mercoledì 1 luglio 2020

Il flop del bonus vacanze Solo il 4% degli alberghi lo accetta

Il flop del bonus vacanze
Solo il 4% 

degli alberghi 

lo accetta


Il discusso aiuto che il governo ha messo in atto per sostenere il turismo italiano non piace né agli italiani, né agli albergatori. Troppo complesso accedere per i cittadini, troppo rischioso accettare per gli hotel.

Che il Bonus vacanze fosse una soluzione poco efficace per sostenere il turismo italiano e aiutare gli italiani a fare le classiche vacanze estive lo si era capito da subito. E oggi che entra effettivamente in vigore ecco la conferma che anche chi lo ottiene non può farci un granchè dato che viene accettato solamente da 4 hotel su 100. Il Bonus vacanze è nato con l’intenzione di aiutare gli italiani a coprire parte delle spese per le ferie 2020 da trascorrere in alberghi, villaggi, camping, agriturismi e bed & breakfast, a condizione che siano in Italia e che non abbiano intermediari (tipo Airbnb o Booking). Vale 500 euro nel caso delle famiglie composte da almeno tre persone; per le famiglie di due persone è pari a 300 euro e scende a 150 per i single. Federalberghi Lombardia critica la scelta e lancia un altro allarme di crisi del settore.

Bonus vacanze, che flop! - Il flop del bonus vacanze Solo il 25% degli alberghi lo accetta

Bonus vacanze, che flop!

Come spesso capita però si sono fatti i conti senza l’oste. A rivelare l’inghippo è stato il Corriere della Sera che ha testato le prenotazioni in alcuni alberghi italiani evidenziando il fatto che solo il 4% delle strutture accetta il bonus. Cliccando su italyhotels.it (sito che contiene un campione di strutture ampio e rappresentativo realizzato dall’associazione di categoria, Federalberghi) e provando a prenotare una camera doppia per tre notti (1-4 luglio) si realizza che le strutture che accettano il bonus sono davvero poche: appena 1.151 sulle 27.370 offerte presenti sul sito di Federalberghi.

Le variazioni sono anche piuttosto evidenti da regione a regione. L’Emilia Romagna è quella che dà la disponibilità più ampia con 233 strutture che accettano il bonus, ma è anche vero che in totale gli alberghi presenti in regione e segnalati dal sito con 4.275, il maggior numero a livello nazionale. In Lombardia sono appena 88 su 2.531 gli hotel che accettano; 56 su 1.284 in Liguria; 33 su 740 in Sardegna; 56 su 1.064 in Sicilia. In tre regioni addirittura nessun albergo è pronto per i bonus: Basilicata, Calabria e Molise.

Altro dato da mettere in luce è quello relativo alle città d’arte che già soffriranno sicuramente da qui alla fine dell’anno come abbiamo già raccontato. A Roma solo 35 strutture su 976 accettano il Bonus; a Firenze 22 su 335; a Milano appena 2 su 393; a Napoli 11 su 135. A Cortina d’Ampezzo solo 1 hotel presenti sulla piattaforma italyhotels.it. A Forte dei Marmi solo 2 strutture su 61, a Santa Margherita Ligure solo 2 su 26, a Rimini appena 60 su 1.039, a Taormina 1 su 80 hotel e a Gallipoli nessuna struttura sulle 19 presenti.

Dietro a questi no diffusi ci stanno alcune motivazioni economiche, ovviamente. Il Bonus infatti, visto dalla parte del cliente, va speso per l’80% sotto forma di sconto per il pagamento del servizio turistico, e per il 20% come detrazione di imposta nella dichiarazione dei redditi. E qui, scatta il problema: l’80% del totale non pagato dal cliente sarà recuperato dall’imprenditore-albergatore attraverso il credito d’imposta. È questo il deterrente cruciale che sta spingendo molte strutture a non aderire al progetto. Ecco perché non sorprende che gli hotel aderenti al Bonus siano principalmente quelli più grandi. E poi, i soliti passaggi macchinosi che il cliente deve compiere per usufruire del Bonus: bisogna essere in possesso delle credenziali Spid (identità digitale) e scaricare la app IOitaliait per i pagamenti della Pubblica amministrazione. Passa la voglia.

La conferma di quanto poco appeal abbia questo strumento arriva anche da Paolo Rossi, presidente di Federalberghi Lombardia: «Sappiamo poco di questo strumento - ammette - e da quel poco che abbiamo capito i passaggi tecnici e burocratici sono contorti e non invogliano ad accedervi. Anche perché questo fa pensare che sia alto il rischio di non ricevere gli aiuti economici promessi. Serviva altro per aiutare gli italiani e il turismo, quei 500 euro si potevano dare cash lasciando libertà di spesa. Così facendo sono aiuti inefficaci che rendono davvero tragica la situazione. Il tempo passa, l’estate è ormai nel vivo, ma si muove poco. Non resta che attendere il 2021».
ITALIAATAVOLA
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