sabato 6 febbraio 2016

FIERAAGRICOLA VERONA: PIU' ATTENZIONE ALLA PRODUZIONE

Più attenzione a produzione 

e sostenibilità ambientale

A Fieragricola il futuro della genomica bovina mondiale
Passano da Fieragricola di Verona, che chiude oggi,
le linee guida della genomica del futuro e si focalizzano non soltanto sul miglioramento produttivo delle bovine da latte, ma anche sui cosiddetti «indici funzionali», finalizzati a una migliore attenzione alla sostenibilità economica, ambientale e climatica.
Fra gli obiettivi emersi al termine dei tre giorni di summit, infatti, c’è anche la riduzione dei gas serra in atmosfera. Dunque: produrre di più, in ossequio alle esigenze di una popolazione mondiale in crescita, bilanciando tuttavia le esigenze ambientali e alimentari del pianeta.
A tracciare il bilancio del Meeting Icar-Interbull, appuntamento mondiale che ha coinvolto 28 delegati da 14 Paesi – dagli Stati Uniti all’Australia, dall’Europa al Canada – è Reinhard Reents, chairman di Interbull, associazione delle principali organizzazioni di rappresentanza delle razze bovine da latte. Al debutto come direttore, invece, l’olandese Toine Roozen.
Nel board anche l’italiano Enrico Santus, direttore di Anarb (Associazione nazionale degli allevatori di razza Bruna), in rappresentanza del Sud Europa. A Roma, infatti, ha sede l’Icar (International Committee for Animal Recording).
Seppure con alcune differenze alle varie latitudini del globo, il futuro degli animali per la produzione di latte si baserà da un punto di vista scientifico su approcci e ricerche comuni, con un fil rouge in grado di connettere le razze mondiali più significative sul piano numerico: Holstein, Brown Swiss, Simmenthal, Red Cattle, Jersey e Guernsey.
«Un altro aspetto sul quale ci concentreremo – spiega Reents  è la possibilità di collegare la genomica ai big data ottenuti nei laboratori di selezione e ricerca e anche grazie ai robot di mungitura, che costituiscono un altro strumento prezioso per ottenere straordinarie informazioni utili al miglioramento delle specie».
Nel mirino del comitato internazionale, afferma inoltre Toine Roozen, «c’è la volontà di allargare la partecipazione ad altri Paesi, con una maggiore presenza dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina».
Per Enrico Santus «in futuro sarà determinante ottenere risultati con tempestività, alla luce dei cambiamenti internazionali e delle esigenze molto più pressanti rispetto al passato. Questa è una linea che accomuna tutti i presenti, senza eccezione».

I costi di produzione del latte
Alla 112ª edizione di Fieragricola non poteva mancare un confronto sul latte anche in termini di «Costi di produzione in Italia e in Europa», organizzato dall’Informatore Zootecnico.

Italia
Per l’Italia ne ha parlato Fabio Del Bravo, direttore dei Servizi per lo sviluppo rurale di Ismea.«Secondo le stime aggiornate al dicembre 2015 – illustra – i costi variabili di produzione del latte in Italia oscillano da un minimo di 31,56 euro per 100 litri nei casi delle stalle più grandi e di pianura, fino a un massimo stimato di 55,09 euro per 100 litri, con riferimento alle stalle di montagna e alle realtà di dimensioni minori. A queste cifre bisogna aggiungere un 10-15% di costi fissi, dati dall’ammortamento degli investimenti e dalla remunerazione del capitale fondiario».

Francia
Secondo le analisi di Mélanie Richard dell’Institut de l’Elevage di Parigi, «in Francia i costi di produzione medi nel 2015 sono stati pari a 46 euro per 100 litri di latte, mentre il prezzo di vendita alla stalla si è fermato di 31,8 euro per 100 litri. Gli allevatori sono riusciti, complessivamente, ad arrivare a 40 euro di remunerazione complessiva, quindi al di sotto dei costi produttivi, grazie alle macellazioni e agli aiuti europei per il settore».

Germania
In deficit anche la Germania, a dimostrazione di una crisi che coinvolge l’Europa nel suo complesso. Jürgen Held, allevatore di Ulm, nel Baden-Württemberg, ha evidenziato costi medi del latte pari a 41,5 euro per 100 litri, con un prezzo del latte assicurato dalla propria latteria, in cui si trasforma la materia prima anche in formaggi di pregio, a 38,5 euro.

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