“AAA” cercasi sostenibilità: ambiente, alimentazione, agricoltura
Le tre A della sostenibilità: Ambiente, Alimentazione e Agricoltura, sono interconnesse e rappresentano le sfide centrali del nostro tempo. La loro interdipendenza richiede un approccio olistico e urgente per un futuro sostenibile. Per affrontare queste sfide è necessario un impegno collettivo, ma anche azione individuale e collaborazione tra agricoltori, distributori e imprenditori nel settore alimentare
Founder & Ceo Giubilesi & Associati, Chairman FCSI Italian Unit
Sarà per puro caso o per coincidenza linguistica, non saprei, ma avete notato che le tre parole che ultimamente sentiamo più spesso riferendosi alle problematiche centrali del periodo storico che stiamo vivendo, iniziano con la lettera A: Ambiente, Alimentazione, Agricoltura.
“AAA” cercasi sostenibilità: ambiente, alimentazione, agricolturaVista da questa angolazione, la connessione tra queste “3 A” forma un trittico fondamentale per il futuro di tutti noi in ogni ambito, generalmente e ancora di più nel settore del food e dell'ospitalità, sottolineando non solo la loro importanza basilare ma anche l'urgenza di posizionarli al centro delle nostre priorità.
In un'era segnata da sfide globali senza precedenti, quali cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e insicurezza alimentare, l'interrelazione tra queste "3 A" emerge come un perno su cui orientare la nostra bussola morale e operativa verso un orizzonte di sostenibilità che non possa rimanere più come sola parola priva di azioni e senso concreto.
“A” come Ambiente: la base di tutto
L'ambiente è il fondamento su cui si costruiscono l'alimentazione e l'agricoltura. Le pratiche industriali insostenibili, l'uso eccessivo di risorse naturali e la gestione senza criteri dei rifiuti stanno erodendo la capacità del nostro pianeta di supportare la vita.
Secondo l’Ipcc (Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico), organo istituito nel 1988 dalla World Meteorological Organization e dallo United Nations Environment Programme composto da 195 Paesi, l'industria e l'energia sono responsabili di circa il 75% delle emissioni globali di CO2.
“A” come Ambiente: la base di tuttoQueste emissioni contribuiscono all'effetto serra e al riscaldamento globale, influenzando negativamente l'agricoltura e la disponibilità di cibo. L'Onu stima che ogni anno vengono prodotte circa 300 milioni di tonnellate di plastica, con una percentuale significativa che finisce negli oceani, minacciando la vita marina e la salute degli ecosistemi.
Nel settore del food e dell'ospitalità, questi dati si devono tradurre velocemente in una crescente consapevolezza dell'importanza di ridurre l'impronta ecologica attraverso l'utilizzo di energie rinnovabili, la minimizzazione degli sprechi alimentari e la promozione di un consumo responsabile. Esempi virtuosi nel settore mostrano come un impegno verso pratiche sostenibili possa non solo ridurre l'impatto ambientale, ma anche attrarre una clientela sempre più sensibile a queste tematiche.
“A” come Alimentazione: nutrire il corpo e il pianeta
L'alimentazione collega l'individuo all'ambiente globale in un ciclo di interdipendenza: la scelta dei cibi che consumiamo non influisce solo sulla nostra salute, ma anche sull'ambiente e sulle comunità agricole.
Secondo la Fao circa un terzo del cibo prodotto nel mondo per il consumo umano, pari a circa 1,3 miliardi di tonnellate all'anno, viene perso o sprecato.Questo spreco non solo rappresenta un uso inefficiente delle risorse naturali, ma contribuisce anche alle emissioni di gas serra dalla decomposizione dei rifiuti alimentari in discarica.
Promuovere un'educazione alimentare che enfatizzi diete sostenibili, basate su prodotti locali, stagionali e a basso impatto ambientale, può contribuire significativamente a ridurre l'impronta carbonica del settore alimentare. Ristoranti e catene alimentari che abbracciano questa filosofia non solo rispondono alla crescente domanda di opzioni alimentari sostenibili ma giocano anche un ruolo chiave nell'educare i consumatori verso scelte più consapevoli.
“A” come Agricoltura: seminare le basi del futuro
Secondo la Fao, l'agricoltura consuma circa il 70% delle risorse idriche dolci a livello globale ed in alcune regioni del pianeta, l'uso eccessivo di acqua per l'irrigazione sta portando all'esaurimento delle falde acquifere, mettendo a rischio la sicurezza idrica futura.
Sempre la Fao stima che circa 10 milioni di ettari di foresta vengano persi ogni anno, in parte a causa dell'espansione agricola, in aggiunta alla deforestazione che contribuisce al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità, compromettendo la capacità degli ecosistemi di supportare la vita.
“A” come Agricoltura: seminare le basi del futuroDi fronte a questi dati emerge chiaramente che l'agricoltura è il punto di incontro tra ambiente e alimentazione, dove le decisioni pratiche si manifestano concretamente non solo nel paesaggio naturale, ma anche a livello sociale ed economico.
L'adozione di metodi di agricoltura sostenibile, quali l'agricoltura biologica, la rotazione delle colture e la conservazione dell'acqua, rappresenta un investimento nella resilienza a lungo termine dei nostri sistemi alimentari, ma la loro applicazione concreta nella realtà attuale ha ancora tanti ostacoli davanti a se. Non a caso, le recenti proteste degli agricoltori ci hanno mostrato l’altra faccia della medaglia della rincorsa al raggiungimento degli obbiettivi di sostenibilità, quale realizzazione necessità di una programmazione fatta con piedi ben saldi per terra.
Ecco perché la collaborazione tra agricoltori, distributori, ristoratori e imprenditori dell’ospitalità deve espandersi ancora di più per favorire le filiere corte (quelle vere) e il consumo di prodotti locali che riporteranno forza alle economie territoriali, riducendo l'impronta ecologica del cibo che arriva sulle nostre tavole.
Sono ben consapevole che non sto dicendo niente di nuovo. Sta diventando una specie di moda parlare di sostenibilità, mentre i dati e le statistiche dipingono un quadro preoccupante dell'attuale stato del nostro pianeta, rappresentando anche un forte segnale di mobilitazione. Le cifre parlano a modo loro e ci urlano in faccia l'urgenza di rispondere alla crisi ambientale, di innovare e trasformare, in altre parole il bisogno di cambiare il paradigma scegliendo di non arrenderci ma di agire.
È finito il tempo di osservare passivamente o di lasciare il peso della responsabilità sulle sole spalle dei decisori politici e delle grandi corporazioni. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere, dalle scelte quotidiane su cosa mangiamo, come viaggiamo, a come votiamo, possiamo tutti contribuire a un movimento globale per il cambiamento.
L'industria del food e dell'ospitalità, con la sua vasta portata e impatto sociale, ha una leva particolarmente potente per influenzare positivamente l'ambiente, l'alimentazione, l'agricoltura. Iat
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