Vini Dop e Igp
in crescita al Sud
Un mercato
da 500 milioni
di euro
Le 7.700 le aziende producono un quarto del vino nel nostro Paese. Il comparto vitivinicolo del Meridione è stato al centro del Forum dell’Economia Digitale di Napoli. La Puglia è seconda per produzione dopo la Toscana.
Sono oltre 7.700 le aziende vitivinicole presenti nel Sud Italia (Puglia, Campania, Calabria e Basilicata) e producono circa 1/4 del vino prodotto nel Paese, con la Puglia che contribuisce per oltre il 20%, seconda solo alla Toscana (23%). La fotografia sul settore vitivinicolo del Sud Italia è stata scattata da uno studio commissionato da Unicredit i cui dati sono stati resi noti al Forum dell’ Economia Digitale di Napoli, organizzato in vollaborazione con VitignoItalia.
All’incontro, moderato da Giorgio dell'Orefice, giornalista de "Il Sole 24 Ore", hanno partecipato Annalisa Areni, regional manager Sud di UniCredit, Maurizio Teti, direttore VitignoItalia, Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc, Massimiliano Apollonio di Casa Vinicola Apollonio di Monteroni (Le) e Paolo Cotroneo di Fattoria la Rivolta di Torrecuso (Bn).
Un territorio, quello del Meridione d'Italia che secondo lo Studio di UniCredit sul settore presenta una elevata specializzazione nei vini da tavola e si colloca al primo posto in Italia in questo segmento: la quota di produzione sul totale del Paese è salita dal 35% del 2007 al 50% del 2019. Nell’area si conferma in crescita anche la produzione di vini di qualità, che rappresentano oggi circa il 10% della produzione nazionale: i vini certificati sono 92, di cui 65 Dop e 27 Igp, che hanno impatto considerevole sull’economia del territorio per un valore pari a circa 500 milioni di euro.
La Puglia si classifica al secondo posto in Italia sia per la produzione di vini certificati (32 vini Dop e 6 Igp), dietro solo alla Toscana, sia per superficie agricola dedicata al biologico (23% del totale Italia) dietro alla Sicilia (24% del totale Italia). Anche per la Campania si segnala un buon risultato sul fronte della produzione di vini certificati con 19 vini Dop e 10 Igp.
Puglia sempre in primo piano anche nel contribuire per il 72% alla crescita dell’export dei prodotti vitivinicoli del Sud, seguita dalla Campania con il 25%. Le esportazioni del mondo vitivinicolo meridionale sono cresciute di circa il 60% negli ultimi 5 anni, incremento superiore alla media Paese (+26%), ma i vini dell’area contribuiscono solo per il 3,5% dell’export nazionale.
Lo Studio di UniCredit ha esaminato anche gli impatti del Covid-19 sul settore vitivinicolo italiano e del Sud. Il mercato interno in contrazione, a seguito delle difficoltà del canale Horeca, che da solo contribuisce per il 42% alla vendita dei vini sul mercato nazionale, e della minore capacità di spesa delle famiglie. Anche l’export, a cui va il 55% della produzione italiana, è previsto in contrazione per la crisi economica portata dall’attuale pandemia. I cali delle vendite più consistenti sono previsti per vini di gamma medio-alta e alta, spumanti e vini “innovativi”.
Per contrastare il blocco causato dal Covid per le imprese vitivinicole del Sud un’opportunità viene anche dal commercio digitale perché consente anche ad aziende di dimensioni minori di raggiungere mercati ad alto potenziale. Fondamentale risulterà anche il ruolo delle denominazioni del vino italiano.
«La crescita registrata dalle Denominazioni di origine e delle Indicazioni geografiche del nostro Mezzogiorno d’Italia – ha sottolineato il presidente Federdoc Riccardo Ricci Curbastro – attribuisce ai Consorzi di Tutela un ruolo determinante per la promozione della cultura del vino e del territorio. È quindi evidente che mai come in questo momento di estrema difficoltà il mondo consortile costituisca un fondamentale punto di riferimento e svolga un’azione necessaria nel panorama delle denominazioni, in grado di promuovere al meglio le nostre eccellenze vitivinicole , di proteggerle dalle numerose insidie che arrivano da più parti e di creare un fronte comune indispensabile per disegnare le strategie del prossimo futuro».
«L’emergenza Covid sta determinando nuovi scenari anche per chi, come noi, organizza eventi legati all’enogastronomia di qualità – ha annotato Maurizio Teti, direttore VitignoItalia – al punto di portarci a rivedere in parte anche quello che è il nostro ruolo. Che non può più essere semplicemente quello di fornitori di un determinato format e di servizi che si esauriscono nello spazio temporale dell’evento stesso, ma che ci impone un lavoro a 360° che ci veda impegnati durante l’arco dell’intero anno in un’assistenza continuativa nei confronti delle aziende. Con temi come sostenibilità e internazionalizzazione che più che mai diventano dei must da perseguire con estrema cura e professionalità».
