmettere le nostre emozioni - altri ritengono
che servano solo a proteggere gli occhi. Ma c’è anche chi sostiene che la loro presenza abbia ragioni ben più profonde: in uno studio dell’Università del Maryland i ricercatori hanno scoperto che  alzarle in realtà favorirebbe la creatività, aumentando la percezione visiva e aiutando a pensare a più
soluzioni di un determinato problema. Abbassarle, invece, avrebbe l’effetto opposto.

IMMAGINI RINFORZANTI. Il nostro sistema immunitario è qualcosa di molto complesso. Ed è
anche l’arma grazie alla quale, nel corso della storia, siamo stati in grado di sopravvivere alle
peggiori malattie. Ma la cosa forse più strabiliante è che non c’è bisogno di subire un’infezione per
attivarlo: il nostro sistema immunitario si attiverebbe, infatti, al solo osservare l’immagine di una
particolare malattia. Lo dimostra uno studio su 28 volontari condotto da Mark Schaller presso la
University of British Columbia. I ricercatori hanno scoperto, per esempio, che chi osserva foto di
persone che starnutiscono fa sì (in chi guarda) che i globuli bianchi secernino l’interleuchina-6, una
proteina che di solito viene liberata in risposta alle infezioni. Per Schaller, questa e altre reazioni
fanno tutte parte del cosiddetto “sistema immunitario comportamentale”, il mezzo che usa la nostra
mente per prevenire le infezioni cambiando il nostro comportamento. Da un punto di vista evolutivo
mettere in allerta il nostro sistema immunitario all’apparire dei segni di infezione in qualcun altro,
potrebbe ridurre le probabilità di contrarre una malattia senza dover prendere le distanze dai nostri
gruppi sociali. Ma avrebbe anche un effetto collaterale: secondo Shaller, infatti, il fatto che il nostro
sistema immunitario si inneschi davanti a una minaccia inesistente potrebbe finire per “disperdere”
l’efficacia di questa arma.

UN UTILE DOLORE. A parte una manciata di persone, tra cui i masochisti, a nessuno piace il
dolore: è il modo in cui il nostro corpo ci dice che qualcosa sta andando storto e che, se non
provvediamo all’istante, potrebbe andare anche peggio. Ci sono però altri momenti in cui un dolore
moderato potrebbe rivelarsi utile. Per esempio aiutandoci a rinforzare la memoria: in uno studio
condotto da ricercatori del Centro medico universitario di Amburgo-Eppendorf è stato dimostrato
che soggetti sottoposti a dolore moderato memorizzavano più efficacemente una serie di immagini
che venivano mostrate loro. Non solo: il beneficio è anche di lunga durata, visto che ricordavano le
immagini anche a distanza di un anno.

MUSICA, MAESTRO! Questo forse lo sospettavate già: indossare un paio di auricolari e ascoltare
la musica preferita può avere effetti terapeutici. La musica è infatti tra le poche forme d’arte
universalmente apprezzate e ha spesso dimostrato di avere benefici fisici tangibili sul corpo.
Secondo uno studio del 2015, realizzato su 7.000 volontari, ascoltare la musica che ci piace può
alleviare il dolore prima, durante e dopo un intervento chirurgico. E non stiamo parlando soltanto di effetti in termini di benessere psicologico: gli scienziati hanno infatti scoperto che ascoltare musica
gradita fa in modo che il cervello rilasci sostanze chimiche e ormoni che rinforzano il sistema
immunitario, al punto da ridurre il bisogno di antidolorifici. Attenzione, però: secondo i ricercatori è
fondamentale che la musica sia scelta dal paziente! L’esperimento ha dimostrato che non funzionava altrettanto bene quando a sceglierla era un chirurgo...

a cura di Nerea Bulva

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