mercoledì 16 settembre 2015

IL FUTURO DEI CUOCHI ITALIANI E' ALL'ESTERO

Enrico Derflingher pensa al dopo Expo 
«Il futuro dei cuochi italiani è all'estero»

In occasione di un seminario svoltosi a Expo, lo chef Enrico Derflingher
dichiara che i prodotti italiani, così come il “saper fare” in cucina tipicamente italiano, devono essere valorizzati all’estero

Enrico DerflingherLo chef Enrico Derflingher (nella foto), presidente di Euro-Toques International- l'unica associazione di chef riconosciuta dall'Unione europea - è intervenuto nell'ambito del seminario “Le 4 potenze dell'enogastronomia italiana a Expo”, tenutosi in Expo, a Palazzo Italia, nell’ambito degli eventi organizzati da Padiglione Italia e coordinati dalla Fondazione Censis.

«Dopo l'Expo - ha dichiarato Derflingher - il futuro dei cuochi italiani è indubbiamente all'estero, ma è fondamentale altresì valorizzare nel mondo le nostre eccellenze alimentari, come la pasta, il riso, l'olio d'oliva extravergine e i vini. Si tratta di prodotti di altissima qualità, ma forse dobbiamo imparare dai francesi o da altri Paesi come si vendono».

Con alle spalle ben 22 anni di esperienza all'estero, di cui tre presso la casa reale inglese e tre alla Casa Bianca al servizio del presidente Bush padre, senza contare gli ultimi 10 trascorsi in Giappone dove ha supervisionato l'apertura di ben 32 ristoranti italiani, Derflingher è attualmente impegnato a portare avanti la mission di Euro-Toques che, per tutta la durata di Expo, ha trasferito il suo quartier generale sul lago di Como, a Villa Lario, dove si susseguono eventi con chef stellati, capi di Stato e rappresentanti istituzionali. È stato quindi chiamato ad offrire la sua testimonianza su cosa contraddistingue e rende inimitabile nel mondo il “saper fare” in cucina tipicamente italiano. 

«Sto già lavorando - ha rivelato Enrico Derflingher - a due nuovi progetti all'estero: uno negli Emirati Arabi, l'altro in America. Sicuramente lavorare fuori non è facile poiché è molto forte la competizione con tanti chef di altre nazioni, in primis la Francia e la Spagna, ma possiamo e dobbiamo fare squadra per valorizzare e spingere i nostri straordinari prodotti. La cucina italiana dopo quella cinese è la più mangiata nel mondo. I grandi ristoranti gourmand una volta erano tutti francesi, ma da 3-4 anni a questa parte la tendenza è cambiata completamente e anche noi italiani dettiamo le regole. Questo per noi è motivo d'orgoglio».

Il presidente di Euro-Toques International, infine, ha ribadito l'importanza di combattere contro la contraffazione alimentare: «La maggior parte dei nostri prodotti che vengono venduti nel mondo sono pseudo-italiani. Solo un terzo sono realmente autentici. Occorre assolutamente un'inversione di tendenza e, in questo senso, Expo rappresenta un volano importantissimo per far ripartire correttamente il mercato. Ricordo che per la cena dell'apertura delle Olimpiadi di Pechino, da me curata, volevano darci a tutti i costi gli spaghetti cinesi. Io ho dovuto combattere per 6 mesi per avere quelli italiani perché, senza mettere in discussione la bontà del loro prodotto, io che sono italiano e usavo il pomodoro italiano, l'olio, il parmigiano reggiano, non potevo certamente usare gli spaghetti cinesi per preparare il mio piatto».
iTALIAATAVOLA

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