Per informazioni: www.vitignoitalia.it – www.federdoc.com
ITALIAATAVOLA
In meridione i vini certificati sono 92, di cui 65 Dop e 27 Igp
All’incontro, moderato da Giorgio dell'Orefice, giornalista de "Il Sole 24 Ore", hanno partecipato Annalisa Areni, regional manager Sud di UniCredit, Maurizio Teti, direttore VitignoItalia, Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc, Massimiliano Apollonio di Casa Vinicola Apollonio di Monteroni (Le) e Paolo Cotroneo di Fattoria la Rivolta di Torrecuso (Bn).
Un territorio, quello del Meridione d'Italia che secondo lo Studio di UniCredit sul settore presenta una elevata specializzazione nei vini da tavola e si colloca al primo posto in Italia in questo segmento: la quota di produzione sul totale del Paese è salita dal 35% del 2007 al 50% del 2019. Nell’area si conferma in crescita anche la produzione di vini di qualità, che rappresentano oggi circa il 10% della produzione nazionale: i vini certificati sono 92, di cui 65 Dop e 27 Igp, che hanno impatto considerevole sull’economia del territorio per un valore pari a circa 500 milioni di euro.
La Puglia si classifica al secondo posto in Italia sia per la produzione di vini certificati (32 vini Dop e 6 Igp), dietro solo alla Toscana, sia per superficie agricola dedicata al biologico (23% del totale Italia) dietro alla Sicilia (24% del totale Italia). Anche per la Campania si segnala un buon risultato sul fronte della produzione di vini certificati con 19 vini Dop e 10 Igp.
Sono oltre 7.700 le aziende vitivinicole del Sud, tra Puglia, Campania, Calabria e Basilicata
Puglia sempre in primo piano anche nel contribuire per il 72% alla crescita dell’export dei prodotti vitivinicoli del Sud, seguita dalla Campania con il 25%. Le esportazioni del mondo vitivinicolo meridionale sono cresciute di circa il 60% negli ultimi 5 anni, incremento superiore alla media Paese (+26%), ma i vini dell’area contribuiscono solo per il 3,5% dell’export nazionale.
Lo Studio di UniCredit ha esaminato anche gli impatti del Covid-19 sul settore vitivinicolo italiano e del Sud. Il mercato interno in contrazione, a seguito delle difficoltà del canale Horeca, che da solo contribuisce per il 42% alla vendita dei vini sul mercato nazionale, e della minore capacità di spesa delle famiglie. Anche l’export, a cui va il 55% della produzione italiana, è previsto in contrazione per la crisi economica portata dall’attuale pandemia. I cali delle vendite più consistenti sono previsti per vini di gamma medio-alta e alta, spumanti e vini “innovativi”.
Per contrastare il blocco causato dal Covid per le imprese vitivinicole del Sud un’opportunità viene anche dal commercio digitale perché consente anche ad aziende di dimensioni minori di raggiungere mercati ad alto potenziale. Fondamentale risulterà anche il ruolo delle denominazioni del vino italiano.
I Consorzi di Tutela hanno un ruolo determinante per la promozione della cultura del vino e del territorio
«La crescita registrata dalle Denominazioni di origine e delle Indicazioni geografiche del nostro Mezzogiorno d’Italia – ha sottolineato il presidente Federdoc Riccardo Ricci Curbastro – attribuisce ai Consorzi di Tutela un ruolo determinante per la promozione della cultura del vino e del territorio. È quindi evidente che mai come in questo momento di estrema difficoltà il mondo consortile costituisca un fondamentale punto di riferimento e svolga un’azione necessaria nel panorama delle denominazioni, in grado di promuovere al meglio le nostre eccellenze vitivinicole , di proteggerle dalle numerose insidie che arrivano da più parti e di creare un fronte comune indispensabile per disegnare le strategie del prossimo futuro».
«L’emergenza Covid sta determinando nuovi scenari anche per chi, come noi, organizza eventi legati all’enogastronomia di qualità – ha annotato Maurizio Teti, direttore VitignoItalia – al punto di portarci a rivedere in parte anche quello che è il nostro ruolo. Che non può più essere semplicemente quello di fornitori di un determinato format e di servizi che si esauriscono nello spazio temporale dell’evento stesso, ma che ci impone un lavoro a 360° che ci veda impegnati durante l’arco dell’intero anno in un’assistenza continuativa nei confronti delle aziende. Con temi come sostenibilità e internazionalizzazione che più che mai diventano dei must da perseguire con estrema cura e professionalità».
Per informazioni: www.vitignoitalia.it – www.federdoc.com
ITALIAATAVOLA
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