giovedì 18 febbraio 2016

TUTTI PAZZI PER I DRONI



Drone-mania: 

tutti pazzi 

per l’oggetto volante


Sono ormai una realtà, che sembra destinata a diventare
una consuetudine paragonabile all’uso di qualsiasi altro device impiegato per il lavoro, come ad esempio il PC o il tablet.
C’erano una volta i rivenditori al dettaglio, chiamati “negozi”, dove la gente comprava generi alimentari. Si pagava con pezzi di metallo e carta, il cosiddetto “contante”, e poi si portava a casa la merce per mezzo di una forma di locomozione nota come “camminare”. Spesso questa era anche l’occasione per indugiare in un’attività definita “conversazione”, uno scambio di messaggi verbali diretti, in tempo reale, talvolta fra più partecipanti. Ma ben presto tutto questo potrebbe essere démodé, grazie all’ultimo ritrovato della tecnologia: i droni. Sono una realtà con la quale ci stiamo confrontando da pochi anni ma che col passare del tempo diventerà una consuetudine, paragonabile all’impiego di qualsiasi altro device utilizzato per lavoro, come il tablet, la macchina fotografica o il computer.
Sono dei velivoli a controllo remoto, quindi senza pilota, che hanno le eliche ma non sono elicotteri. Alcuni hanno anche le ali ma in tal caso non possono stazionare in cielo in “un punto fisso”. Le forme con cui sono realizzati sono diverse a seconda
dell’utilizzo che ne viene fatto. Quelli con 4 o più eliche si assomigliano ma possono
differire per potenza, capacità di carico, sistemi di controllo e autonomia. La tecnologia è ovviamente di provenienza militare, sdoganata e riadattata ad un impiego civile per ambiti molto diversi tra loro: monitoraggio, sorveglianza, mappatura del territorio, protezione civile.
Nella Silicon Valley, questo pensare in grande si adatta perfettamente al panorama o, per meglio dire, al suo cielo. Il loro attuale potenziale, spiega Chris Anderson, CEO di 3D Robotics e fondatore di DIY Drones, è analogo a quello dei personal computer
negli anni Settanta. E prosegue paragonando lo smanettare odierno a quello del leggendario “Homebrew Computer Club” (fra i cui membri si annoveravano anche i fondatori di Apple Steve Wozniak e Steve Jobs), che ha contribuito a spargere i semi
della rivoluzione del PC. Anderson e altri colleghi prospettano un futuro radioso per i droni nel settore agricolo (controllo e irrigazione delle colture), ma si affrettano ad aggiungere che nemmeno loro conoscono tutti i possibili usi di questi apparecchi. “E non c’è bisogno di saperlo - ribatte Zackary Schildhorn, la cui azienda Lux Capital ha finanziato diverse imprese nel settore - assisteremo alla nascita di app che non avremmo mai immaginato, proprio com’è avvenuto con i PC e gli smartphone”.
Gli ultimi dispositivi sono la dimostrazione più eclatante dello sviluppo dei droni. “Oggi un normale cittadino ha in tasca - afferma Schildhorn -, una tecnologia che appena dieci anni fa il Presidente degli Stati Uniti poteva soltanto sognarsi”. “Fotocamere, processori, giroscopi e tutti gli altri componenti di cui un drone ha bisogno sono disponibili, senza limiti, per pochi centesimi - aggiunge Anderson -. Siamo in grado di offrire quella che una volta era tecnologia di livello militare tramite pezzi acquistati al RadioShack locale”.
Nati per scopi legati alla difesa e alla sicurezza, i droni stanno vivendo oggi un vero boom in tutto il mondo, sia sul fronte delle varie applicazioni civili, che per quanto riguarda l’interesse da parte del grande pubblico. Le utilizzazioni professionali di questi piccoli velivoli radiocomandati (soprattutto ad ala rotante, ma anche ad ala fissa) si moltiplicano infatti di giorno in giorno: dalle riprese televisive e cinematografiche al monitoraggio ambientale, dalla sorveglianza di grandi strutture e installazioni al telerilevamento di aree urbane e agricole fino alle attività di protezione civile. E si tratta di un settore ancora in rapida espansione.
Si utilizzano molto negli Stati Uniti, soprattutto per la sicurezza e il controllo del territorio.
In Spagna per l’elettronica di bordo. La Germania poi si distingue dalle altre per la sua efficienza dal lato ingegneristico. E poi non si possono non citare Israele, nel controllo del territorio, e ovviamente la Cina. Il Giappone invece, che in genere scala le vette di tutte le classifiche che riguardano l’innovazione, si colloca qui in una posizione non preminente. L’Italia è partita dopo rispetto ad altri Stati ma è stata la prima nazione dell’Unione europea ad aver codificato la bozza del Regolamento dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) che ha abilitato10 scuole in tutta Italia ad effettuare dei corsi dei mezzi aerei a pilotaggio remoto.
Il fenomeno dei piccoli oggetti volanti (ma anche di quelli in grado di correre e saltare) dotati di video e fotocamere è destinato a crescere in maniera esponenziale. 

Il successo ottenuto fino ad oggi è solo l’inizio di un percorso che sta già adessocambiando le nostre abitudini in termini di riprese video, consentendo non solo a chi lo fa in maniera professionale ma anche agli amatori di poter girare delle immagini
assolutamente impossibili da filmare prima dell’avvento dei droni. Oltretutto gli usi possibili dei piccoli oggetti volanti sono molteplici e sarà solo all’inventiva della gente il trovare la prossima e definitiva “killer application” che trasformerà i droni in una presenza costante nella nostra vita.                                   
Nerea Bulva
Panorama Edit

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