domenica 20 settembre 2015

ILCIBO FA LA STORIA

Il cibo fa la storia

Con i documenti dell'Archivio di Stato di Padova
Vere rarità
E' per domani sabato 19 settembre l'appuntamento con la giornata inaugurale dell'esposizione curata dall'Archivio di Stato di Padova preso le sale del complesso museale della Storia della Medicina in Via San Francesco 94 a Padova.. Oltre quaranta documenti originali raccontano l'identità della città attraverso la storia dell'alimentazione. Un inedito di Prato della Valle disegnato in una mappa del 1727 viene svelato per la prima volta alla città. La mostra è stata illustrata alla stampa dalla dottoressa Francesca Fantini D'Onofrio, direttrice dell'Archivio di Stato di Padova. 
“Questa esposizione racconta una Padova viva, evoluta, brulicante di attività – ha esordito Francesca Fantini D'Onofrio – Una città fortemente regolamentata, dove si combattevano le frodi per rispettare salute e qualità dei prodotti. Una Padova Settecentesca che aveva grande considerazione dei prodotti che oggi chiameremo a chilometro zero. I calmieri qui esposti (che nel Settecento stazionavano al di fuori di locande e botteghe) sono una dimostrazione del rispetto dei consumatori e delle rigide regole riportate poi in disciplinari e mappe. Sono stati selezionati documenti che raccontano una Padova inedita, cresciuta dal Prato della Valle alle Piazze attraverso l'originale storia dell'alimentazione del territorio”.

Nel museo che meglio rappresenta la scienza patavina

Nel museo che meglio rappresenta la scienza…
“Siamo onorati di poter ospitare questa mostra – ha aggiunto il Presidente della Fondazione MuSMe Francesco Peghin – E' la prima iniziativa dopo l'inaugurazione dello scorso giugno. Questo luogo ha bisogno di essere vissuto dai padovani e il tema di questa esposizione ci è sembrato più che consono allo scopo per cui è stato museo”. “Padova è città della scienza – ha ribadito Vincenzo Milanesi, Presidente del Comitato Scientifico MuSMe – E questo museo vuol essere tentativo per disseminare cultura scientifica, per stimolare vocazione agli studi scientifici. L'iniziativa dell'Archivio di Stato è molto importante perchè lega il territorio alla nostra realtà museale. E' bene non perdere la memoria storica. E' necessario valorizzarla per dare un senso al passato su cui si basa il futuro”.

La mostra è l'occasione per rinnovare e rafforzare il legame delle antiche Istituzioni con il proprio territorio, riportando alla luce inediti atti, mappe e disegni settecenteschi. E' una accurata ricostruzione storica delle abitudini alimentari padovane, dei luoghi adibiti alla vendita del cibo e delle ricorrenti e più comuni frodi alimentari dell'epoca: ne sono una testimonianza l'esposizione di diversi disegni delle Piazze destinate al mercato pubblico, che a Padova si svolgeva il martedì, il giovedì e il sabato. Un mercato che terminava tassativamente a mezzogiorno, con il suono della campana del Palazzo della Ragione. Ancora, l'esposizione di alcuni calmieri settecenteschi conservati all'interno dell'Archivio di Stato cittadino: erano gli indicatori pubblici che regolavano le contrattazioni del pane e del pesce.

Si può sfogliare un erbario del settecento

Si può sfogliare un erbario del settecento
L'opportunità di una esposizione ospitata al Musme diventa opportunità per interagire con le strutture multimediali del Museo di via San Francesco: si può sfogliare virtualmente, ad esempio, l'erbario secco composto da Pietro Arduino tra il 1753 e il 1763, negli anni in cui lavorò nell'Orto Botanico di Padova. Lo sviluppo di tre tematiche (il cibo, i luoghi e le frodi) permettono al visitatore di approfondire uno spaccato importante della vita settecentesca in quello che oggi viene considerato come il centro storico della città, dal commercio alle abitudini alimentari, tra raggiri, credenze e virtù.
IL CIBO 
I risi e bisi come tipico piatto della Primavera, l'imprescindibile polenta anche se causa di pellagra. Mentre nel Settecento a Padova si attua la cosiddetta rivoluzione agricola (si diffonde la coltivazione di riso, grano saraceno, mais e patata), la dieta del ceto medio-alto si arricchisce del consumo di carne bovina, ovina, suina e avicola: ecco apparire nei mercati delle Piazze arrosti, salumi e fritti di ogni genere.
Queste, e altre consuetudini alimentari sono testimoniate negli antichi archivi delle Corporazioni di Arti e mestieri di Padova (fraglie, dal latino fratellanza).
I LUOGHI
Nella Padova del Settecento il commercio alimentare era ben strutturato e regolamentato: il mercato nelle Piazze, le botteghe e i magazzini collocati in tutte le contrade della città.
Da Prato della Valle, dove si vendevano solo animali vivi di grossa taglia, alle Piazze: da quella del Vino (l'attuale Piazza delle Erbe) a quella dei Frutaroli (l'attuale Piazza dei Frutti) in quanto concessa in gestione dal Comune alla omonima Fraglia sin dall’anno 1434. Mappe e disegni originali certificano l'evoluzione di spazi e lo sviluppo delle attività cittadine.
LE FRODI
Dal pane confezionato con farine scadenti e con l’aggiunta di polvere di gesso, al latte allungato con acqua passando per il diffuso utilizzo della spuma di vetro (materiale di risulta della lavorazione del vetro di Murano) al posto del sale nel pane e nei salumi: nella Padova del Settecento era diffusa la produzione e la vendita di alimenti non conformi alle norme sanitarie in vigore.
Documenti originali certificano il controllo delle merci vendute nei mercati, nelle botteghe e nei fontichi.
L'esposizione è curata dalla direttrice dell'Archivio di Stato di Padova, dottoressa Francesca Fantini D'Onofrio con l'accurato lavoro dello staff dell'Archivio di Stato di Padova. Un progetto sviluppato con la collaborazione del Comune di Padova, Comune di Anguillara Veneta, Abbazia di Praglia, Abbazia di Santa Giustina, Supermercati Alì e Officina Giotto, la cooperativa che meritoriamente si occupa dell'integrazione sociale mediante un percorso di reinserimento professionale dei detenuti del carcere di Padova che ha trovato clamorosi successi grazie all'alta gastronomia e alla pasticceria di qualità in cui la Giotto con i suoi pasticceri del Due Palazzi hanno dimostrato di eccellere senza se e senza ma sia  a livello nazionale che  internazionale.
Mario Stramazzo
vinoecibo.

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